Formula 1

Vettel: “in Australia per libera scelta”

Vettel: “in Australia per libera scelta”


Vettel parla chiaro pur evitando frasi di circostanza. Parla di rado e forse non troppo volentieri, ma quando decide di farlo è un fiume in piena e non si nasconde. Mai banale, non per forza originale: autentico sempre. Si racconta senza inganni, senza dribblare domande, motivando le risposte. La sua voce, questa volta, arriva dal caos australiano. Mentre lo scriteriato balletto delle decisioni creava ritardi e alimentava la diffusione di false notizie, Sebastian si è trovato a rispondere, senza indugi, alle domande di Roberto Chinchero. Mentre il mondo veniva sconvolto da un nemico invisibile, mentre tutti prendevano coscienza di un pericolo che fino a pochi giorni prima sembrava lontano e confinato in piccole e circoscritte porzioni di terra, mentre intere popolazioni erano travolte da panico e terrore, Sebastian Vettel, con calma e lucidità, ha esposto i suoi pensieri a riguardo:

Si cerca di andare avanti, prendendo le giuste precauzioni, ma in determinate circostanze logicamente sei nelle mani di altre persone. Ognuno di noi ha preso un aereo per venire qui in Australia, dunque ci siamo affidati a coloro che gestiscono questo tipo di trasporti. Tuttavia si è trattato di una nostra scelta, poiché nessuno ci ha obbligati a salire su un volo per Melbourne. Venire qui è stata per tutti una decisione presa liberamente.”

la Ferrari SF1000 di Vettel durante i test pre-stagionali a Barcellona

Nessuna pressione quindi da parte dei team: ogni pilota, stando alle parole di Vettel, ha potuto decidere per se stesso. Non ha vinto la paura, bensì l’amore per questo sport. Da parte nostra, spettatori italiani già segregati, tutto ciò è sembrato fuori scala, fuori tempo e fuori misura. In primo luogo perché non c’è stata garanzia di sicurezza, né per i piloti, né per gli addetti ai lavori. E, soprattutto, neppure per il pubblico. Ogni foto della festante folla australiana veniva avvertita da noi come l’immagine di un’orgia, qualcosa che ci faceva alzare dai nostri divani, lanciando cuscini in senso di protesta o utilizzandoli per coprirci gli occhi, come di fronte a uno scenario raccapricciante. Sebastian prova però a spiegare la motivazione che li ha condotti comunque a Melbourne:

Questo sport è la mia vita e per me ha una grande importanza, ma sono consapevole che per la maggior parte del pubblico si tratti principalmente di una gara di un paio d’ore che si corre ogni due settimane. Ma, in fondo, ciò che facciamo intrattiene molte persone e, nonostante la difficoltà di questa situazione e l’impossibilità di comprenderne o prevederne la portata, proviamo a mantenere, per quanto possibile, una parvenza di normalità. Penso che proprio nel momento in cui la gente è costretta a rivedere e modificare le proprie abitudini possa essere bello continuare ad offrire un punto di riferimento. Offrire ciò che le persone sono abituate a vedere, nella speranza che questo possa regalare qualche emozione positiva.”

Sebastian Vettel (GER) Scuderia Ferrari SF1000

Vettel, attraverso queste parole, espone un’idea forte e chiara. Lungi dal minimizzare, contestualizza e prova a interpretare le ragioni di una scelta apparentemente dissennata. Con garbo e fermezza affronta una tematica importante e ci propone la propria visione dei fatti, consapevole di quanto la situazione sia delicata. Ma Sebastian non parla solo del particolare momento che stiamo vivendo a livello mondiale, si apre e si racconta scendendo anche nel personale:

Quando ero molto giovane, a dieci o a quindici anni, per me esistevano unicamente le corse. Tutto ruotava intorno a quello. Oggi sono abbastanza grande per capire che non è così. Ma naturalmente questo non significa che la mia passione si sia affievolita: la Formula Uno rappresenta tuttora la mia passione. Ha ricoperto un ruolo importantissimo nella mia vita, ma non è il centro di tutto. Ora sono capace di andare oltre il mondo del motorsport. Quando gli orizzonti diventano più ampi si è maggiormente consapevoli di tante cose.”

Un Vettel più maturo e più consapevole, grazie all’età senza dubbio, ma soprattutto per merito della famiglia e della paternità. Le passioni restano intatte, cambia solamente il modo di viverle. Aspettative e realtà, delusioni o successi: ogni cosa viene relativizzata e rielaborata dall’esperienza. Così, ad esempio, ogni vigilia di campionato si affronta in modo differente, con qualche certezza in più e qualche angoscia in meno, anche se poi in fondo l’emozione rimane intatta:

la Ferrari SF1000 di Vettel durante i test pre-stagionali a Barcellona

Quando arrivai qui per la prima volta ero molto nervoso. Non sapevo che cosa sarebbe accaduto e non conoscevo la pista, c’erano parecchi punti interrogativi. Questi dubbi ora non ci sono più e ho anche imparato a fronteggiare gli eventuali imprevisti. Tuttavia, quando arriva il momento di scendere in pista per la gara, l’adrenalina sale ed è sempre molto emozionante. Con il tempo si può imparare ad essere più rilassati, ma non si riesce comunque a restare indifferenti quando si sente il conto alla rovescia. Per me è così, ed è bello che lo sia.”

Sebastian Vettel è un misto di candore e realismo, di dolcezza e ironia. Distante da tutto per scelta, ma mai distaccato. Spesso si nasconde dietro a un sorriso di circostanza, a una battuta leggera in grado di stemperare i toni. Ma quando decide di raccontarsi lo fa senza filtri, con sincerità e onestà. E le sue parole volano leggere verso tifosi e spettatori contribuendo a riempire un po’ di quel vuoto lasciato dalla Formula Uno, ad addolcire questo tempo immobile d’attesa. Di un semaforo verde che faccia ripartire finalmente le monoposto e le nostre vite.

Autore: Veronica Vesco – @veronicafunoat 

Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1

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Pubblicato da
Elisa Rubertelli