Non è mai successo che nella seconda metà di maggio fossimo ancora all’asciutto da Gran Premi. Una condizione del tutto inedita derivante dalla diffusione di un Coronavirus che, dopo mesi durissimi, inizia a perdere vigore consentendo di immaginare un ritorno ad un qualcosa che somiglia alla vecchia normalità. Il mondo della Formula Uno segue questa parabola, tant’è che è alle prese con l’organizzazione di un calendario ultracompresso il cui primo atto si avrà nel primo week end di luglio, in Austria. Naturalmente questa situazione anomala ha lasciato degli strascichi manifesti che vanno dallo slittamento di un anno delle nuove regole tecnico-sportive inizialmente previste per il 2021, alla definizione di un budget cap ridimensionato (accordo vicino a 145 milioni di dollari, nda). Queste le ripercussioni più evidenti, ma ve ne sono delle altre. A partire dal rinnovo della carica di presidente della FIA.
Jean Todt, diventato n°1 dell’ente di Place de la Concorde il 23 ottobre del 2009 in un tenzone abbastanza “comoda”che lo vide vincitore nei confronti di Ari Vatanen, non può ripresentare la sua candidatura poiché sarebbe al terzo mandato (il secondo fu rinnovato con voto unanime il 6 dicembre del 2013, nda). Cosa, questa, vietata dalle norme interne. Ma, come specificato in precedenza, viviamo tempi anomali. In questi mesi le energie dei membri della FIA sono state totalmente assorbite dalla riorganizzazione di tutti i campionati che si disputano sotto la sua egida. Pertanto, data anche l’assenza di candidati concreti, si è stabilito di allungare di 12 mesi il mandato di Todt. Un sorta di “regime di prorogatio” per disbrigare le pratiche correnti – e che pratiche considerando il contesto storico – per preparare con calma ed attenzione la successione in un ruolo chiave per il mondo del motorsport.
A proposito di passaggio di mano: chi potrebbe prendere l’eredità del dirigente transalpino? Il primo nome circolato qualche settimana fa portava direttamente in Italia. Luca Cordero Di Montezemolo, un manager che ha gestito decine di aziende nella sua lunghissima carriera, sembrava essere il concorrente col pedigree giusto. Poi è arrivata la smentita del diretto interessato che ha spento le voci che montavano dopo che il suo nome era stato fatto da Bernie Ecclestone, eminenza grigia del mondo del motore il cui peso politico si è affievolito ma mai realmente eclissato dopo aver ceduto la Formula Uno agli americani di Liberty Media.
Al momento l’unica opzione credibile che si profila all’orizzonte è quella che conduce ad Alejandro Agag, gran capo della Formula E. Una laurea in materie economiche, trascorsi da parlamentare spagnolo ed europeo, gran consigliere del Primo Ministro Josè Maria Aznar, proprietario e gestore di team di GP2 e membro di spicco in una cordata che rilevò il Quees Park Ranger Football Club, Agag ha sviluppato una serie di competenze e ha intessuto tanti e tali intrecci nel mondo della politica, della finanza e dello sport che l’anno portato a capo della serie elettrica che sotto la sua gestione sta conoscendo una stagione di grandi successi commerciali e mediatici. Il curriculum dice che potrebbe essere la persona giusta anche se dovrà risolvere il suo legame con la F.E. per prendere definitivamente i pieni poteri in seno alla FIA.
Un nome molto accreditato, quello di Agag, che sembra poter essere un’opzione decisamente credibile. Ma attenzione, c’è un vecchio adagio che potrebbe essere esplicativo della situazione: “Chi entra papa in conclave, ne esce cardinale”. Insomma, la candidatura è talmente scontata che potrebbe bruciarsi. E non sarebbe la prima volta nella storia del motorismo sportivo. Staremo a vedere, un anno è lungo e tante cose potrebbero avvicendarsi facendo vacillare la paventata designazione dello spagnolo. Per ora la FIA resta saldamente nelle mani di Todt che continua ad essere impegnato per tirar fuori il motorsport dalla crisi finanziaria in cui è caduto.
Autore: Diego
Catalano– @diegocat1977
Foto: F1, Formula E
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Tutto molto bello,tranne l'articolo Hamilton che nn ho letto perché penso che nonostante la sua bravura il merito dei suoi successi vada a MB. Con Rosberg ha perso! Salut❣