Imparare dai propri errori. E’ questo il proposito che la Pirelli intende perseguire nel futuro prossimo per evitare fastidiosi sprechi temporali e inutili dispersioni di risorse finanziarie. Ricordiamo che le gomme che saranno utilizzate nel mondiale che avrà inizio a metà marzo saranno quelle che hanno solcato le piste nel campionato 2019. Questa scelta è arrivata a seguito di un processo decisionale travagliato e dopo che i team hanno potuto testare quello che doveva essere il prodotto 2020 – poi accantonato – in due sessioni di test. La prima si era tenuta, in maniera abbastanza inusuale, durante le prime libere del Gran Premio degli Stati Uniti, quando un bizzoso meteo aveva proposto temperature medie non troppo lontane dallo zero. Una situazione atipica e sfavorevole per monoposto che necessitano di range climatici ben definiti; una condizione nella quale le vetture non riuscivano a mandare nella giusta finestra di utilizzo pneumatici che evidentemente non “lavorano” a pochi gradi centigradi. Alla prima sessione, dalle risultanze quasi inutili, ne è seguita una seconda, più canonica, svoltasi ad Abu Dhabi, dopo l’ultimo appuntamento iridato.
In quella sede i team hanno potuto incamerare – e susseguentemente elaborare – dati più attendibili in virtù di condizioni dell’asfalto definibili ottimali. Ebbene, questo decisivo test ha convinto le scuderie a non perseguire sulla strada imposta dalla “P Lunga“. Con un’unanimità sorprendente, le dieci squadre hanno chiesto – e ottenuto – che il costruttore italo-sinico tornasse a fornire gomme già note, capite nel funzionamento. Prevedibili, in una parola. Nell’ultimo anno di stabilità regolamentare che precederà il massiccio stravolgimento tecnico del 2021, gli ingegneri hanno preferito operare su un terreno noto, eliminando un’ulteriore variabile che avrebbe comportato sicuramente accessorie spese derivanti dal necessario processo di apprendimento delle nuove coperture.
Naturalmente il lavoro svolto dalla Pirelli in chiave 2020 è stato del tutto perduto, anche perchè tra due anni gli pneumatici ora in uso saranno accantonati per aprire l’era dei cerchi da 18 pollici. Ovviamente il colosso industriale con sede a Milano ha necessità di ottimizzare costi e procedure e, pertanto, ha fatto sapere che ulteriori test “intra-gp” di un prodotto nuovo saranno banditi.
E’ Mario Isola a spiegare con la solita chiarezza questa necessità in un’intervista al portale britannico Autosport: “Se avessimo bisogno di testare nuove mescole usando la stessa carcassa allora potremmo farlo durate un week end di gara perchè, avendo la medesima costruzione della struttura della gomma, proveremmo qualcosa che non influisce in modo pesante sull’equilibrio della macchina e su altri parametri annessi. Se, di converso, dobbiamo testare uno pneumatico totalmente nuovo (come successo ad Austin, nda) non è corretto farlo durante le libere di un Gran Premio“.
C’è una motivazione logica alla base di questo ragionamento e riguarda il differente approccio che una squadra ha al week end di gara piuttosto che al test specifico in cui sono protagoniste eventuali gomme di tipologia inedita. “Il motivo per il quale non è un bene pianificare delle prove durante un Gran Premio – ha spiegato il numero uno della attività sportive di Pirelli Motorsport – è che un team ragiona sulla gara. Spesso porta dei pezzi nuovi proprio per quell’appuntamento e questo comporta un’ulteriore variabile. La continua evoluzione che le vetture fanno di gara in gara non ci permette di avere una base sulla quale parametrare il lavoro. Le scuderie, quindi, dovrebbero trovare un compromesso tra le necessità di testare pezzi nuovi o assetti e le prove di gomme di futura concezione. In queste condizioni, quindi, è difficile che ne possa uscir fuori un test adeguato. Per tale ragione preferiamo avere delle prove slegate dalle gare in cui i team possano concentrarsi solo sul nuovo prodotto che può essere valutato in ogni condizione: con più o meno carico, a pressioni differenti, simulando passi gara o tentando un giro lanciato“.
Dalle parole di Mario Isola si evince che l’approccio ai test delle nuove gomme muterà finché la Pirelli sarà il fornitore unico della Formula Uno. Una notizia da accogliere positivamente poiché la nuova prassi evita fastidiose distrazioni per piloti ed ingegneri nei week end di gara. In un’era sportiva in cui le prove sono sempre più centellinate, è giusto che si prevedano sessioni dedicate allo sviluppo degli pneumatici senza sottrarre tempo prezioso alla preparazione delle qualifiche piuttosto che dell’avvenimento domenicale. Perchè già troppo spesso le scuderie sono impegnate, soprattutto al venerdì, ad ottimizzare le soluzioni studiate in galleria del vento o ai simulatori verificando la conformità dei dati emersi in fabbrica. Le prove di Austin, dunque, non vanno considerate un esperimento infruttuoso, ma una tappa su un percorso che porta determinate procedure ad essere meglio definite.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, Pirelli.