Tu chiamale se vuoi, emozioni
Flashback 2019. Ferrari ha vinto con il bravissimo Tonizza la Esport series. Per chi non la conoscesse, è il campionato virtuale di simulazione ufficiale della F1. La cosa fa sorridere, non perché non sia meritevole di lode, ma perché suona quasi come una chiosa ironica a questa stagione in chiaro scuro. Comunque, è sempre meglio vincere qualcosa, anche se virtuale. In realtà il mio articolo non va a caccia di spiegazioni tecniche su quello che poteva essere ma non è successo. L’ho scritto già nei mesi scorsi. La SF90 con tutti i suoi difetti congeniti aveva il potenziale per vincere le 3 gare più altre 4. Senza strafare 7 forse 8 gran premi su 21. Un terzo. Non sarebbe stato comunque sufficiente per lottare seriamente. Ma sarebbe stato, almeno, diverso, per un bel po’…
Se guardiamo al 2019 in maniera emozionale, dopo i test, a Melbourne c’è stata subito la doccia fredda mitigata solo dalla sensazione concreta di un motore in ‘safe mode’ per non rompere. Il Bahrein, che tutti ricordiamo, ha risvegliato la passione e la voglia di crederci. Nelle mani del ragazzino una delusione piuttosto violenta, dura da digerire, che è stata anche un po’ la nostra. Soprattutto perché, ai più Charles faceva ancora un certa tenerezza, prima di conoscere meglio in pista la sua “durezza”. Ci sono stati molti weekend in cui si poteva fare meglio, tanto meglio. Pochi in cui si poteva fare peggio a parte SPA, in cui tutto è stato perfetto, anche il gioco di squadra di Vettel su Hamilton. Per il resto poca o nessuna fortuna, errori diffusi, una grande fragilità generale.
Ma se, come nel virtuale, potessimo usare il flashback?
Solo per una volta. Proviamo a capire chi lo farebbe e dove! Tenendo presente che non si può fare per l’affidabilità. Credo che Charles sarebbe fortemente indeciso tra la qualifica di Baku e la gara in Germania. Optando probabilmente per la prima. Sebastian Vettel invece, ne sono certo, tornerebbe alla staccata della Ascari anche se evitare lo spin in Bahrein poteva regalargli una vittoria. Chissà, avrebbe potuto addolcire la sua “predisposizione” verso la SF90. Se lo chiedessimo ai tifosi, di flashback azionati perderemmo il conto. Certamente “Brasile is the new Singapore”.
Di certo, il finale in calo ammoscia le convinzioni e le emozioni ma a Monza non si vinceva dal 2010. E da anni e anni non si facevano pole così frequenti. Quest’anno Ferrari l’ha fatto. Qualcosa di diverso, emozionale, è pur successo. Monza negli anni ibridi, e non solo, è stato il simbolo di quanto, altri, abbiano asfaltato le rosse. Parate ogni anno. Quest’anno, però, Leclerc ha battuto Hamilton prima a Spa e poi, con tutta la pressione del caso, in Italia. Il tappeto rosso in festa sul rettilineo. Per questo motivo la cosa migliore secondo me è ripartire da lì.
Come scrisse Mogol:
“Capire tu non puoi,
tu chiamale se vuoi, emozioni…”
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat