La seconda giornata di test collettivi spagnoli è andata in archivio offrendo molti spunti di discussione, a patire dall’argomento del giorno che riguarda – e non potrebbe essere altrimenti – il volante della Mercedes W11 capace di muoversi anche in senso longitudinale. Ma ne parleremo più avanti, andiamo con ordine. Iniziamo il valzer delle notizie.
Le prime parole che circolano nel paddock del Montmelò sono quelle Vasseur, team principal della Alfa Romeo Sauber che lascia trasparire l’intenzione del team elvetico di continuare la proficua collaborazione con lo storico marchio italiano: “Quando abbiamo siglato la partnership con Alfa Romeo sapevamo si trattasse di un legame di lungo termine. Siamo una squadra in forte crescita, dal 2018 al 2019 abbiamo fatto un grosso passo in avanti. Vogliamo continuare su questa strada, ecco perchè il legame con Alfa è decisivo“. Parole che in qualche misura sedano quelle voci incontrollate che alimentavano l’ipotesi di divorzio tra le parti.
E’ il tema del giorno. Nel paddock non si parla d’altro. Fioccano le teorie, piovono le congetture, vola la fantasia. Se ne sono sentite di cotte e di crude tra i motorhome stipati nel retro dei box sul marchingegno inventato da James Allison e dal suo staff. Ed è normale che sia così perché il sistema “incriminato”, ribattezzato DAS (acronimo di “Dual Axis Steering“), va a cambiare in maniera evidente l’angolo di convergenza delle ruote anteriori. Per il dettaglio tecnico vi rimando alla lettura dell’articolo dedicato (link) che spiega in maniera chiara come funziona e soprattutto a cosa serve l’ennesima diavoleria “Made in Brackley” che sta agitando gli osservatori e, sicuramente, gli ingegneri delle scuderie rivali. Pare che la FIA, stando a quanto riferito dal team anglo-tedesco, abbia già vagliato il meccanismo approvandone la conformità regolamentare. Un qualcosa che spazza via certe nubi che stamattina si erano formate sul box di Hamilton e Bottas. La partita, naturalmente, non si chiuderà qua. Questioni di sicurezza già sono state sollevate perché osservare quel movimento longitudinale del volante a oltre 300 km/h qualche brivido lo fa venire. Nel frattempo possiamo dire che la W11 un campionato del mondo l’ha già vinto: quello della fotografia. Ogni volta che la vettura si ferma al box è un ammassarsi ai vetri della sala stampa per rubare qualche scatto che ha il nobile fine di carpire chissà quale mistero. Il dazio che si paga per essere la più bella del reame, la figlia di una serie di monoposto mostruosamente vincenti.
14:26 è l’ora esatta in cui Vettel, dopo tre sessioni di test in cui Charles Leclerc si è sobbarcato tutto il lavoro (leggi qui la conferenza), lascia il garage e si mette all’opera sulla SF1000 per proseguirne lo svezzamento. Dopo il manifestarsi di uno stato debilitativo nella giornata di debutto, il quattro volte campione del mondo è parso ristabilito e perfettamente abile alla guida. Giornata chiusa con 73 giri che fa da vigilia al day three in cui il tedesco farà la doppia sessione mattino-pomeriggio.
