Il prossimo campionato del mondo di Formula Uno si avvicina a grandi passi. Sono giorni frenetici per le squadre che stanno completando il lavoro sulle monoposto 2020 che inizieremo a vedere ad inizio febbraio. Ieri, ad esempio, Valtteri Bottas era a Brackley per provare il sediolino della Mercedes W11 (questo dovrebbe essere il nome della vettura progettata dall’equipe diretta da James Allison). La Ferrari, giovedì, ha annunciato che la nuova creatura, di cui non è ancora dato sapere l’appellativo, sarà svelata l’undici febbraio. Il mese più corto dell’anno sarà ricco di impegni per Maranello che, oltre alla sei giorni di test collettivi a Barcellona, dovrà affrontare le prove con gli pneumatici Pirelli 2021.
Le nuove gomme da 18” sono già state testate dalla Renault, dalla McLaren (leggi qui) e, pochi giorni fa, dalla Mercedes che ha messo alla frusta, sul circuito di Yas Marina, con George Russell al volante, il nuovo prodotto del gommista italo-sinico. Bocche serrate da parte dei protagonisti che hanno analizzato dati e sensazioni di guida con i propri ingegneri e con i tecnici della “P Lunga“. La Rossa si aggiungerà alle tre suddette squadre l’otto febbraio quando, a Jerez de la Frontera, potrà inanellare una sufficiente mole di tornate per prendere confidenza con una tipologia di gomme-cerchio del tutto inedita che, naturalmente, modificherà decisamente il comportamento della monoposto con relativi assetti.
La domanda che immediatamente viene da porsi è se il test verrà effettuato con la nascente creatura di Maranello. La risposta è negativa. Nonostante le prove siano programmate appena tre giorni prima che la nuova monoposto toglierà i veli, sarà una Ferrari SF90 ad affrontare i due giorni di verifiche sul tracciato che sorge nel sud della Spagna. Questo per una questione regolamentare. Onde evitare vantaggi – e annesse polemiche che in questo sport non mancano mai – la FIA ha stabilito che Pirelli può fare un massimo di 25 giornate di test con le gomme 2021 da dividersi tra tutte le scuderie che ne fanno richiesta. In relazione al 2020, si possono eseguire test dal 1° febbraio a 6 dicembre. Se le prove vengono effettuate prima che parta la stagione (il primo GP sarà in Australia, il 15 marzo, nda) vi è l’obbligo dell’utilizzo della monoposto dell’anno precedente o di quello prima.. Ecco perchè, verosimilmente, vedremo una SF90 calcare l’asfalto di Jerez.
Ma i vincoli non terminano qua: i team che provano le gomme per il 2021 devono attenersi alla sola raccolta dati. Quindi coperture e cerchi devono essere gli unici e soli protagonisti dell’attività in pista. Le vettura coinvolte nei test, in parole semplici, non potranno usare componenti che saranno poi travasate sulle monoposto della nuova generazione che dovranno ottemperare al nuovo corpus normativo (leggi qua).
Una sessione di prove che può dirsi decisiva. E lo è soprattutto perchè la Formula Uno che hanno in testa Liberty Media e la FIA tende sempre di più a limitare l’uso della pista. I simulatori stanno prendendo costantemente ed inesorabilmente il sopravvento a scapito dei test veri e propri. Ma saggiare l’asfalto continua a fare la differenza. E in quest’ottica i giorni di test sono preziosi, non solo nell’aiutare Pirelli a sviluppare il prodotto, ma anche per capire il comportamento delle gomme in modo da travasare le competenze acquisite nello sviluppo delle nuove vetture. Nel 2021 saremo all’alba di una nuova era per la massima formula: capire bene le gomme – e magari prima della concorrenza – potrebbe dare alla Rossa un vantaggio difficilmente colmabile, in tempi concisi, dai rivali.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Pirelli, McLaren, Ferrari
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Le regole sono uguali per tutti o per nessuno Ferrari compresa.i controlli vanno fatti a tutti Ferrari compresa
Chi ha commentato prima di me ha ragione,regole e controlli per tutti,anche per gli avversari della FERRARI....
Salut❤⚙????☠️????