Formula 1

Leclerc lancia la sfida: “Ho un istinto killer, mi interessa solo vincere”

Leclerc lancia la sfida: “Ho un istinto killer, mi interessa solo vincere”


Quello 2020 rischia di passare agli annali come un campionato fantasma. Dopo gli annullamenti e i rinvii della settimana scorsa (leggi qui per approfondire), in giornata è stato ufficializzato lo slittamento del Gran Premio di Azerbaijan in un calendario che sempre più difficilmente potrà comporsi per consentire il normale e regolare svolgimento della stagione sportiva. Se i motori si fermano a tempo indeterminato nell’attesa che la crisi pandemica che attanaglia la Terra possa finalmente attenuarsi, a continuare a tambur battente sono le interviste che i protagonisti rendono ai media. Stavolta è stato il turno di Charles Leclerc che ha parlato ai microfoni della testata tedesca motorsport magazin.

Il monegasco, pur essendo arrivato quarto nella classifica generale piloti, può fregiarsi di essere stato il più efficace in qualifica dall’alto delle sue sette pole position. Un risultato impreziosito dall’esser riuscito a battere in scioltezza Lewis Hamilton in quello che è il suo terreno di caccia preferito. “Sono felice di essere stato il recordman dell’annata passata – ha esordito Leclerc interrogato sul tema – ma allo stesso tempo sono un po’ deluso. Pensavamo di poter vincere il titolo, ma dopo due o tre gare abbiamo capito che sarebbe stato difficile. In ogni caso posso ritenermi soddisfatto perché sono progredito nelle prestazioni ed è ciò che mi ero prefissato prima di iniziare il campionato”.

L’ex Sauber ha toccato un argomento molto dibattuto durante il campionato trascorso e che si è riproposto nei test invernali 2020: quale fosse il livello delle prestazioni della vettura che i tecnici avevano percepito. “Al termine delle prove prestagionali 2019 abbiamo provato a convincerci che non eravamo i più forti di tutti. Ma nel profondo pensavamo di avere un vantaggio su MercedesE’ stata una sorpresa essere dietro di loro a Melbourne. Accettarlo non è stato difficile, almeno per me. Ho provato a restare concentrato sul mio lavoro anche se è stato spiazzante constatare che eravamo dietro. Ma poi ho iniziato a focalizzarmi sul da farsi e non ci ho più pensato”.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Il discorso, come ovvio che sia, ha toccato il rapporto che il ventiduenne ferrarista ha con Sebastian VettelUn legame che ha vissuto diversi momenti critici sublimati nell’incidente di San Paolo del Brasile che, di fatto, ha consegnato nelle mani di Max Verstappen il prestigioso terzo posto nella graduatoria finale alle spalle del duo Mercedes. “Non penso di aver fatto bene nelle prime gare – ha sottolineato Leclerc – All’inizio della stagione ho lavorato sulla qualifica per poi focalizzarmi sul passo gara. Così sono migliorato e quindi è nata maggiore competizione con SebIl nostro rapporto non è così negativo come sembra all’esterno: io e Sebastian ci rispettiamo. Se qualche incomprensione c’è stata in pista l’abbiamo superata perché siamo persone intelligentiNon importa se lotti per la vittoria o per la quarta posizione, la determinazione che ci metto è sempre la stessaA volte gestire gli ordini di scuderia non è facile, specie venendo da una categoria inferiore dove sei solo con la macchina. Ma in Formula Uno è chiaro che bisogna lavorare di squadra. Ci sono stati momenti in cui il team order non lo digerisci perché, essendo in macchina, sai di possedere più informazioni del tuo muretto. Ma sia io che Sebastian abbiamo capito che il bene è la scuderia e dopo Sochi è stato evidente che la cosa migliore è attenersi a ciò che ci dicono in radio“.

Quello degli ordini di squadra è un argomento al quale Leclerc è molto sensibile e la seguente precisazione non fa che dimostrarlo: “Sì, credo fermamente che la F1 sa uno sport d’equipe. Specie se devi lottare contro un altro team perchè hai bisogno di due macchie molto competitive. Ma – e qua arriva la stoccata – ci sono altre situazione in cui devi essere egoista. Bisogna trovare il corretto equilibrio tra la necessità di lavorare per la scuderia e il tuo bene personale“.