Naturalmente l’essenza della Formula Uno è la pista. Quindi, di tanto in tanto, si fa una capatina in tribuna per osservare le monoposto nel loro comportamento dinamico. Il teatro è Curva 10, un luogo benedetto perchè consente all’osservatore di stare a pochi metri dalle vetture. Ebbene, in questo palcoscenico privilegiato è possibile ascoltare le armonie che le power unit producono. Una mia personale stima assegna queste queste caratteristiche ai quattro copetitor che si sfidano a suon di cavalli vapore:
La nuova Racing Point RP20 va che è un piacere. La nuova Racing Point ricorda maledettamente la Mercedes W10 che ha vinto tutto l’anno passato. Sembra solo che le sia stata data una mano di vernice con l’aggiunta di qualche piccolo dettaglio aerodinamico. Fatto sta che la vettura fila forte. Se ne sono accordi anche nel team. “La nostra macchina ha delle somiglianze con la W10 in molte aree – ha ammesso Andrew Green, direttore tecnico del team di proprietà di Lawrence Stroll – ma non solo la nostra assomiglia ad altre vetture“. E su questo ci sentiamo di non essere troppo d’accordo. Ancora Green: “Realizzare una monoposto in stile Mercedes è stata una scelta consapevole perché era chiaro che continuare col progetto dell’anno passato non ci avrebbe portato ad ottenere risultati positivi. Il settimo posto del 2019 è inaccettabile per noi, sentiamo l’esigenza di migliorare. Continuare a sviluppare una macchina ad lato rake assemblandola con il retrotreno della Mercedes concepito per il basso rake non aveva senso. Ecco perché abbiamo invertito la rotta tecnica. Non sappiamo se questo azzardo pagherà, ma valeva la pena provarci. Abbiamo l’esigenza di progettare la nuova monoposto per il 2021, quindi non aveva senso prendere una strada tecnica che non aveva pagato. Gli avversari sono critici di questa scelta? Il telaio della nuova vetture e tutte le altre componenti sono progettate da noi, come regolamento impone. Dunque le critiche non ci colpiscono“. Aneddoto curioso: un fotografo ha riferito che, in particolari condizioni di luce che rendono la livrea meno comprensibile, la RP20 in movimento non si distingue dalla Mercedes. Non si fa fatica a credere a questa versione.
E’ il dibattito di giornata, non si discute d’altro in sala stampa. Quindi ci ritorniamo su per dare conto del punto di vista del team. James Allison, il padre del sistema, e Lewis Hamilton, l’utilizzatore finale, ne hanno discusso nella classica conferenza dell’ora di pranzo: “Ho potuto fare un test solo stamattina – ha riferito il campione del mondo – quindi non ne posso parlare più di tanto. Stiamo per ora cercando di venirne a capo a capire meglio come farlo funzionare. Posso solo dire che sono estremamente felice di correre per un team che continua a portare innovazioni grazie a grandi menti presenti in squadra. Ovviamente spero possa funzionare e portare vantaggi alla nostra macchina“. Allison ha affrontato in maniera molto diretta la questione che un po’ tutti hanno sollevato: quella relativa alla regolarità del “trucchetto”: “Abbiamo sviluppato un’idea innovativa e l’abbiamo portata in pista per testarla. Il pilota avrà una dimensione spaziale in più per controllare meglio il sistema di sterzata. E’ un progetto per la stagione che sta per iniziare, cercheremo di farlo funzionare in questi giorni di prova. Sono convinto che la soluzione sia perfettamente legale”. Così ha chiosato l’ex ferrarista nel tentativo di cercare di smorzare le polemiche. Cosa in cui, a naso, non è riuscito.
Il primo giorno di test era filato liscio come l’olio: nessun intoppo, nessun problema tecnico, nessuna interruzione dell’attività. Oggi è toccato ai finlandesi, accomunati da un destino beffardo, spezzare la routine. Prima vittima di questo strano fluido anti-finnico è Bottas che, dopo aver inanellato un bel quantitativo di tornate, è stato costretto ad un lunghissima sosta per un problema di natura elettrica non meglio specificato. Chi invece ha determinato il primo semaforo rosso di questi test 2020 è Kimi Raikkonen che ha parcheggiato la sua Alfa C39 nella ghiaia per una defaillance tecnica che sarà investigata nelle prossime ore. Un primato che l’ex McLaren non avrebbe certamente fare suo.
Anche questa seconda giornata passa nel casellario. I top team hanno proseguito nel loro lavoro raccolta dati e informazioni restando piuttosto abbottonati sul versante tempi. Le Mercedes mattatrici del primo giorno chiudono in nona e tredicesima posizione completando però il maggior numero di giri di giornata: sono ben 183 le tornate complessive inanellate dalla W11. La Ferrari ha proseguito il suo lavoro senza dare l’impressione di mettere alla frusta la SF1000. Come ieri, infatti, le velocità di punta della vettura italiana sono risultate decisamente basse. Chiaro indice del fatto che la performance pura non è in questo momento un’ossessione per gli uomini del Cavallino Rampante. La sessione si è chiusa, dunque, con Kimi Raikkonen a guardare tutti dall’alto. Per rileggere l’andamento di questo secondo giorno d’attività clicca qui: link.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1
Stefano Arcari – Andrea Lorenzina