Formula 1

Horner insiste sulle auto clienti: “Dobbiamo rendere lo sport competitivo”

Horner insiste sulle auto clienti: “Dobbiamo rendere lo sport competitivo”

L’avvento del coronavirus, oltre che a destare preoccupazione per la salute della popolazione mondiale, sta creando una certa ansia attorno a quella che sarà la crisi economica, secondo molti, più grande degli ultimi tempi. In Formula Uno, una volta arresi al fatto che sarebbe stato impossibile correre almeno fino all’estate, ci si è messi subito al lavoro per apportare correttivi al budget cap, visto come l’elemento principale che potesse permettere a piccole e grandi squadre di sopravvivere a questo periodo. Una volta giunti all’epilogo di una lunga trattativa però (qui trovi le ultime notizie), ci si è resi conti che non sarebbe bastato e ora l’attenzione si è spostata sulla definizione del ‘Patto della Concordia’ (accordo che include la ripartizione dei premi tra i team).

Secondo alcuni però, non sarebbe ancora abbastanza. Uno tra tutti Christian Horner (team principal Red Bull), che stando a quanto riportato su ‘F1only.fr’ avrebbe affermato: “Il denaro è un argomento caldo tra i team di F1 in questo momento. L’ammontare del massimale di bilancio sta facendo così tanto rumore che ho paura possa portarci a mancare il nostro obiettivo. I team di F1 (fa riferimento soprattutto ai top team) spenderanno sempre il budget che hanno. Più un ulteriore 10%. È impossibile confrontare le spese della Ferrari con Haas, della Mercedes con Racing Point o persino della Red Bull con AlphaTauri. Queste squadre possiedono strutture e modelli di business completamente diversi.”

Christian Horner, team principal Red Bull Racing

Un primo passo per ridurre queste differenze, secondo il britannico, potrebbe essere quello di cercare di capire le ragioni di una spesa così tanto maggiore: “Una possibile soluzione per ridurre queste differenze potrebbe essere innanzitutto quella di scoprire cosa spinge questi costi, in particolare i costi di ricerca e sviluppo a valori così alti. Appoggio pienamente la necessità di ridurre i costi per garantire che tutte e 10 le squadre possano restare all’interno dello sport, ma ci sono molti modi per raggiungere questo obiettivo e non si limitano a ridurre il limite di costi.”

Molte volte è stato detto che la Formula Uno, abbassando il tetto di spesa, non vuole soltanto rendere la categoria più sostenibile. L’altro punto cardine è quello di donarle competitività e spettacolarità. Cosa che secondo Horner sarà molto difficile raggiungere se non si prendono in considerazione altre idee: “Se l’obiettivo principale è quello di essere competitivi e aiutare i piccoli team, soprattutto mentre attraversiamo l’attuale crisi, sarei abbastanza disposto a vendere le nostre auto nell’ultima gara della stagione ad Abu Dhabi. Alcune persone affermano che mettere delle auto clienti all’interno delle scuderie minori vada contro il DNA della F1, che è quello di progettare e costruire la propria auto. I tempi però sono cambiati e dobbiamo trovare il modo migliore per rendere competitivi i piccoli team, facendoli sopravvivere all’attuale crisi.”

Pierre Gasly, Toro Rosso, Gp D’Italia 2019

La soluzione proposta dal team principal Red Bull, già testata e promossa dalla MotoGp, potrebbe costituire soltanto una fase transitoria durante la quale i piccoli team potranno fare cassa, riorganizzarsi e tornare a sviluppare auto più competitive in futuro: “Le squadre spendono fortune durante l’inverno a cercare di copiare gli altri. Perché non dargli direttamente la possibilità di acquistare l’auto dell’anno precedente? Grazie alle vetture clienti, il loro modello di business si evolverà e diventeranno più competitivi. I loro ricavi aumenteranno e in futuro potranno tornare a costruire da soli le proprie auto”.

L’invito finale di Horner, come quello di molti in questa fase, è quello di non guardare agli interessi personali e soprattutto non perdere di vista quello che deve essere il principale punto cardinale della categoria: “Durante la crisi attuale c’è stato sicuramente un certo opportunismo da parte di alcune squadre, ma penso che dobbiamo guardare a tutte le opzioni piuttosto che avere una reazione istintiva che potrebbe portare alla perdita di molti posti di lavoro… Dovremmo essere meno ossessionati dal tetto e più concentrati sulla competitività dello sport.

Autore: Marco Sassara@marcofunoat

Foto: Red Bull

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Marco Sassara