Stagione 2020: chance di ripresa e opportunità
Una settimana fa, Chase Carey (numero uno di Liberty Media) annunciava la volontà di dare il via alla stagione 2020 il 5 luglio in Austria. Si sta cercando di formare un calendario che abbia tra i 15 e i 18 appuntamenti, ma sappiamo che purtroppo la situazione non è semplice. Molti paesi europei stanno iniziando quella che i politici hanno definito come ‘fase 2’. L’Italia vi è entrata oggi, ma questo non vuol dire che il rischio sia terminato. Anzi. Questo è il periodo in cui occorrerà fare più attenzione. La Formula Uno vuole correre in Austria per dare vita a quella che dovrà essere una stagione di corse. Non interessa a nessuno effettuare, per esempio, 2 o tre eventi a luglio per poi essere costretti a chiudere tutto e a quel punto non ripartire più prima del prossimo anno.
Il danno sarebbe enorme… Meglio optare per rinviare tutto al 2021 adesso piuttosto di essere in presenza di uno scenario simile tra qualche mese. Basta pensare che alle perdite del team per assenza di corse, vi si andrebbero a sommare anche quelle logistiche e i costi sostenuti per dare vita a quei pochi eventi. Tuttavia non possiamo pensare sempre in modo pessimistico. Una ripresa ci deve essere, in Europa sembra che le misure attuate dai governi per contenere il virus stiano funzionando, quindi è lecito provarci, ma…
Carey sta puntando ad avere un inizio europeo (sicuramente a porte chiuse), andandoci poi a spostare in Eurasia da metà settembre e terminare la stagione nei paesi del Golfo Persico, passando prima per il continente asiatico. A tal proposito, nei giorni scorsi, Alejandro Agag (presidente della FormulaE), ha espresso il proprio parere sulla linea dettata da Liberty parlando all’agenzia ‘Reuters’: “Immagino che le chance di successo per un calendario così composto siano del 50%. Speriamo che per il mese di agosto sarà possibile disputare altre gare… ma chissà. Non sappiamo ancora se i confini saranno aperti, e se ci imporranno periodi di quarantena all’ingresso dei Paesi. Per quanto ci riguarda, cercheremo di fare la stessa cosa della Formula Uno, anche se non sono sicuro se sia una strada del tutto percorribile…”
Al momento, l’Europa sembra essere l’unico porto ‘sicuro’, con i politici che si aspettano che al più presto venga emessa una direttiva che regolarizzi la libertà di viaggio all’interno dell’unione. Quello che sembra essere certo è che vi saranno alcuni doppi appuntamenti sulla stessa pista. Questo perché continuano a non essere molti i paesi che riescono a tenere Covid-19 sotto controllo. L’Austria è uno dei migliori, quindi la probabilità che si possa gareggiare a Spielberg il 5 e il 12 luglio è abbastanza buona, ma poi dove si potrebbe andare? I contagi e il numero di morti continua a crescere in Gran Bretagna. L’Ungheria ha vietato le manifestazioni fino metà agosto. In Belgio e nei Paesi Bassi le politiche sono ancora molto severe…
Da questo presupposto, secondo ‘Auto Motor und Sport’ si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di correre in luoghi inizialmente non previsti nel calendario originale: Germania e Portogallo potrebbero garantire ottime soluzioni. Tornando alle parole di Agag, invece non è ancora del tutto da evitare il fatto di pensare di gareggiare solamente in Europa. Gli unici paesi che potrebbero essere disposti tra qualche mese a garantire un evento sono Cina, Vietnam, Azerbaijan, Bahrain e Abu Dhabi. Sono stati in cui il contenimento sta funzionando, ma chi ci dice che tutto resterà così invariato in futuro? Noi ovviamente ce lo aguriamo, non solo per il campionato.
Poi ci sono i continenti Americani, nel pieno della lotta contro il virus: quindi da scartare USA, Messico e Brasile. Tra i paesi in piena battaglia, anche se torniamo verso l’Europa e l’Asia, troviamo la Russia, certamente molto in difficoltà. I nodi da sciogliere prima di poter comunicare un calendario effettivo sono ancora molti e prendere delle decisioni non è mai stato così complesso come in questo momento storico.
Licenziamenti e opportunità
Lo abbiamo detto già svariate volte: l’obiettivo minimo di Liberty è avere un calendario con un numero maggiore di 8 gare per vedere assegnato il titolo mondiale, mentre il sogno è quello di averne almeno 15 per non dover ritrattare tutti i contratti inerenti ai diritti televisivi. Resterebbe tuttavia il problema con gli sponsor che, se non soddisfatti dal numero conclusivo di eventi, potrebbero voler rivedere gli accordi presi sia con la categoria che ‘privatamente’ con i singoli team. In questa fase, per poter garantire il regolare pagamento dei dipendenti, stando a quanto rivela ‘Auto Motor und Sport’, Chase Carey avrebbe erogato 2 milioni di dollari verso le casse di Renault, Racing Point, Alpha Tauri, Alfa Romeo e Haas. Gli altri team, ricevendo premi derivanti dalla posizione in classifica ottenuta l’anno precedente oppure riguardanti l’impegno sostenuto negli anni all’interno dello sport (bonus storico), non ne avevano bisogno.
Denari che fanno comodo, ma che non basteranno a fermare la forte ondata di licenziamenti prevista dalla fine di giugno a seguire. Situazione drammatica, che però secondo ‘AMuS’ potrebbe anche garantire un’opportunità. Qualcuno potrebbe cogliere l’occasione per mettere su un team di Formula Uno e sfruttare la situazione per un ingresso a basso costo. A Liberty farebbe comodo in un momento simile avere più squadre presenti sulla griglia e potrebbe cercare di agevolarne l’ingresso a livello economico. In più i nuovi team potrebbero assumere personale già molto qualificato e con un bel bagaglio di esperienza alle spalle, ritrovatosi appiedato per cause di forza maggiore.
Ovviamente tutte supposizioni, che talvolta potrebbero risultare anche come degli inviti. Perché nei momenti di crisi si celano sempre piccole e grandi opportunità. Sta solo a noi decidere di coglierle.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 – Formula Uno