Monza ha segnato un momento di grande tensione nel rapporto interno con Vettel. Il monegasco è tornato su quell’episodio e ha spiegato come ha trovato le necessaria concentrazione per imporsi dinnanzi al pubblico amico battendo, dopo un duello gagliardo, Lewis Hamilton. Non proprio l’ultimo arrivato. “E’ stato difficile perché la situazione all’esterno è apparsa diversa da quella che realmente era. Non era mia intenzione mettere Seb in condizione di non fare un secondo giro di qualifica nel Q3. Qualcuno lo ha capito, altri no. Vorresti sempre evitare situazioni analoghe, ma a volte è impossibile. Ero consapevole e felice di sapere di non aver sbagliato ma sono rimasto deluso quando qualcuno non ha capito come siano andate le cose. Ma alla fine me ne sono fatto una ragione, ho ritrovato la concentrazione per il GP e ci ho ripensato la domenica sera“.

Se sono un pilota calcolatore o un istintivo? Beh, sono sempre stato entrambe le cose. Ho un istinto killer, ogni volta che salgo in auto non voglio arrivare secondo. Mi interessa solo vincere. Questo è certamente un punto di forza che, a volte, può avere delle controindicazioni. Alcuni errori che ho commesso in stagione sono proprio figli di questa mentalitàTutto sta nel controllare questa pulsione e so che l’esperienza sarà fondamentale in questo percorso di crescita professionale. Se commetto un errore ricordo molto bene che l’ho fatto, cosa ha portato a quella topica. La analizzo. Dunque capisco cosa non devo fare di nuovo in modo che non accada ancora. È così che gestisco ogni errore che faccio. Questa metodologia sembra funzionare, è un approccio che sta pagando“.

Alle spalle di Vettel Leclerc c’è il lavoro di mediazione e di gestione di Mattia Binotto. Come opera il team principal ferrarista? “Mattia sembra esternamente calmo, ha il giusto equilibrio per dirigere il team. Sa essere duro quando serve, come successo dopo SochiSingapore o nelle altre situazioni difficili. Ha la necessaria autorevolezza per essere rispettato“.

A proposito di FerrariLeclerc racconta il suo impatto col team e il percorso di crescita che ha dovuto compere durante il 2019: “Ho iniziato con una macchina completamente nuova rispetto al 2018. Ho dovuto capire come andava la monoposto e come funzionava per me. Dopo quattro, cinque, sei gare è scattata la molla e ho compreso cosa volevo dalla vettura. Ero un po’ più fiducioso in ciò che volevo. Sono stato in grado di ottenere modifiche alla monoposto invece di adattare il mio stile di guida ad essa. Da quel momento in poi abbiamo fatto dei buoni passi in avanti. La Ferrari ha una dimensione enorme rispetto alla Sauber dalla quale provenivo. All’inizio ne sono stato un po’ intimidito ma poi ho preso confidenza“.

Mattia Binotto e Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Le considerazioni conclusive di Leclerc vertono – e non potrebbe essere altrimenti – su ciò che potrebbe rappresentare il mondiale 2020. A patto che l’emergenza Coronavirus molli la presa e consenta lo svolgersi regolare dell’attività. “Sono cresciuto in maniera netta nella durante la scorsa annata. Nelle giornate buone ho dato dimostrazione di essere molto molto forte. Ora devo fare un passo un avanti: mettere insieme dei week end perfetti. Mi concentrerò su quello, so che posso farlo“.

Quest’ultimo proposito dimostra quanto Charles Leclerc si senta sicuro dei propri mezzi e quanto rappresenti un pericolo concreto per Sebastian Vettel e per chi, sulla carta, si presenta ai nastri di partenza per giocarsi il mondiale 2020Lewis Hamilton e Max Verstappen che, secondo gli osservatori, sono i piloti che dispongono dei mezzi più competitivi per accaparrarsi il bottino grosso. A meno che la Ferrari, in inverno, non abbia giocato a fare la Mercedes nascondendo volontariamente il potenziale. Che Mattia Binotto continua a ripetere non essere all’altezza di quello Red Bull e Mercedes. Ma il rinvio dell’inizio della stagione potrebbe sparigliare le carte consentendo alla SF1000 di recuperare quel terreno tecnico che al momento sembra distanziarla dalle rivali più accreditate. Leclerc se lo augura perché è pronto e determinato in vista della grande sfida.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1

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Diego Catalano