Anteprima Gp Ungheria 2020: Ferrari cerca riscatto…
Dopo una lunga permanenza sul tracciato di Spielberg, è arrivato il momento di spostarsi su un nuovo circuito, quello dell’Hungaroring. In Austria nonostante due gare asciutte, abbiamo assistito a due eventi abbastanza differenti. Nel primo abbiamo visto molti problemi legati all’affidabilità, e anche se la Mercedes è risultata vincente (con Bottas prima e con Hamilton poi) in entrambi gli appuntamenti, la Red Bull invece è sembrata meno performante rispetto al primo weekend stagionale, dove con Albon era arrivata anche ad attaccare la seconda posizione occupata in quel momento da Lewis Hamilton.
In casa Ferrari invece, si lavorerà ancora per cercare di raddrizzare una stagione che rischia di essere una delle più brutte di sempre. Dopo un Gp d’Austria fin troppo positivo, in cui Leclerc riesce ad andare a podio un po’ per merito e un po’ per fortuna, durante le qualifiche del Gp di Stiria sono emersi tutti i limiti della SF1000. Ed è forse anche a causa di questa frustrazione che poi si sbaglia e i piloti finiscono per terminare la gara sin troppo presto come accaduto domenica. Il venerdì ungherese si prospetta un’altra giornata di lavoro intensa per i tecnici del team italiano, che dovranno in qualche modo ‘recuperare’ i dati andati persi domenica e metterli a confronto con gli ultimi aggiornamenti in arrivo dalla fabbrica di Maranello.
Anteprima Gp Ungheria 2020: Orari Italiani
Anteprima GP Ungheria 2020: Layout
L’Hungaroring si compone di 14 bellissime curve (8 a destra, 6 a sinistra) per una lunghezza complessiva di 4,381 Km. Considerato una delle piste più probanti e divertenti della stagione, essendo caratterizzato da alcuni tratti stretti e tortuosi, riporta spesso i piloti a rispolverare uno stile di guida più vicino ai kart che non alle monoposto. Essendo stato inaugurato nel 1986, e da quel momento mai escluso dal calendario di Formula Uno, il tracciato si appresta ad ospitare quella che sarà la sua 35° edizione.
Costruito a Mogyoród, comune posto a 25 km dalla capitale Budapest, il circuito si trova collocato a 238 m sul livello del mare presentando un dislivello massimo di circa 26 m. Quattro sono i tratti ad alta velocità: la retta principale e i segmenti che vanno da curva-1 a curva-2, dalla 11 alla 12 e quello a comporre la serie di curve 3-4-5, con la 4 che si fa in settima marcia. Le curve lente sono la 1, la 2 e la chicane presente nel secondo settore (curve 6,7) dove a fare la differenza sarà la motricità delle varie vetture. Un tracciato corto che privilegia senz’altro trazione ed aderenza meccanica. Data la sua conformazione, il maggior numero di sorpassi lo si vedrà in uscita delle zone DRS, con curva 1 che sarà sicuramente ancora luogo di intense battaglie.
Anteprima GP Ungheria 2020: Aerodinamica e DRS
Per affrontare al meglio le sfide dettate dall’Hungaroring, alle vetture è richiesto un alto livello di carico per ottenere la migliore assistenza in frenata, che come dicevamo si rivelerà particolarmente importante in ingresso di curva-1, curva-2 e curva-6. Risultare veloci nel secondo settore sarà figlio di un buon bilanciamento aerodinamico, che i tecnici cercheranno di conseguire andando a regolare accuratamente l’incidenza dell’ala anteriore non prima però di aver determinato quella posteriore. In Ungheria sarà più che mai indispensabile fornire la necessaria spinta verticale ed ottenere così la giusta aderenza per essere i leader nel tratto guidato della pista.
Sarà possibile utilizzare il DRS sulla retta del traguardo e sull’allungo tra Curva 1 e Curva 2. Il detection point si trova in frenata di Curva 14 e attiverà il dispositivo in entrambe le zone. La carreggiata piuttosto stretta rende i sorpassi molto complicati, ragion per cui la qualifica risulterà più che mai determinante. Il delta velocità di cui sarà possibile giovare tramite l’apertura dell’ala mobile si attesterà attorno ai 13 km/h sul rettifilo principale.
Anteprima GP Ungheria 2020: Power Unit
Circuito non particolarmente servero per l’endotermico che lavora a pieno regime per il 65% del tempo sul giro, mentre risulta più importante il lavoro della parte ibrida. Dall’energia cinetica e dall’entalpia dei gas di scarico in eccesso si recuperano 748 kj (MGU-K ) e 2800 kJ (MGU-H), per un totale di 3548 Kj. Contributo elettrico che porta ad un guadagno di circa due secondi per ogni giro e 23 km/h, addizionali, di velocità di punta.
Dal rapporto peso potenza calcolato ricaviamo che 10Cv, all’Hungaroring, corrispondono ad un valore di 0,21s per giro. Tracciato corto, che caratterizzato da basse velocità di percorrenza in curva unito alla scarsità di allunghi, contribuisce ad un innalzamento delle temperature, rendendo particolarmente critico il raffreddamento del motore e dei suoi accessori. Dunque non si può certo escludere la possibilità che alcuni team vadano ad utilizzare cofani con sfoghi maggiorati per far fronte a questo tipo di problematiche.
