Webber: “Ferrari ha logorato Vettel; tedeschi e italiani sono troppo diversi nel lavoro”
Dalla data dell’annuncio del clamoroso divorzio fra Sebastian Vettel e la Scuderia Ferrari, le opinioni a proposito si sono sprecate sia fra gli addetti ai lavori, che in seno agli appassionati. Aggiunge la propria Mark Webber ed è destinata a fare non poco rumore! Innanzitutto perché si tratta di una persona che ha avuto modo di rapportarsi a Seb direttamente, essendo stato suo compagno in Red Bull per cinque stagioni, e poi per i contenuti senza filtri delle sue parole.
“Sebastian ha fatto del suo meglio per costruire la squadra e mettersi nella posizione di vincere il campionato con la Ferrari, ma non è accaduto”, ha dichiarato il quaratreenne australiano a “The Race”. Per Webber, il motivo dell’insuccesso del binomio a Vettel-Ferrari, risiede nella profonda differenza di attitudine fra tedeschi e italiani. Un fatto culturale, insomma: “Credo che la sua fiducia sia stata scossa dalla mancata amalgama con la cultura italiana. Esiste una sorta di “modo tedesco” di fare le cose, quasi robotico. Inglesi, australiani, neozelandesi e sudafricani sono nel mezzo. Poi ci sono gli italiani, all’opposto. Dunque penso che il matrimonio lo abbia logorato.”
Ora, è indubbiamente vera l’esistenza di una base di approccio tipica del contesto nazionale di provenienza, ma lo è altrettanto il fatto che stiamo parlando di un ambiente internazionale, profondamente meticciato, in cui il livello di professionismo di tutti è tale da limare gli spigoli di queste differenze di partenza. Senza contare il fatto che (ok le persone coinvolte erano diverse, ma medesime le provenienze) il rapporto fra un altro tedesco, Michael Schumacher e la scuderia di Maranello, ha prodotto ben altri risultati. A mio modesto parere, Webber guarda a monte, impantanandosi negli stereotipi, quando, invece, ciò che ha eroso la fiducia reciproca sta a valle, nelle ultime due stagioni.
Viceversa, il rapporto di Vettel con l’italianità è stato sempre ottimo, non solo per l’uso della lingua, ma per quella vena caratteriale propria che di natura lo ha reso più simile alla latinità. Va bene, ho aderito anch’io allo stereotipo dicendo questo, ma la mia intenzione è dimostrare quanto, alla fine, sia la persona nella propria singolarità, rapportata a quella delle altre, a pesare sul serio. E quella di Vettel si è sempre naturalmente sposata benissimo con l’ambiente Ferrari. Non credo assolutamente, quindi, che lo sfilacciamento dei rapporti stia attribuibile a ciò che sostiene l’australiano, anche perché in 4 stagioni corse per il Cavallino, la cosa sarebbe saltata agli occhi da molto: vuoi con team radio, dichiarazioni o voci. No, Sebastian ha sempre amato la sua squadra, trovandosi a proprio agio con il modo di lavorare che è stato sempre condiviso, senza dissapori.
I guai sono stati altri e ne ho già scritto: l’incapacità di gestire l’equilibrio fra Vettel e Leclerc, uno sbilanciamento verso l’esplosione del monegasco con una tutela del tedesco espressa solo a parole; una fiducia esclusivamente formale, in realtà vuota, visto che l’idea di futuro era già chiara e non lo includeva, se non a prezzo di un ribasso di peso e considerazione.
Webber si è espresso anche sul futuro del suo storico teammate, sia a breve che a lungo termine. Così, sull’incombente stagione ridotta 2020: “Penso che ora come ora non sia neppure troppo motivato nel guidare una Ferrari e, ovviamente, una mancanza di stimoli rappresenta un grosso problema per uno sportivo.” Anche qui mi tocca dissentire con il buon Mark, premettendo, però, che in questo caso la verità non è oggettiva come nel caso precedente, ma profondamente personale e risiede solo nel cuore e nella testa di Seb. Per come vedo io il cinque volte campione del mondo, penso che il mancato rinnovo, unito all’incertezza di poter guidare ancora per un top team, potrebbero essere anche una straordinaria motivazione per voler dimostrare quanto ancora possa valere. Certo, mi auguro che Ferrari sia equa nel trattamento sugli aggiornamenti, dando la possibilità ai propri alfieri di gareggiare a pari condizioni, nonostante la certa partenza del tedesco.
Infine, Webber parla del 2021. “Sinceramente, non so dove potrà andare Vettel nella prossima stagione. Ha trascorso tutta la sua carriera con squadre di vertice, tranne per il primo anno alla Toro Rosso, dove comunque ha vinto un gara (a Monza nel 2008 ndr). Si parla della Renault, ma io non ce lo vedo proprio. Credo si prenderà almeno un anno sabbatico, poi valuterà se ritornare. Certo, ha iniziato a vincere prestissimo e ha in bacheca una marea di trofei; per questo non sarei sorpreso se decidesse di ritirarsi, ma spero davvero che non la faccia.” Qui, non posso che concordare con Mark: il ritiro di Vettel inciderebbe una ferita in chiunque ami il motorsport: vedere la parabola del 5 volte campione del mondo interrompersi in questo modo, non potrebbe che essere un pugno allo stomaco.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys__
Foto: Red Bull – Ferrari