Red Bull utilizza l’effetto Outwash con Verstappen
Brasile. Penultimo round del mondiale 2019. L’autodromo Josè Carlos Pace impone, alle monoposto di Formula Uno, una configurazione aerodinamica da medio – medio alto carico. Pertanto, a seconda della spinta verticale che il corpo vettura riesce a generare, la scelta aerodinamica prenderà un direzione piuttosto che un’altra. Il corretto bilanciamento dell’auto dovrà quindi essere in grado di generare, allo stesso tempo, carico e velocità punta.
Dando un’occhiata al terzo settore del tracciato brasiliano, salta alla vista la lunga accelerazione in salita in uscita dalla famosa curva Juncao. In questo punto la potenza della power unit è fondamentale per godere della necessaria spinta in questa importante fase di accelerazione. Parallelamente, beneficiare di una monoposto aerodinamicamente parlando efficiente, poter disporre di un coefficiente di penetrazione alto.
Ma come si può generare tanta downforce ed allo stesso tempo diminuire il drag?
Partiamo da un punto fermo. In Formula uno, nell’analisi dei fluidi di una vettura, si deve necessariamente possedere un quadro generale della situazione. Un singolo componente lavora in realtà in correlazione con molte altre parti dell’auto trovando l’equilibrio aerodinamico. Detto questo, tenendo a mente le diverse zone guidate di Interlagos, bisogna saper “sacrificare” qualcosa per ottenere un risultato. A DRS chiuso, che in Brasile significa un delta di 15 km/h sulla linea del traguardo, la sola potenza del motore non può garantire le massime velocità sul lungo rettilineo.
Durante la stagione ne abbiamo parlato molte volte. Ferrari a parte, altre vetture hanno abbracciato la filosofia studiata dalla Rossa. Il cosi detto effetto Outwash, una delle basi del progetto della SF90, garantisce all’auto che lo utilizza una coefficiente di penetrazione aero più alto. Tutto ciò avviene grazie alla costruzione di un’ala anteriore con un basso grado angolare nella zona esterna dei flap. In questa maniera il flusso d’aria viene spinto esternamente agli pneumatici utilizzando quindi l’effetto di cui sopra. La filosofia della Red Bull è sempre risultata opposta, cercando di enfatizzare l’effetto Upwash stile Mercedes generando, nella zona in esame, carico. La penetrazione aerodinamica diventa molto importante soprattutto su tracciati dove sono presenti rettilinei importanti.
Grazie al confronto dell’amico @LuisFeF1, possiamo notare come la Red Bull abbia montato, sulla vettura numero 33 di Max Verstappen, una nuova versione di ala anteriore con filosofia Outwash. La Red Bull era l’unica monoposto che mancava all’appello visto che, tutte le vetture, nel corso di questo 2019 sono andate ad utilizzare delle ali anteriori con la zona esterna “scarica”-
Con questa mossa, i tecnici di Milton Keynes, stanno cercando di spostare un maggior flusso d’aria nella zona esterna degli pneumatici anteriori per ottenere una diminuzione della resistenza all’avanzamento. Minor drag che aiuta i due piloti a competere sul dritto con vetture dotate di Power Unit più potenti rispetto alla Honda.
C’è poi da aggiungere una cosa. Osservando l’immagine seguente, possiamo notare come nella parte interna dei flap dell’ala anteriore, l’incidenza è stata incrementata sensibilmente per compensare la perdita di carico che si è avuta andando a scaricare la zona esterna.
A quanto pare, osservando i tempi e soprattutto il passo gara della RB15 dell’olandese, la configurazione aerodinamica scelta dal team austriaco sembra, ad ora, funzionare.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageizf1
Foto: Luis – Jose Rubio – Arcari Alessandro