Un posto in prima fila
E così Ferrari si prende un posto in prima fila, per guardare Mercedes confermarsi con merito e molta meno fatica del previsto: Campione del mondo costruttori. Team ormai leggendario. Mi inchino. Week end un po’ surreale. Dopo Hagibis (che in filippino significa ‘velocità’), i cancelli di Suzuka si sono aperti alle 5 di mattina per affrontare una giornata compressa e infinita. Gli organizzatori non avranno chiuso occhio per l’incognita, con l’apprensione di dover verificare eventuali danni dovuti al passaggio del tifone.
Nonostante il pessimismo ereditato dal passo gara della rossa di venerdì, ho rilevato come tanta gente, anche quella non super appassionata, alle 3 di notte fosse presente. Forse dei sonnambuli. Forse un pretesto. Sta di fatto che in qualche modo, restano questi i momenti più intimi. In più ormai si sa. La SF90 del sabato è un’altra cosa. Per questo i tifosi ci contano. Un posto in prima fila anche per loro insomma. Manca solo uno step per il 2020. Sbagliare poco. Migliorata dal pacchetto introdotto a Singapore, alla vettura italiana manca ancora qualcosa per raggiungere il passo Mercedes. Al momento per vincere deve necessariamente partire davanti, senza commettere errori.
La strategia del Cavallino era abbastanza banale. Presumibilmente, non avendo il passo garantito in gara, senza FP3 e con meno possibilità di verificare il setup migliore, puntiamo ancor di più sulla resa in qualifica. Stiamo al comando fino alla sosta senza pestarci i piedi. Gestiamo con grande attenzione il ritmo della prima fase senza strafare, attenti a non concedere l’opportunità di undercut al nostro avversario. Durante la seconda sosta, sacrifichiamo se necessario una vettura, quella in posizione sfavorevole.
A quel punto ce la giochiamo con l’altra nell’ultimo stint, sapendo che la SF90 è durissima da passare. A Suzuka, se non sei almeno 1,5 secondi meglio di chi ti precede e non hai una buona velocità di punta, passare risulta impossibile. C’è chi dice che fosse comunque impossibile vincere. Niente affatto. È successa l’unica cosa che non doveva accadere. Fare cilecca al via. Nonostante il passo fosse ottimo solo nei primi 10 giri, è chiaro che restando davanti con due vetture si poteva vincere anche con ritmo di gara inferiore. Come a Spa, come a Monza.
Tutto salta per l’errore di Vettel, seguito a ruota dall’irruenza di Leclerc. Il giovane monegasco, in certi momenti, deve ancora imparare a gestire i mal di pancia. Domenica, partito male anche lui, doveva semplicemente mollare su Verstappen. L’olandese aveva oramai legittimamente chiuso il sorpasso all’esterno, tagliando fuori l’ex Alfa Romeo. Con questa mossa Charles si è auto eliminato. Inoltre, non averlo fermato prima che i pezzi di carbonio volassero in faccia ad Hamilton e compagnia, è stata una assurdità. Insomma…la gara è praticamene finita sul nascere. Poteva essere riaperta solo dal ‘caso’.
Binotto e parte della squadra si sono dimostrati, in maniera palese, piuttosto infastiditi. Per contro, ecco le facce distese e sorridenti dei piloti a fine gara. Beh…a me non sono piaciute. C’è qualcosa che ancora non si incastra bene. Paradossalmente proprio ora che la vettura garantisce delle chance ovunque. Qualsiasi cosa sia, andrà risolta entro l’anno. A proposito, come dimostrano le prestazioni di Vettel da Singapore, la SF90 gode di un bilanciamento migliore, potendo sfruttare meglio le coperture. Adesso, si può lavorare meglio con la rigidezza delle sospensioni e con le altezze da terra. Che poi è l’obbiettivo principale della futura vettura. Maggior rake e agilità senza perdere, per quanto possibile, l’efficienza complessiva.
Cosa ci aspetta invece in Messico?
Il prossimo circuito è piuttosto atipico per via dell’atmosfera rarefatta, condizione favorevole alla W10 grazie all’ottimo carico aerodinamico del quale dispone. I tecnici di Brackley dovranno comunque tenere d’occhio le temperature, punto debole della power unit tedesca. Ferrari potrebbe essere leggermente in difficoltà. Vedremo che ali porterà per bilanciare al meglio il setup. Sicuramente non c’è più ragione per non essere ottimisti, per lo meno in qualifica. Ancor più interessante pensare a Red Bull.
Un anno fa, pur disponendo del motore Renault,centrò la prima fila con le due vetture. Un bel riferimento. Vedremo se sarà ripetibile con la motorizzazione Honda, che nel Gran Premio di casa non ha offerto le prestazioni attese. Ultimo pensiero. Un posto in prima fila se lo meriterebbe Carlos Sainz. Uno di quelli bravi. Da citare più spesso. Poche chiacchiere e molti fatti…
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat
Foto: Ferrari – F1