Formula 1

Jean Todt spiega come la F1 potrà sopravvivere al Covid-19

La pandemia di Coronavirus ha mutato profondamente ogni aspetto del nostro vivere. Quando tutto questo sarà cessato dovremo riscrivere alcune regole che finora hanno mosso l’economia, la politica, la sanità. In questa probabile – e forse auspicabile – rivoluzione culturale non può non entrare lo sport in generale e il motorsport in particolare. Serviranno nuovi approcci e inediti strumenti risolutivi per ricomporre le macerie e, soprattutto, per sviluppare gli anticorpi necessari ad affrontare situazioni analoghe che si potrebbero ripresentare in un futuro non troppo lontano. Di questo nuovo approccio è ben conscio Jean Todt che, insieme al suo staff, sta ponendo in essere una serie di misure che avranno lo scopo di sostenere e supportare i protagonisti del mondo dei motori.

Uno dei primi appuntamenti in agenda del n°1 della FIA è quello col suo omologo della FIM per creare un’alleanza di più ampio respiro tra diversi settori del motorsport. “Ho invitato Jorge Viegas – ha spiegato l’ex Ferrari a Racefans al nostro gruppo di lavoro. Stiamo pensando di sviluppare un casco economico omologato per la mobilità dei motociclisti”. Una cosa che non deve sorprendere perché la FIA non è impegnata esclusivamente nel mondo delle corse. Vedansi le sue campagne intitolate “Action for Road Safety

Fatta questa premessa, il dirigente francese è andato immediatamente sull’argomento del momento: come le istituzioni del motorsport intendono operare per evitare di esporre a rischio di contagio i protagonisti (piloti, tecnici, meccanici, addetti stampa e media in generale) dei vari campionati che si sviluppano sotto l’egida della FIA. “Ridurremo i viaggi, per ovvi motivi. Ma non solo per noi, bensì per tutti. Abbiamo imparato in questo periodo che con le videoconferenze possiamo limitare drasticamente gli spostamenti. Ne faremo tesoro. Per quanto riguarda la fase operativa saranno i nostri partner ad assistere le persone che parteciperanno direttamente alle corse automobilistiche. Il capo del dipartimento medico avrà un ruolo fondamentale in ciò. Stiamo anche discutendo con i paesi organizzatori”.

Charles Leclerc (MON) Scuderia Ferrari SF1000

Parole che trasmettono una chiara sensazione: il motorsport è prossimo alla ripresa. Cosa che, per la maggior parte dei campionati, dovrebbe avvenire a luglio. Quindi ci sarà un certo intasamento di date. Un altro fattore inedito che la Federazione si troverà a dover gestire con attenzione per evitare problemi. “Accetteremo più facilmente la sovrapposizione di eventi – ha spiegato Todt Il dipartimento sportivo della FIA sarà più flessibile. Sarà un buon modo di dimostrare maggiore attitudine a collaborare aiutandosi vicendevolmente. Dobbiamo essere in grado di supportare i promoter degli avvenimenti. Se qualcuno è nella merda dice esplicitamente il n°1 di Place de la Concordedobbiamo avere la forza di sollevarlo”.

Il Covid-19 ha generato una crisi finanziaria con pochi precedenti a livello planetario. Nel mondo del motorsport, nello specifico, la devastazione economica è un assoluto inedito. La FIA ha subito uno shock o si è saputa districare nel marasma globale? “Siamo un’organizzazione senza fini di lucro. Fortunatamente abbiamo finanze stabili e in tutti i nostri piani abbiamo delle riserve che ci consentiranno di affrontare una situazione del genere”.

A proposito di questioni pecuniarie, Todt non poteva esimersi dal parlare del budget cap, uno dei temi roventi di questa prima metà di un 2020 che di certo non ricorderemo con particolare favore. Sappiamo bene della lotta che si sta combattendo tra chi spinge per una soglia di 100 milioni dollari (McLaren e team medio-piccoli) e chi vorrebbe che dal 2021 si potessero avere a disposizione ben 175 milioni (Ferrari). Una posizione mediana potrebbe accontentare tutti e sembra che si stia andando nella direzione di chiudere l’accordo a 145 milioni di euro. Todt, pur non scendendo nelle minuzie, ha parlato anche di questo tortuoso processo: “Non posso entrare nei dettagli specifici perché al momento è un work-in-progress. Ma è una questione di giorni. Abbiamo anche fatto una modifica di emergenza nei nostri statuti (Codice sportivo internazionale) al fine di poter adattare le nuove regole con una maggioranza del 60%”.

Questa cui fa riferimento Todt è una notizia molto importante anche se è passata in sordina. Si è stabilito, ve ne abbiamo parlato un paio di settimane fa, che talune decisioni, in casi di emergenza, possano essere prese abbandonando il principio fondante della F1: l’unanimità. “Chiaramente questa Pandemia ha rafforzato il nostro desiderio, la nostra energia, di prendere decisioni più drastiche per il futuro in modo da affrontare meglio le ritrosie di alcuni team”.

Lo stop imposto dal Covid-19 ha avuto anche l’effetto di congelare provvedimenti vitali per la Formula Uno. Tra questi l’approvazione del nuovo Patto della Concordia che stabilisce le modalità con le quali Liberty Media gestisce e distribuisce i dividendi ai team presenti in griglia. Ma che determina anche le procedure giuridiche con le quali si prendono le decisioni in F1. Un documento fondamentale senza il quale mancano le basi per organizzare la categoria nella sua interezza: “Siamo stati ad un passo del completamento dell’accordo sul Patto della Concordia. Ma la crisi del Coronavirus ha ribaltato tutto. Abbiamo deciso di congelare le trattative e di dare priorità ai problemi relativi al imminenti. Per ora avanziamo con il calendario 2020 e con la finalizzazione delle modifiche normative. Poi torneremo a completare il Patto della Concordia. Non è necessario firmare l’accordo ora”. Todt, in pratica, fa capire che per partire si può operare in deroga al patto 2020 -2025. E la cosa può succedere proprio perché è stata modificata quella norma di cui si parlava in precedenza.

Lando Norris a bordo della sua McLaren durante i test pre-stagionali di Barcellona

Se Todt si dice fiducioso sul futuro della FIA e sul fatto che alcune divergenze possano essere superate, esprime invece meno tranquillità sulla sorte di alcuni team: “Spero che i proprietari delle squadre e gli sponsor mantengano la motivazione. Dobbiamo incoraggiarli, su questo abbiamo una responsabilità. Ecco perché dovremmo ascoltare tutti”. Timori che aveva già espresso in una precedente intervista che potete consultare qui: link. Ancora Todt: “Sappiamo che esiste il rischio che i team possano decidere di andar via. Ecco perché stiamo cercando di creare il pacchetto migliore per mantenere le squadre piccole, medie e grandi. Non è un esercizio facile però. Dobbiamo essere in grado di attrarre altri competitor. Proprio per questo abbiamo abbiamo pensato di rendere la categoria più competitiva, più spettacolare. Da qui le regole tecniche che entreranno in vigore nel 2022”.

Todt, da buon capitano di vascello, traccia le linee guida per affrontare il momento e soprattutto per creare le condizioni necessarie affinché la Formula Uno conservi se stessa anche nel futuro. Un esercizio gravoso ma che va fatto proprio ora che il motorsport ha conosciuto la crisi più devastante della sua lunga storia. Il primo passo verso la rinascita è iniziare i campionati sospesi qualche mese fa. Il prossimo step sarà quello di permettere gare a porte aperte ricreando quel clima di normalità di cui tutti sentiamo l’assoluto bisogno.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, F1

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Diego Catalano