Formula 1

Weber riscrive Jerez 1997: “Schumacher fu troppo morbido con Villeneuve”

Nella carriera di un campione, di qualsiasi campione, c’è sempre un lato oscuro. Un momento torbido figlio di una scelta errata. Un attimo di appannamento delle facoltà cognitive. La tensione, la pressione, l’agonismo, l’adrenalina, mescolati, sono un mix esplosivo che può determinare una manovra errata che marchia a fuoco quel dato uomo di sport. A questa regola non scritta non sono sfuggiti i maestri del motorsport. A questa beffarda consuetudine s’è dovuto piegare anche il più grande di sempre: Michael Schumacher. Diversi gli episodi che l’hanno coinvolto nella sua lunga saga sportiva, ma quello più clamoroso è sicuramente il fattaccio di Jerez de la Frontera 1997 quando, sorpreso dalla profondissima staccata di Jacques Villeneuve che lo seguiva con la sua Williams FW19, perse il controllo di sé e cercò di fare giustizia sommaria con una ruotata in diretta mondiale che indignò tifosi e quel Gianfranco Mazzoni che, durante la diretta, condannò con parole durissime il gesto del fenomeno di Kerpen.

La maldestra e deliberata azione fece così tanto scalpore che si arrivò addirittura a pensare di penalizzare il tedesco nel campionato successivo. Alla fine, come spesso accade in Formula Uno, fu percorsa la strada del compromesso: le cinque vittorie stagionali dell’ex Benetton furono convalidate ma gli furono tolti tutti i punti ottenuti in stagione. Una sorta di sanatoria che però non ha mai cancellato il clamore dell’azione bocciata dalla storia.

Michael Schumacher osserva Jacques Villeneve dopo il botto alla Dry Sack

Michael Schumacher non è stato solo un pilota. È stato ed è tutt’ora una marchio. Un’icona. Un’azienda che ha bisogno di figure che ne gestiscano l’immagine, gli affari e, perché no, le linee comportamentali. Comprese quelle da tenere in pista. Dietro l’imperatore ferrarista c’è sempre stato un personaggio di grande importanza per le sorti della sua carriera: Willi Weber. Manager, consigliere, faccendiere, facente funzioni. Una sorta di plenipotenziario i cui suggerimenti erano ascoltati ed applicati in maniera maniacale da Michael. Quel “Mr. 20%” (questo il soprannome del manager a cui spettava quella somma degli incassi del suo assistito) che, a distanza di 23 anni, è ritornato su quell’episodio segnante che ancora accende gli animi. Che tuttora divide in una guerra di fazioni che non trova un punto di sintesi. Un momento d’accordo.

E le parole proferite quella polemica non la sopiranno. Anzi, la alimenteranno come lo scirocco d’agosto fa con le fiamme in un incendio boschivo. “Dopo il fattaccio parlai a Michael come amico e non come manager. Era mio dovere. Gli chiesi cosa gli fosse preso – ha riferito il Weber al sito Motorsport-Total – e aggiunsi che se gli fosse ricapitata l’occasione avrebbe dovuto fare come come Ayrton Senna con Alain Prost. Dovevano uscire entrambi fuori, con nessuno dei due in grado di continuare la gara”. Affermazioni sicuramente schiette e sincere ma eticamente gravi e condannabili. Soprattutto se si parla di un pilota che siede sul trono della Formula Uno.

Ma le stilettate dell’uomo d’affari tedesco non si sono esaurite con le succitate dichiarazioni. E’ andato oltre e, nei limiti del possibile, ha rincarato la dose. Il riferimento è a quanto è accaduto nelle ore successive, nei momenti in cui il pilota ha dovuto fare i conti con la sua topica e con la morale che lo richiamava e lo bacchettava severamente. “Michael era in condizioni psicologiche che raramente avevo visto prima. Era tanto arrabbiato quanto disperato. Sentiva forse il bisogno di domandare scusa perché era conscio di aver commesso un gravissimo errore. Le persone del segno zodiacale del Capricorno generalmente non fanno errori. Se pensano di non essere i responsabili non si sentono in dovere di chiedere scusa. E’ semplice”.

Willi Weber e Michael Schumacher

Insomma, uno degli episodi meno limpidi e più controversi della settantennale storia della massima categoria spiegato e giustificato anche con la matrice zodiacale. Gli astri come come scusante sono un inedito totale, va detto. Affermazione grottesca ma anche coraggiosa, bisogna riconoscerlo. Ma si può comprendere un siffatto e risibile punto di vista considerando che viviamo anni in cui qualcuno sostiene con forza assurde teorie complottiste basate sulla presunta pericolosità della nuova tecnologia 5G, su vaccini somministrati inconsapevolmente ed altre assortite corbellerie che fanno sempre più presa su un pubblico che preferisce strampalate spiegazioni alla veridicità della scienza. Viviamo tempi strani. Weber s’è adeguato al contesto.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1

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Diego Catalano