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Decisione governo britannico: impatto su Silverstone e… sui team

Decisione governo britannico: impatto su Silverstone e… sui team


Il destino del circuito di Silverstone è sempre più in bilico e messo in crisi dalle disposizioni del governo per contrastare l’avanzata del coronavirus. Il numero dei contagi giornalieri nel Regno Unito è ancora lontano dai valori riportati dagli altri paesi. Per questo Boris Johnson ha provveduto ad imporre una quarantena di 14 giorni per tutte le persone in ingresso nel paese ed ovviamente il personale impegnato nella categoria non può sottostare ad uno stop così lungo.

Tra indiscrezioni e notizie certe, tutto lascia presupporre che per lo storico circuito britannico non vi siano chance per far sì che si possa ospitare un Gp di Formula Uno nel 2020 (l’intenzione era quella di corrercene due in realtà, il 26 luglio e il 2 agosto; Germania in pole position come sostituta, anche se nelle ultime ore si sarebbe fatta avanti anche l’Ungheria, seguiranno aggiornamenti). Il primo ministro ha già presentato una lista delle persone che saranno esenti dal dover rispettare l’isolamento, e al dire il vero è anche molto breve perché al momento include le sole figure diplomatiche. La categoria resta comunque alla finestra e spera che l’elenco possa ampliarsi a proprio favore.

Silverstone GP

Certamente amareggiato da tutta questa situazione, Zak Brown, CEO McLaren, che intervenendo al quotidiano londinese ’Evening Standard’, ha affermato: “So che la F1 e la FIA stanno ancora lavorando duramente con il governo su questa esenzione. Tutti vogliono Silverstone. Questo piano di quarantena è una novità e non ci è stato ancora detto nulla in modo definitivo. Penso che sarebbe un peccato non avere un Gran Premio di Gran Bretagna e correre ovunque in Europa, ma se tutti gli altri paesi sono pronti a partire, non possiamo lasciare che un paese blocchi la Formula Uno. È un peccato che finisca per essere l’Inghilterra, dato che gran parte delle aziende ha sede qui.

Ricorderete che, all’inizio di tutto l’ambaradan, la Gran Bretagna veniva vista addirittura come porto sicuro, come base in cui poter disputare anche un elevato numero di eventi, proprio perché residenza di molti team. Tuttavia, la situazione è mutata velocemente e adesso potrebbe ritorcersi contro queste squadre peggio di un boomerang: “Anche se si dovesse correre solo in Europa c’è il rischio di non poter tornare a casa molto spesso. I team faranno quello che devono fare per andare a correre, ma questa non è certamente una situazione ideale, soprattutto con quello che sta succedendo” ha proseguito il numero uno della McLaren.

Zak Brown, amministratore delegato della McLaren Racing

Stare distanti dai propri cari per due mesi senza neanche avere la possibilità di tornare per qualche giorno sarà difficile. Spero che si possa risolvere questo problema collaborando con il governo e comportandoci da persone responsabili. Dovremmo essere cauti e non mettere a rischio nessuno.” Questione non semplice da gestire. Dal lato umano, chi vorrebbe privare le persone dei propri affetti? Ma bisogna comprendere che prendere certe decisioni non è cosa semplice. Accorgersi in un secondo momento di aver commesso un errore in merito ad un certo tipo di scelta potrebbe rivelarsi ‘fatale’ sotto molti aspetti.

“In caso questo non fosse possibile” termina il proprio pensiero Brown “non potremo fare altro che limitare i nostri movimenti. La scelta più dura sarà quella di bloccarci costringendoci di evitare il Regno Unito, il che sarebbe un peccato.”

Autore: Marco Sassara@marcofunoat

Foto: Formula Uno

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Marco Sassara