Un anonimo venerdì di fine gennaio si è trasformato in un giorno da segnare col circoletto rosso. Almeno per il mondo Mercedes che vede allontanarsi tutte le indiscrezioni, provate e non, che si erano furiosamente susseguite durante la pausa invernale. Tre eventi apparentemente slegati tra loro che vanno finalmente a schiarire il futuro prossimo della Stella a Tre Punte che dimostra di essere tutt’altro che persuasa dal rivedere i suoi piani operativi rispetto alla Formula Uno. Ma andiamo per ordine.
Due giorni fa alcune voci impazzite parlavano di una riunione imminente dalla quale sarebbero scaturiti i destini della Mercedes. Ola Kallenius, grande boss di Daimler AG, avrebbe convocato gli stati generali per il 12 febbraio per poi attuare provvedimenti clamorosi. Notizia che abbiamo riportato per dovere di cronaca (leggi qua) ma che, evidentemente, non superava l’esame della logica. Pronta è stata la smentita dell’amministratore svedese che non solo ha spento sul nascere le illazioni definendole “infondate chiacchiere da corridoio“, ma ha anche dichiarato che il programma F1 è confermato ed è più forte che mai. Prima spallata al muro di parole che era stato costruito in questi mesi e che dava il colosso tedesco pronto a salutare la truppa accomodandosi nella più comoda posizione di semplice produttore e fornitore di motori.
Il secondo elemento che rasserena l’orizzonte anglo-tedesco deriva da alcune parole rilasciate da Toto Wolff che allontana l’idea di vederlo a Maranello insieme a Lewis Hamilton dal 2021. Una boutade che, nonostante apparisse clamorosamente enorme, ha convinto i più che ci fossero concrete fondamenta. “Dopo otto anni consecutivi in Mercedes – ha riferito il manager austriaco spezzando l’architrave dei teorici del disimpegno – le relazioni che si sono stabilite in seno al team rappresentano solide motivazioni per andare avanti. Se mi sarà ancora concessa la possibilità di continuare a guidare l’equipe come ho fatto sinora, ossia in maniera imprenditoriale, resterò senza ombra di dubbio“.
E questa possibilità di gestione imprenditoriale non verrà meno dai vertici aziendali perché ha portato risultati importantissimi che hanno garantito ritorni d’immagine e commerciali di altissimo profilo. Una libertà d’azione concessa a Wolff che sottolinea quest’aspetto ai microfoni di Motorsport: “Magari, come successo l’anno scorso in Brasile, accadrà che salterò qualche Gran Premio. Anche se è stato strano mancare ad Interlagos, mi sono rilassato parecchio. Il mio psicologo – ha aggiunto sardonicamente – mi ha detto che restare a casa mentre gli altri lavoravano ha raddoppiato i benefici“.
C’è, infine, un terzo accadimento apparentemente slegato all’orbita Mercedes che però conferma l’impegno della Stella a Tre Punte in Formula Uno. Aston Martin e Lawrence Stroll sono i nomi chiave. Mi spiego, un attimo di pazienza. Tutto parte da una vulgata molto diffusa secondo cui il magnate canadese a capo della cordata che ha rilevano la Force India rinominandola Racing Point avrebbe acquisito l’agonizzante Aston Martin per poi lanciarsi alla conquista di Mercedes AMG F1. La prima cosa è effettivamente accaduta: è di stamattina il comunicato ufficiale che sancisce un cospicuo passaggio di quote azionarie del glorioso marchio britannico nella sfera Stroll. Manca, “piccolo” dettaglio, l’avverarsi del resto della profezia.
A margine della comunicazione della positiva chiusura della trattativa, si è saputo che dall’anno venturo la Racing Point sarà ribattezzata col nome della storica casa automobilistica fondata in terra d’Albione nel 1913. Ancora, con un’altra nota formale, la Red Bull ha fatto sapere che a fine 2020 terminerà la partnership commerciale con la Aston Martin. Cosa che accadrà in virtù del suddetto passaggio azionario. L’idea del realizzarsi di un fantomatico progetto che vedeva Stroll e Wolff “complici” nel produrre una sorta di “OPA” alla Mercedes è pertanto miseramente fallita. Con tanto di certificazioni protocollate delle varie parti in causa e non.
Una lunga stagione di elucubrazioni spesso fantasiose si quindi è definitivamente chiusa. Non che le voci che hanno coinvolto il team campione del mondo abbiano destabilizzato l’ambiente che ha la necessaria lucidità per affrontare la dura competizione. Tra esattamente quattordici giorni, a Silverstone, verrà lanciata la nuova creatura chiamata a migliorare i record storici siglati dalle versioni precedenti. La W11, pertanto, non sarà l’ultimo modello della seria perché l’impegno di Stoccarda è più che confermato. Gli avversari sono avvisati.
Autore: Diego Catalano –@diegocat1977
Foto:
Alessandro Arcari – @berrageizf1
F1, Mercedes
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Purtroppo non se ne vanno! Questo vuol dire che difficilmente vedremo altri costruttori tedeschi entrare in F1,soprattutto BMW e PORSCHE che per primi "riconoscono" a MB scarsa sportività. Vogliono solo quello che piace a loro...⚙????????