Formula 1

Lewis Hamilton, la sicurezza del campione.

Lewis Hamilton, la sicurezza del campione.


Era solo una formalità ormai, non se ne parlava troppo forse perché ormai abituati a vederlo vincere. Forse perché in fondo in fondo nessuno gliela voleva “tirare”. Il Re nero ha vinto, di nuovo. Meritatamente. E’ il più forte di questa era. Per me che sono cresciuto a pane e Michael Schumacher, vederlo lì, a solo un gradino di distanza, un pochino brucia. 15 anni fa, quando il Kaiser centrò il suo ultimo titolo mondiale (15 anni, Caspita!!!) sembrava di aver assistito al raggiungimento di un record che per molto, moltissimo tempo, non sarebbe stato neanche lontanamente raggiunto. Subito dopo 

Alonso ne centrò due di fila, Vettel quattro. Poi è nata l’era contemporanea e turbo ibrida della massima serie. Ed il minimo comune denominatore è sempre stata la Mercedes vittoriosa nel campionato costruttori e i suoi alfieri in quello piloti. Dodici titoli consecutivi che significano già di per se più di quanto abbia realizzato la Ferrari dell’era Schumy (ed è un gran andare). Il Re nero è ad un tiro di schioppo nel raggiungere il tedesco per numero di vittorie ed ipoteticamente gli manca un anno per raggiungerlo come numero di titoli piloti vinti. Vengono i brividi solo a pensarci: divenire l’essere umano che in assoluto, nella storia di questo sport, ha vinto di più. Ok, non è ancora il momento di parlare di questo, però. Forse tra un anno, non ora.

Lewis Hamilton è sei volte campione del mondo di Formula Uno

Il sesto è servito, dicevamo!

Un pilota supereroe, perché neanche l’aggettivo eroe basta più, per Lewis Hamilton. Seguitemi in questo ragionamento. Quando vedevo Michael correre sotto la pioggia, provavo come una sensazione di tranquillità: sapevo che in quelle condizioni, seppur difficili, il Kaiser era a suo agio. Raramente c’era l’errore. Per me la migliore rappresentazione di un campione completo è questo: essere in grado di trasmettere sicurezza, anche nei momenti più complicati di una competizione. Lewis Hamilton ormai è questo: alla partenza, durante un sorpasso, durante un doppiaggio. Trasmette tranquillità, sai che di lui ti puoi fidare. Giusto per rimanere nel recente: i primi 700 metri di Messico, con la gestione della chiusa operata da Vettel. Le due successive curve, con la gestione dell’attacco all’arma bianca operato da Verstappen. La rimonta, la vittoria. Oppure il modo intelligente in cui, a Singapore 2018, riuscì a uscire fuori da una empasse creatasi con alcuni doppiati in duello e con il solito Verstappen che recuperava rapace alle sue spalle. O poco prima, ancora: Germania 2018, con la rimonta dalle retrovie fino alla vittoria nonostante la pioggia, con Sebastian che bloccava le gomme ed alla fine andò ad insabbiarsi. 

E poi il personaggio che è Lewis Hamilton fuori dalle piste: capace di essere diverso da tutti i campioni che con lui dividono oggi le piste di mezzo mondo e con tutti quelli del passato. Tra 50 anni l’inglese sarà ricordato come noi oggi ricordiamo i piloti di 50 anni fa che correvano con il cravattino ed i guanti in pelle: uno stile unico. Un pilota mediatico, di cui sarebbe fiero Bernie Ecclestone: sempre in prima fila sui jet set più importanti del mondo, ma ugualmente grande professionista nel suo mestiere (quello principale). Il pilota di Stevenage dai mille impegni non lascia mai che la cura del suo corpo e la sua prestazione in pista arrivino dopo qualcos’altro. Segue lo stesso ragionamento addirittura nei confronti dell’idea di famiglia: a 34 anni suonati, vive ancora come un 20enne, nel bene e nel male. Immenso Lewis, ode a te. Fortissimo Hamilton, ma ancora non il più forte.

Lewis Hamilton con gli amatissimi Roscoe e Coco

Potrà diventarlo, il più forte?

Quando i campioni del passato vincevano per più di qualche anno di fila, ecco che Bernie calava le sue scure: stravolgeva i regolamenti, alle volte anche a campionato in corso, per rimescolare le carte. Successe con la Ferrari nel 2005, ammazzata dall’impossibilità di sostituire i pneumatici durante la gara e dal divieto dei test. Un fattore, quest’ultimo, sul quale la Scuderia aveva investito tantissimo nell’era Todt affidando al formidabile Ing. Mazzola la gestione della micidiale squadra test. Di esempi ve ne sono molti altri nell’era recente. Ma questo ormai non succede più, o almeno non in modo chiaro ed evidente come in passato.

Ma la F1 è pronta a rivoluzionarsi. Unitamente al rinnovo del patto della concordia atteso per il 2020, la stagione 2021 vedrà allo spegnersi delle prime luci rosse delle monoposto radicalmente diverse rispetto al presente. Durante il weekend di Austin ne abbiamo avuto un importante assaggio: un passo più corto, enormi cerchi da 18” a reggere pneumatici con spalla ridotta, forme molto più curvilinee ed una aerodinamica (in particolare le ali ed il fondo) studiati per convogliare il maggior flusso possibile verso il retro dell’auto piuttosto che sopra l’alettone posteriore. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è il cardine della nuova riforma tecnica. L’obiettivo è quello di annullare gli effetti aerodinamici negativi che le attuali monoposto provocano sull’auto che insegue e ridurre quindi il più possibile la perdita di carico che chi si ritrova dietro è costretto a subire. A tutto vantaggio di un maggior spettacolo in pista e di duelli più duraturi ed avvincenti.

La nuova vettura di Formula Uno per la stagione 2021

E l’ardore ancora vivo di Lewis Hamilton sta nella voglia di essere un pioniere di questa nuova era (nel 2021 il pilota inglese avrà 36 anni) e voler lottare il più possibile contro i suoi eredi naturali ed annunciati: Charles Leclerc e Max Verstappen. Lo ha dichiarato proprio lui appena dopo la presentazione del nuovo regolamento tecnico, rispondendo alle domande dei giornalisti su come si vede nel futuro. Sembra quasi che tutto il mondo del tifo sia pronto a girare pagina: tutti tranne Lewis Hamilton, che vuole rimanere il punto di riferimento ancora a lungo.

Autore: Federico Vicalvi

Foto: F1Mercedes

Condividi
Pubblicato da
Federico Vicalvi