Formula 1

Wolff parla chiaro: giù le mani da Lewis…

Wolff parla chiaro: giù le mani da Lewis


Evidentemente il tema è confortante o, più probabilmente, sta a cuore ai tifosi che ne parlano – e dunque leggono – con famelica voracità. Naturalmente, quando questo ciarlare riprende piede come in un incendio californiano, bisogna che il pompiere di turno plachi l’ira delle fiamme e riporti tutti sulla via retta. Questo compito, ancora una volta, è spettato a Toto Wolff. Il matrimonio (presunto, auspicato, romanzato, millantato… fate voi) tra Lewis Hamilton e la Ferrari è uno di quei temi che ritornano ciclicamente. Un po’ come la fortunata e avvincente (!?) serie televisiva “La Signora in Giallo” che, da quando ne ho memoria (e oramai ho superato i 40), imperversa nelle tv italiane con cambi di rete così continui da rendere un tipo fedele alla linea l’immarcescibile Clemente Mastella che dei mutamenti di casacca ne ha fatto un marchio di fabbrica in tutta la sua lunga e interminabile carriera politica.

E a nulla sono servite le parole dei protagonisti a mitigare il vociare che, a ondate, cresce, si sopisce e ritorna a montare. Una ciclicità degna di Polibio della quale nessuno si stanca. Un po’ come avviene, appunto, per le rutilanti avventure di Jessica Fletcher. Ormai non conto più il numero delle puntate, sarebbe esercizio che genera frustrazione. In ogni caso la telenovella è cresciuta di un altro capitolo. Dopo il Gran Premio del Messico vinto da un Lewis Hamilton che, sul podio, sembrava più disinvolto e spavaldo di J.R. di Dallas, qualcuno ha avuto la brillante idea di tirare dall’armadio l’annosa questione che da qualche settimana era stata sotterrata sotto centinaia di palline di naftalina. Ma siamo nel periodo del cambio di stagione e qualcuno ha inteso rispolverare quella camicia che da due lustri vuoi regalare alle suore francescane elisabettine ma che ogni anno indossi anche se è infeltrita ed è più demodé di un pantalone a zampa d’elefante.

Lewis Hamilton nell’immaginaria versione ferrarista

Penso che queste voci che spesso avvicinano Hamilton alla Ferrari – ha esordito Toto con l’entusiasmo dell’operaio che torna sulla linea di montaggio dopo tre settimane di vacanze nella Calabria Ionica – siano un po’ esagerate. Lewis ha più volte spiegato quale sarà il suo futuro (leggi qui) e noi siamo molto fedeli ai nostri driver“. Cosa tra l’altro già ribadita nemmeno un mese fa (leggi qui). Wolff, da manager scafato, sa perfettamente che dal 2021 ogni scenario potrebbe concretizzarsi, anche perché i contratti “pesanti” sono in scadenza (Vettel, Hamilton e Bottas): “Dal 2021 molte cose cambieranno, i piloti si guarderanno intorno e valuteranno tutte le opzioni che si presentano”.

I più forti (ed Hamilton è sicuramente tra questi) compareranno le prestazioni delle monoposto e faranno una scelta. Ma ora è prematuro parlarne“. E proprio a tal proposito il team principal lancia segnali chiari alla sua punta di diamante: “Abbiamo iniziato a parlare coi piloti del post 2020. E’ una discussione solo abbozzata, per questo non se ne farà nulla in tempi brevi. La decisione è rinviata al campionato prossimo. Faremo di tutto per convincere Lewis a restare con noi“.

la grande intesa fra Toto Wolff e Lewis Hamilton

Insomma, l’antifona è chiara: “Giù le mani da Lewis!” sembra lasciare intendere Wolff. Ma, visto che questa storia assume sempre più i crismi di una serie televisiva sudamericana a basso costo, il colpo di scena potrebbe essere dietro l’angolo. Al momento il matrimonio tra Hamilton e la Mercedes sembra sicuro come una caveau di una banca svizzera, ma non è detto che in un futuro non troppo remoto non possa intervenire qualche fattore, leggasi corna, che va a spezzare l’idillio. E se la cosa dovesse accadere, statene certi, saremo qua a raccontarvelo. Come in un’ennesima puntata de La Signora in Giallo. Che parta la sigla finale.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Mercedes

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  • Non mi sembra che ne' Ferrari ne' Red Bull siano minimamente interessate, più che altro vista l'età incompatibile con un progetto di lungo termine.

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Diego Catalano