Wolff rompe il silenzio: messaggio ai tifosi che allontana voci di divorzio?
Che fine ha fatto Toto Wolff? Più che una domanda sembra il titolo di un thriller anni sessanta. Eppure il quesito, al quale rispondiamo immediatamente, è legittimo visto che negli ultimi tempi il manager austriaco aveva ridotto al lumicino le sue apparizioni e le sue pubbliche esternazioni. Non temete, oggi il team principal della Stella a Tre Punte ha rifatto capolino con un lettera indirizzata ai tifosi. Un’azione che arriva quando le congetture sullo stato del legame con la Mercedes erano quasi fuori controllo. Ma andiamo per gradi. E cerchiamo di capire cosa sta accadendo – se sta realmente accadendo – nel team campione del mondo in carica.
Per comprendere il momento è bene fare un breve riassunto delle puntate precedenti. Perchè Il ruolo di Toto in seno alla scuderia è messo in discussione? Perchè si pensa che stia per preparare le valigie e lasciare Brackley? Sono diverse le cose che fanno sorgere un legittimo sospetto. La prima è il repentino cambio di politica della Mercedes. Ricordiamo che fu proprio Wolff a scrivere la lettera dei team dissidenti indirizzata alla FIA “rea” di aver sottoscritto un accordo con la Ferrari dopo le verifiche sulla power unit rossa (per approfondire leggi qui). D’un tratto, da che erano i “Masaniello” della situazione (leggasi i capo rivolta), quelli del team anglo-tedesco si sono defilati dalla sfida alla Federazione Internazionale e hanno trovato, stando ai si dice, un accordo con Ferrari (leggi qui).
Ma questa linea non sarebbe stata dettata da Wolff bensì da Ola Kallenius, CEO di Daimler AG, che avrebbe scavalcato il suo collaboratore. Ancora, in occasione del GP d’Australia, si sarebbe consumato un altro atto di “scortesia”, con Toto convinto di poter correre e Ola persuaso del contrario. Alla fine è passata la linea del manager svedese. Questi fatti, che abbiamo raccontato con dovizia di particolari (ecco il focus), avrebbero minato il rapporto tra i due.
C’è un altro elemento che alimenta il chiacchiericcio in questi giorni in cui la Formula Uno è ferma per cercare di tenersi lontana dalla crisi pandemica. Alla riunione tenutasi 48 ore fa tra i team principal e la FIA dalla quale è emerso lo spostamento delle regole tecniche previste per il 2021 all’anno successivo (leggi qui), mancava proprio Wolff. In sua vece pare ci fosse James Allison che si è messo a studiare da dirigente. Una circostanza singolare che non è sfuggita ai più. Wolff, tra l’altro, coltiva una profonda amicizia, nonché una visione strategica su alcuni punti cardine, con Lawrence Stroll, gran patron di Racing Point e azionista di Aston Martin che l’anno prossimo darà il nome al team. I due, ultimamente, sono stati visiti insieme diverse volte a parlar fitto. Questo e il fatto che la RP20 sia una W10 ammantata in una livrea bianco-rosa, hanno fatto esplodere le congetture sul futuro dell’ex Williams. Secondo i bene informati – e chiudo il riassunto delle puntate precedenti – Wolff è destinato a diventare il team principal della compagine canadese.
Facile prospettiva? Non proprio visto che il viennese detiene il 30% delle azioni di Mercedes AMG F1. Ed è improbabile (eufemismo) che possa rimanere con due piedi in una scarpa. In ogni caso, nel bel mezzo di queste ipotesi più o meno attendibili, Wolff ha rotto il silenzio parlando a nome della Mercedes con un comunicato su carta intestata che affronta la particolare situazione in cui versa la Formula Uno a causa del Covid-19.
“Cari fan del motorsport, tutti noi adoriamo il mondo delle corse. Al di là dell’amore per i colori, che siano argento, rosso, rosa, giallo, arancione o blu, ciò che ci unisce è la passione per le gare. La prospettiva di dover trascorrere dei mesi senza Formula Uno è comprensibilmente deludente. Dobbiamo tuttavia renderci conto – si legge nel documento – che correre è un divertimento. Lo prendiamo molto sul serio, perché lo amiamo, ma non è qualcosa di essenziale. Ad esserlo sono invece la salute e il benessere dei nostri sostenitori, dei membri del nostro team e della società in generale. Nelle prossime settimane il nostro legame sarà celebrato attraverso le videochiamate o tramite i canali social. Dovremo adattarci a nuove sfide che affronteremo con la stessa energia e la medesima determinazione che mettiamo in campo quando andiamo in pista. Non staremo in silenzio – ha chiosato Wolff – ma useremo la nostra creatività e le nostre piattaforme per essere una voce positiva nella comunità. Insieme supereremo le difficoltà“.
Parole che cercano di trasmette ottimismo in un momento difficile per ognuno di noi. Parole che, soprattutto, squarciano quel silenzio tombale nel quale Wolff si era chiuso dopo le vicende esplicate in apertura di questo articolo. L’esser ritornato a comunicare, specie a nome del team, fa rientrare l’allarme? Una risposta non c’è naturalmente. Possiamo solo fare ipotesi. Una cosa è certa: suona strano che un dirigente ritenuto dimissionario parli da leader. Ancora, appare chimerico che un promesso sposo di un altro team sia ancora in sella senza essere ufficialmente (o meno) spostato ad altre e meno delicate mansioni. Pur detenendo quel famoso 30% azionario. La verità è che Wolff continua ad essere un plenipotenziario e la negoziazione del contratto di Lewis Hamilton che scade a fine anno non è che una conferma.
Ciò che succede in Mercedes è oggetto di attente analisi. Sempre. E’ naturale osservarne le dinamiche interne per verificare se qualche scricchiolio sinistro inizia ad avvertirsi in una equipe monoliticamente compatta che ha dominato con sfacciata superiorità negli ultimi sei anni. L’anno scorso, in Brasile, Toto Wolff non fece vedere il suo volto. Se ne restò alla base. Ufficialmente per impegni di lavoro, ufficiosamente per evitare di correre rischi in un Paese in cui, l’anno prima, aveva girato con la scorta. Anche in quella circostanza vinsero le illazioni che volevano l’austriaco preparare la grande fuga dal team. La storia ha raccontato altro. Le analogie con quanto sta accadendo in questi giorni sono evidenti. Quindi attenzione a considerare il matrimonio morto e sepolto.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes