La Mercedes è uscita dai test invernali con molte certezze e con qualche dubbio. La W11 è apparsa una vettura veloce, facile da settare e soprattutto efficace sia a serbatoi vuoti (ammesso che abbiano realmente girato con poco carburante) che in simulazione gara. Il comportamento dinamico della vettura è sembrato essere sempre prevedibile con ogni mescola che la Pirelli ha selezionato per questo campionato. Unica vera problematica, dopo sei giorni di prove distribuite in due settimane, è rimasta quella riferita all’affidabilità della nuova unità motrice progettata in quel di Brixworth dallo staff agli ordini di Andy Cowell.
Le defaillance hanno colpito sia le Frecce d’Argento che le Williams, guarda caso le monoposto che hanno ridotto al lumicino le dimensioni delle pance e delle prese d’aria dei radiatori. Risparmiando, di converso, la Racing Point RP20 che altro non è che una W10 tinteggiata di rosa. E quella Campione del Mondo era una monoposto generosa nelle bocche d’ingresso dell’aria. Lo stop forzato al campionato di F1 può quindi rappresentare una sorta di vantaggio, un’opportunità per gli uomini di Brackley che hanno la possibilità di lavorare sugli aspetti critici presentandosi, alla ripresa, tirati a lucido. Pronti all’assalto della settima doppietta piloti-costruttori consecutiva. A dispetto di una concorrenza sempre più agguerrita e che rivendica lo scettro del comando.
Nell’ambiente della compagine anglo-tedesca non tutto scorre placidamente. E non ci riferiamo alla questione precedente accennata che afferisce al V6 turbo ibrido. Pare, infatti, che tensioni vi siano state tra Ola Kallenius e Toto Wolff su alcuni eventi recenti. A partire dall’opportunità di svolgere il GP d’Australia, per finire alla guerra contro la FIA che ha sottoscritto un accordo riservato con la Ferrari in seguito ai controlli sulla power unit italiana (leggi qui). Divergenze che, secondo qualcuno, avrebbero spinto il pluripremiato team principal austriaco a guardarsi intorno. Per la precisione verso il Canada di Lawrence Stroll che s’è preso una bella fetta azionaria di Aston Martin con lo scopo di rilanciarla in pompa magna nell’olimpo del motorsport.
Le somme algebriche sono presto fatte: incomprensioni Kallenius-Wolff + saldo rapporto di quest’ultimo con Stroll che investe pesantemente in un team motorizzato Mercedes = Wolff nuovo “TP” Aston Martin a partire dal 2021. Ipotesi assolutamente coerente e plausibile se non sussistessero due fatti:
1. Il manager ex Williams detiene il 33% di Mercedes AMG F1. Quindi liberarsi dalla casa madre non è proprio semplice come togliersi in paio di scarpe.
2. Lo stesso Wolff ha smentito l’ipotesi di abbandonare la squadra che gli ha concesso la gloria imperitura. In una recente intervista ha seraficamente negato il suo passaggio alla corte di Lawrence Stroll (leggi qua). Con buona pace di chi ha speso fiumi di inchiostro sulla vicenda.
Altra faccenda in cima alla hit parade argentea è la presunta volontà della Mercedes di farsi da parte percorrendo due possibili strade: un disimpegno morbido che prevederebbe la sola fornitura di power unit, dal 2021, ad Aston Martin (ex Racing Point), Williams, McLaren e a quel team che dovrebbe rilevare, secondo alcune teorie piuttosto ardite, le strutture di Brackley e Brixworth. A tal proposito si era parlato di due cordate: una russa riferibile a Mazepin, l’altra statunitense – che aveva il benestare di Liberty Media – riconducibile a Roger Penske. Entrambi, dopo giorni di voci incontrollate, pare siano spariti dalla circolazione. L’altra suggestione, ancora più clamorosa, era quella che voleva un disimpegno totale della Stella a Tre Punte per problemi finanziari che sicuramente non dipendono dal progetto F1 che, invece, è un volano di introiti enormi per l’azienda di Stoccarda. Un’ipotesi veramente fantasiosa dato che sarebbero fioccate le penali per la mancata fornitura di power unit a ben quattro scuderie che sarebbero rimaste all’asciutto visto che alle porte della Formula Uno non c’è la fila di motoristi che vogliono entrare: troppo complesse e con poche ricadute sul frangente commerciale le moderne unità motrici turbo-ibride a sei cilindri.
Non è la prima volta che Kallenius smentisce la fuga del team controllato dalla F1. Ormai al manager svedese è stata affibbiata l’etichetta di uno intollerante al Circus. Sicuramente non ha mai mostrato la passione né il presenzialismo bonario di Dieter Zetsche a cui si devono concretamente i trionfi di questi anni, ma nemmeno possiamo dire che il CEO scandinavo abbia dimostrato idiosincrasia verso la categoria. E lo ha nuovamente ribadito in un passaggio di un’intervista rilasciata al portale britannico Autocar: “Le trattative relative ad un nuovo accordo con la F1 sono al momento in corso. Per noi della Mercedes è fondamentale che alla base dell’intesa ci siano solide fondamenta finanziarie e che la questione ecologica sia messa al centro di tutto. Il Circus resta un palcoscenico molto molto attraente per noi, non abbiamo intenzione di mollare”.
Insomma, ennesima dichiarazione volta a confermare l’impegno nella massima categoria dei campioni del mondo in carica. F1 che, nella visione del numero uno di Daimler, deve avere una particolare propensione ad un futuro ecosostenibile. E questa è la direzione che il Circus ha preso sia per quanto riguarda i carburanti che saranno imposti nelle prossime stagioni (leggi qui) sia per quanto concerne la logistica che punta alla massimizzazione dell’uso di risorse rinnovabili e ad impatto zero. Mercedes è un’azienda all’avanguardia da questo punto di vista, specie considerando che tutti i modelli in corso di produzione prevedono almeno una motorizzazione ibrida. E’ chiaro, dunque, che la F1 possa continuare ad essere una clamorosa vetrina mediatica e tecnologica che permetta al colosso tedesco di fatturare cifre a nove zeri. Cosa, peraltro, avventura in questi ultimi anni di trionfi. Naturalmente il livello di competitività delle monoposto deve essere sempre molto alto: non avrebbe senso commerciale e finanziario bivaccare a metà schieramento. E’ dunque una logica deduzione quella che porta a pensare che l’impegno delle Frecce d’Argento sarà ancora massiccio e convinto.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:
– Alessandro Arcari – @berrageizf1
– Mercedes, Daimler