Formula 1

Vettel si racconta tra emotività e passione

Vettel si racconta tra emotività e passione


Vettel, al contrario di Babbo Natale, sparisce a dicembre. Entrambi vestiti di rosso, entrambi alla guida di un mezzo magico, nato per volare. Renne o cavalli a trainarli, sulle ali della fantasia o della velocità. Il clima natalizio investe le nostre città, le adorna di luci sfavillanti. Si dimenticano le ombre lunghe che hanno accompagnato il nostro anno. In questo periodo Sebastian, un po’ elfo e un po’ folletto, ritorna nella sua dimensione fatta di pausa e di famiglia. Si allontana dal mondo alla stregua di una creatura mitologica, ma ci saluta lasciando trasparire qualcosa di sé, grazie a un’ intervista spontanea e intima per la testata svizzera Blick.

Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari

Una lunga chiacchierata per toccare molteplici argomenti, opinioni sulle tematiche calde del momento, dall’ambiente allo stile di vita vegano, dalla frenesia dei tempi moderni all’introspezione. Vettel risponde ad ogni domanda in modo mai banale, facendo trasparire l’unicità che lo contraddistingue. Non si tira indietro neppure di fronte alle questioni più scomode, come un giudizio riguardo alla stagione passata, fatta di alti e bassi. Con sincerità Sebastian ammette:

Di certo non è stato l’anno che tutti speravamo. Abbiamo dovuto sopportare parecchie cose nel corso della prima metà della stagione, ma abbiamo cercato di imparare molto da questo. Ho perso alcune opportunità nella seconda parte del campionato. Certo, verso la fine il rendimento è stato più costante, ma fondamentalmente non è stata la stagione che volevamo. Se manca il ritmo di solito ci sono altre cose che si mettono di traverso lungo la strada. Ciò però non basta per metterti fuori combattimento dopo tanti anni.”

Sebastian Vettel, scuderia Ferrari

L’analisi è molto realistica e calzante. L’argomento delle difficoltà riscontrate in questo anno gramo non può che richiamare riferimenti al progetto Ferrari e all’insistenza delle voci del presunto ritiro. Ipotesi rigettata da Vettel, che si esprime in toni neutri, ribadendo un concetto a lui molto caro: non esiste il pensiero fisso del ritiro. Si tratta di un’ipotesi da prendere in considerazione dopo tanti anni, ma come un’eventualità, come una tra le tante alternative che la vita offre.

Dopo più di dodici anni sicuramente sei portato a pensare a ciò che arriverà dopo. Non è bello trascorrere la vita senza un piano. Tuttavia nessuno sa se davvero questo sia il piano. Fintanto che riesco a essere competitivo, e so di poterlo fare, l’età non rappresenta un problema. Sono stati cinque anni di esperienza con una grande squadra. Sono grato per questo. Nonostante ciò spero non ci vogliano ancora altri cinque anni per raggiungere il successo sperato. Non voglio esprimermi in merito a un futuro troppo lontano. Ma al momento l’obiettivo della Ferrari è chiaro: il titolo mondiale. E non ci siamo ancora.”

Gratitudine e speranza. Vettel non abbandona il sogno mondiale tenendo fede a quella che ha sempre dichiarato essere la sua missione: riportare il titolo a Maranello. Il 2019 è stata una stagione amara, iniziata con il piede sbagliato. E ben presto è arrivata la consapevolezza che non potesse trattarsi dell’anno giusto, per via dell’enorme divario venutosi a creare fin da subito nei confronti della Mercedes, un divario praticamente impossibile da colmare. Ma anche per via di alcune prestazioni un po’ sottotono dello stesso Sebastian, che ammette con onestà:

La mia stagione non è stata perfetta. Le piccole cose fanno la differenza e alla fine mancano i punti che avrebbero dovuto essere stati segnati. Naturalmente non posso essere soddisfatto e devo chiaramente migliorare. La vita contro Charles non sarà certamente più facile nel 2020. E bisognerà anche fare i conti con la nuova generazione emergente. Non solo Charles e max, ma anche Esteban, Lando, Alex, George, Pierre. Io quest’anno non sono stato abbastanza bravo da meritare un voto alto, tipo 9 o 10. Ma un 5 sarebbe troppo pesante. Così direi 6 o 7. Anche se bisogna andare cauti con dichiarazioni del genere, poiché potrebbero venirti rinfacciate.

Charles Leclerc e Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari

In effetti, mai come in questa stagione Sebastian è stato oggetto di pesanti critiche da parte di ex piloti e addetti ai lavori che non hanno dimostrato particolare indulgenza nei confronti del quattro volte campione tedesco. Vettel non condanna i loro giudizi in quanto sostiene che “ognuno di noi ha un’opinione che può essere accettata in un certo senso. Ma non è sano giudicare immediatamente senza conoscere il background.”

Una vettura difficile da capire e da mettere a punto, che mal si adattava al suo stile di guida. Poca stabilità al posteriore e perdita di velocità nelle curve di bassa e media percorrenza. Questi i mali cronici della SF90, che certamente non potevano essere compensati dalla rapidità in rettilineo. Una monoposto che Vettel ha particolarmente sofferto, offrendo però importanti indicazioni in vista del nuovo progetto.

Sebastian Vettel esulta dopo il secondo posto conquistato a Suzuka

Non solo considerazioni tecniche o valutazioni prestazionali. C’è spazio anche per un tuffo nella parte più vera di Seb, che rappresenta allo stesso tempo il suo punto di forza e il suo tallone d’Achille: l’emotività. Vettel è una persona genuina, per la quale è facile provare una sorta di empatia immediata. La passione per ciò che ama traspare da ogni suo sguardo e da ogni suo gesto. Nessuna sorta di compiacimento o di forzatura in un ragazzo che si mostra sempre per ciò che è, nel bene e nel male, offrendo eccessi e capolavori.

Non penso che sia realmente uno svantaggio [il lato emotivo del mio carattere, n.d.r]. Ognuno di noi è come è. E il fatto che di tanto in tanto risulti troppo emotivo fa parte di ciò che sono. Amo questo sport e sono certo che una buona porzione di passione sia necessaria anche all’interno dell’abitacolo. Qualche volta probabilmente essere un po’ meno emotivo mi aiuterebbe. Ma questo toglierebbe anche l’ebbrezza della guida e il divertimento che ne consegue.”

Errori e conquiste. Sebastian è lo stesso pilota capace di strappare una pole clamorosa a Suzuka, per poi vanificarla con una piccola svista in partenza. Il pilota che a Monza si gira, singhiozza, affonda e a Singapore dimostra lucidità, precisione, eccellenza. L’uomo con una mano sul cuore, occhi brillanti e lacrime di gioia. Il contestatore che protesta scambiando i cartelli dopo l’onta canadese. Perché Vettel in fondo non è perfezione, ma soltanto pura emozione.

Autore: Veronica Vesco

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