Formula 1

Wolff è preoccupato: “In Messico soffriremo, Ferrari auto da battere”

Nel box e nelle sedi della Mercedes si ode ancora l’eco dei festeggiamenti per per i dodici titoli ottenuti in sei stagioni. Di questo record si è dibattuto ampiamente e sembra essere già un tema superato dagli eventi. In Formula Uno tutto è maledettamente veloce e anche certi risultati vengono archiviati in fretta per la necessità proiettarsi all’evento successivo. Dopodomani inizierà il week end del Gran Premio del Messico e il team campione del mondo ci si approccia con più dubbi che certezze. Ieri è stato il turno di Hamilton di esprimere preoccupazioni e perplessità sulle potenzialità della W10 tra i cordoli dell’Hermanos Rodriguez (link). Stavolta è il grande boss Toto Wolff a mettere in guardia l’ambiente parlando di una gara difficile per gli uomini di Brackley.

Gli uomini Mercedes festeggiano il sesto titolo costruttori consecutivo

Spesso si è detto che il team principal austriaco è una persona che ama fare pretattica mettendo le mane avanti. Non è questo il caso. Diversi sono i problemi che potrebbero affliggere la creatura di James Allison e sono tutti più o meno legati alla rarefazione dell’aria di un tracciato che sorge alla periferia di Città del Messico ad un’altitudine di quasi 2300 metri sul livello del mare. Una condizione anomala per vetture progettate per funzionare non di certo in montagna. La scarsità d’ossigeno potrebbe, anzi dovrebbe, penalizzare la W10 sul frangente power unit. Il V6 concepito da Andy Cowell e dal suo staff ha mostrato difficoltà al turbo e al raffreddamento in condizioni particolari che si sono manifestate in Austria. Il Red Bull Ring nasce in Stiria, ad un’altitudine di circa 700 metri. Nel nono GP stagionale Hamilton e Bottas si sono dovuti difendere senza aver potuto contare su una quantità di potenza accettabile proprio per evitare problemi di affidabilità. Vero che il team ha lavorato per ridurre questo inconveniente, ma delle criticità restano e potrebbero drammaticamente acuirsi nella terra dei Maya.

Ma il quadro delle tribolazioni non è completo. I 4304 metri riprogettati da Hermann Tilke presentano un lungo rettilineo di partenza che la W10 potrebbe soffrire in maniera particolare rispetto, ad esempio, ad una Ferrari che in stagione ha dimostrato di volare quando la pista si fa dritta. Questa SF90, con ogni probabilità, potrà battere la velocità di punta di oltre 370 km/h detenuto proprio da Bottas. E la grande resistenza all’avanzamento palesata dalla Freccia D’Argento potrebbe rappresentare un ulteriore busillis in una trasferta che si preannuncia molto complicata. La Ferrari è agguerrita – come riferito da Binotto – e la Red Bull intende tornare a fare sul serio per acciuffare una vittoria che manca dal GP di Germania.

Le Mercedes in parata a Monza dopo la vittoria di Hamilton nel 2018

Toto Wolff ha parlato di questi temi sul sito ufficiale della Mercedes facendo un’analisi che parte da quanto accaduto in Giappone per concludersi su una valutazione relativa alle aspettative circa le prossime quattro gare in calendario. “Quando abbiamo iniziato questo viaggio – ha esordito il manager austriaco – nessuno avrebbe mai immaginato che che saremmo stati in grado di raggiungere questo grande obiettivo. Speravamo e sapevamo che di poter vincere delle gare e magari anche un campionato, ma portare a casa sei doppi titoli consecutivi ed abbattere un record che sembrava inscalfibile ci ha dato grande soddisfazione. Questi risultati dimostrano che abbiamo lavorato duramente, con determinazione e passione. Da parte di ogni singolo membro del team. Tutti, a Brixworth e a Brackey ha proseguito Wolff – hanno svolto un lavoro fuori dall’ordinario. Per questo siamo tutti molto fieri di poterci definire per la sesta volta consecutiva campioni del mondo“.

Dopo la parole celebrative, il pragmatico team principal si è subito proiettato all’immediato futuro. Caricando l’ambiente e spronandolo a non cullarsi su proverbiali allori: “Nessuno nella squadra crede che le vittorie siano un diritto acquisito anche per i prossimi tempi. Per questa ragione siamo subito ritornati alla solita routine post gara per preparare il prossimo Gran Premio“. E proprio sull’argomento Wolff “suona” nota dolenti: “Siamo consapevoli del fatto che le restanti gare non saranno semplici per noi. Ci aspettiamo che il GP del Messico sia in assoluto quello più complesso“.

Il discorso arriva quindi al nocciolo della questione, ossia all’incompatibilità della W10 con le peculiarità del circuito di Città del Messico: “L’elevata altitudine della pista presenta alcune sfide piuttosto insolite poiché la bassa densità dell’aria influisce sulla deportanza della monoposto, sul raffreddamento e sulle prestazioni del motore. E’ una combinazione che non si adatta particolarmente alla nostra macchina – ha ammonito l’ex Williamsma daremo tutto per cercare di limitare i danni. Attendiamo con impazienza la battaglia e lo straordinario pubblico messicano che condivide il nostro amore per le corse in un week end di celebrazione per il motorsport“.

Valtteri Bottas e Lewis Hamilton

Una Mercedes, dunque, improntata alla cautela che eviterà, usando una metafora calcistica, di sbilanciarsi oltremodo nella metà campo avversaria. Come tradizione teutonica insegna, i grigi proveranno a fare legna a centrocampo tenendo la linea bassa e punteranno, qualora l’occasione lo consentirà, a partire in contropiede per ferire l’avversario. Che Wolff e Hamilton, come detto, individuano nella Ferrari. Ma attenzione all’outsider silenzioso che potrebbe beffare tutti: la Red Bull. L’anno passato la il team di Milton Keynes fu in grado di monopolizzare l’intera prima fila in qualifica; mentre in gara Verstappen si impose in maniera autoritaria in una doppietta che sfumò a causa di problemi alla power unit del poleman Daniel Ricciardo. Attenzione, ancora, alle possibilità di pioggia che, quando questo articolo è stato chiuso, aumentano sempre di più. E in caso di pista bagnata ogni analisi fatta potrebbe essere ribaltata ed ogni pronostico sovvertito.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Mercedes AMG F1

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Diego Catalano