Doveva essere l’anno della Ferrari, è stato quello della Mercedes. Dopo l’ultimo giorno di test invernali di febbraio-marzo non c’era addetto ai lavori che non preventivava un assolo rosso nella stagione che ieri ha messo in scena l’ultimo atto. La storia ha narrato altro. Superfluo sarebbe ripercorrere puntualmente il film di questo 2019, basta semplicemente evidenziare qualche numero. La W10 ha portato a Brackley 15 vittorie (11 per Hamilton, 4 per Bottas), 32 podi totali, 739 punti nel Costruttori. Dati che migliorano il 2018 in cui Hamilton aveva agguantato il record di 408 punti (battuto ieri con 413 lunghezze totali) con 11 vittorie a fronte dello zero ottenuto dal compagno finlandese che, da quinto in classifica nel campionato scorso, chiude nel 2019 alle spalle del sei volte campione del mondo. Un mondiale iniziato con cinque doppiette consecutive e con otto vittorie nelle prime otto gare che, apparentemente, si era complicato subito dopo la pausa estiva per poi chiudersi con un acuto nella gara finale che ha spaventato la concorrenza letteralmente annichilita dal Grand Chelem di Hamilton (sesto in carriera) e dalla rimonta perentoria di Bottas che, partito ultimo, ha mancato il podio per meno di un secondo e forse a causa di un DRS rimasto inattivo per troppi giri. E proprio questo fatto ha dato la cifra della forza della Freccia d’Argento tra i cordoli di Yas Marina.
Un mondiale entusiasmante per Mercedes nel quale non sono mancati i momenti difficili, dalla scomparsa del presidente onorario Niki Lauda alla definizione delle nuove regole 2021, una partita nella quale la Stella a Tre Punte è parsa addirittura vittima sacrificale. Per finire alla stipula del nuovo patto della Concordia che a Stoccarda proprio non va giù. Oltre a questi elementi di difficile gestione, Mercedes ha dovuto affrontare e calmierare quelle indiscrezioni che volevano il team fuori dalla Formula Uno addirittura dal 2021. Per non dire del chiacchiericcio relativo ad un passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari che per qualcuno è addirittura un imminente atto da formalizzare.
Di tutto questo – e di altro – ha parlato Toto Wolff dopo la fine del Gran Premio di Abu Dhabi ai microfoni di Motorsport. Il primo tema chiave toccato dal manager austriaco è quello relativo al presunto disimpegno della Mercedes: “Sono il responsabile della scuderia ma sono il primo a riconoscere che l’industria dell’auto sta cambiando. Ogni attività di una casa automobilistica deve pertanto essere esaminata. La F1 è nel DNA della Mercedes. La prima auto prodotta da noi era una vettura per lo sport. Il nostro obiettivo è restare in Formula Uno molto a lungo, ma per farlo dobbiamo ridurre l’impegno economico di Daimler“. Parole importanti che confermano che a Stoccarda sono in corso della decise sforbiciate sulla spesa ma che, contestualmente, vogliono che il programma F1 resti operativo specie perchè, come ammesso dall’amministratore delegato di Daimler AG Ola Kallenius, la F1 è capace di produrre introiti che superano il miliardo di euro a fronte di una spesa pari allo zero, visto che il team si autofinanzia. Questa pare dunque essere le strada maestra: una squadra che vive di fondi propri che non intaccano il bilancio dell’azienda madre.
Dopo aver toccato un tema di vitale importanza come quello della permanenza nel motorsport (ricordiamo che Mercedes fornirà le power unit, dal 2021, a tre team oltre a quello ufficiale), Wolff affronta con risolutezza l’argomento Hamilton che molti vorrebbero ormai sposo della Ferrari (leggi qui): “Mi espongo: Hamilton resta con noi al 75%. Do questo numero perchè cerco di avere una visione razionale delle cose. Tutto va in direzione del rinnovo con reciproca soddisfazione, ma devo riconoscere che esiste una probabilità del 25% che non possiamo controllare. Razionalmente tutto porta al rinnovo, ma non posso controllare l’eventuale voglia del pilota di provare nuove sfide. Per ora non c’è una data fissata per un incontro. Tra gennaio e febbraio, quando l’attività riprenderà, definirò un programma in base al quale decideremo quando incontrarci“.
L’argomento Hamilton, come immaginabile, tiene banco e non si esaurisce immediatamente visto che coinvolge direttamente la Ferrari. Wolff ammette candidamente che ha parlato col suo pilota dell’opzione Maranello: “Abbiamo apertamente parlato del Cavallino Rampante e di cosa questo marchio rappresenti. Ma resto convinto della mia idea: finchè saremo in grado di fornire una macchina veloce e un motore potente saremo capaci di scegliere chi guida per noi. E in questo momento – ha sottolineato con forza l’ex Williams – Lewis è la priorità. Vogliamo continuate a vincere insieme a lui“.
Wolff, quindi, certifica che il rapporto tra la Mercedes e Hamilton è solido nonostante si continui a ritenere che il britannico possa percorrere la strada che porta a Modena. L’austriaco specifica anche la politica del team che è quella di non dare ordini di squadra ai due piloti che possono essere liberi di correre: “Siamo neutrali nei confronti dei nostri driver che possono contare sullo stesso materiale. Spero che Valtteri possa fare un grande stagione, così come mi auguro che Lewis possa battere il record di Schumacher“. Hamilton che, quindi, ritorna costantemente nei pensieri del team principal che aggiunge: “Siamo arrivati in Mercedes insieme, nel 2013. In questi sette anni la nostra fiducia reciproca è cresciuta. Normale che ora ognuno di noi vuole sapere cosa farà l’altro in futuro“.
La chiosa arriva su un’ipotetica possibilità che Toto Wolff approdi egli stesso a Maranello. Uno scenario davvero molto fantasioso, una provocazione di cui il manager parla senza sottrarsi: “Ferrari è un marchio fantastico, ma in Mercedes sto bene. La fiducia che mi hanno dato sette anni fa merita di essere onorata, sempre. Daimler mi ha concesso la possibilità di acquistare un pacchetto azionario del team (il 30%, nda) e non è una cosa da poco. Sono aspetti importati questi, che determinano la qualità della vita e del lavoro. Finchè Daimler mi darà la possibilità di continuare a gestire la squadra in maniera imprenditoriale – e non ho dubbi che succederà – sarà un piacere restare qua“.
Un Toto Wolff a tutto campo che, nel suo solito stile adamantino, chiarisce senza retorica – nè paraventandosi dietro frasi di circostanza – alcuni temi molto discussi in questa seconda parte di stagione. Naturalmente non mette un punto ad ogni argomento dibattuto, ma dà un’indicazione di massima che può essere utile a comprendere quelle che sono le intenzioni della Stella. Un disimpegno – anche “morbido” (leggi qua) – pare del tutto escluso. Stoccarda vuole proseguire a presenziare nella categoria regina e, possibilmente, vuole farlo continuando a vincere. Ancora, sull’affaire Hamilton, manifesta una visione molto chiara: il team lo vuole con tutte le forze. Da qui le alte probabilità di permanenza del sei volte campione del mondo che, comunque, potrebbe far valere quel 25% rappresentato soprattutto dall’attrazione magnetica che la Rossa potrebbe emanare sul britannico. La partita, in questo caso, è ancora aperta e non si chiuderà, verosimilmente, prima della prossima estate.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1