Anteprima GP Ungheria 2020: Carburanti e trasmissione
Il consumo è molto elevato vista la configurazione da alto carico aerodinamico. In alcune fasi sarà necessario fare “fuel saving” sperando magari anche in un ingresso da parte della Safety Car che permetterebbe così ai piloti di poter spingere per più tempo durante la gara. 105 Kg è il carico di carburante stimato al completamento della stessa. Per quanto riguarda l’utilizzo della trasmissione, questa componente non risulta molto stressata durante la lunghezza totale del giro, nel corso del quale è prevista una media di dirca 50 cambiate (distanza totale Gp d’Ungheria 70 giri).
Anteprima GP Ungheria 2020: Impianto frenante
Nonostante il circuito dell’Azerbaijan sia più lungo di 1,6 Km, in Ungheria, proprio come a Baku i freni vengono utilizzati 11 volte al giro. L’Hungaroring presenta solamente 3 frenate significative in cui i dischi vengono impiegati per oltre 2 secondi. Nell’arco dell’intero giro entrano in funzione per un totale di 17 secondi e mezzo, ovvero il 23% di un tempo di qualifica. Valori più alti li troviamo solo in occasione del GP di Monaco con il 27% e del GP di Singapore con il 25%. La decelerazione media subita in frenata, invece si attesta sullo stesso valore che incontriamo in Francia a Le Castellet, ovvero 3,1g. Anche grazie alla poderosa staccata di curva 1, dalla partenza fino alla bandiera a scacchi, ciascun pilota avrà esercitato sul pedale del freno una forza pari a 55 tonnellate e mezza. Impegno fisico tra i più alti del Mondiale.
Delle 11 frenate dell’Hungaroring 3 sono classificate come impegnative, una è di media difficoltà e le 7 restanti sono light. La più dura, come dicevamo è la prima dopo il traguardo: si stacca a 135 metri dall’inserimento quando ci si trova a 335 km/h. L’ingresso in curva-1 avviene ad una velocità di 107 km/h. Affinché questo sia possibile però dai piloti è richiesto un apporto sul pedale del freno di 179 Kg, per un tempo di 2,57 secondi, mentre nello stesso frangente si subisce una decelerazione di 5,4g. Frenata altrettanto probante quella di curva-12: in cui si passa da 294 a 123 Km/h in soli 1,97 secondi impiegando una distanza di 102 metri. In questa circostanza i piloti subiscono una decelerazione di 4,5g con un carico richiesto di 115 Kg sul pedale. Nelle altre curve, come ad esempio la 8, la 9 e la 11, il freno viene utilizzato per perdere dai 40 ai 45 Km/h di velocità. Per questa ragione il carico sul pedale è ritenuto piuttosto insignificante attestandosi tra i 15 e i 20 Kg.
Anteprima Gp d’Ungheria 2020: Previsioni Mercedes
Il team teutonico, dopo il quasi perfetto doppio weekend austriaco (doppietta ottenuta soltanto nel secondo appuntamento e sfumata nel primo) si dirige verso l’Ungheria sempre con lo stesso obiettivo. Dominare. Si è visto come la W11 sia inarrivabile in qualifica e sia ancora la squadra da battere in gara. Se il primo appuntamento stagionale aveva dato delle speranze in termini di passo alla Red Bull, il secondo le ha tolte quasi tutte. E questo non è solamente merito DAS. Il dispositivo, che permette di controllare la convergenza delle gomme anteriori tramite lo spostamento del volante, al momento è stato prevalentemente utilizzato nell’out-lap delle qualifiche. Il suo impiego nelle prime due gare stagionali è stato quasi nullo: formation lap, e ripartenza dal regime di Safety Car.
Dunque magari sì, il DAS può dare un contributo senz’altro significativo in qualifica, ma in gara poi, apparte rare occasioni, il merito della vittoria è da attribuirsi sopratutto alla bontà del progetto d’insieme della W11. Quindi inutile dire che anche in Ungheria sono di nuovo i favoriti. Hamilton, da vincitore delle ultimi due edizioni del Gp tenterà di fare il tris con Bottas che sicuramente cercherà di fare tutto ciò che è in proprio potere per proteggere la leadership del mondiale (attualmente sono 6 i punti che dividono i due).
Anteprima Gp d’Ungheria 2020: Previsioni Red Bull
All’interno del box austriaco ci si attende un colpo di coda, sopratutto perché l’Ungheria, date le caratteristiche del tracciato, almeno sulla carta, è un terreno di scontro su cui la RB16 dovrebbe troarsi più a suo agio. Come dicevamo lo scorso weekend si è rivelato essere un po’ una delusione per gli uomini di Milton Keynes, con Helmut Marko (portavoce del team) che ha così commentato a ‘Servus Tv‘ il fatto di non essere stati in grado di lottare per la vittoria finale: “Il loro motore è senza dubbio molto potente. Come ogni anno, Honda ha lavorato duramente durante l’inverno, ma a Brixworth hanno fatto dei passi da gigante. Durante la prima gara in Austria siamo riusciti a mantenere il loro ritmo, ma questo è stato possibile solamente a causa delle temperature più alte. Nella seconda gara, invece, con 10 gradi in meno, non abbiamo avuto alcuna possibilità”.
Una stagione iniziata decisamente male con il doppio ritiro alla prima gara (problemi legati alla power unit), e con il risultato della Stiria a minare i sogni e le speranze iridate di Max e compagni. Per mantenere vivo il mondiale, Verstappen sarà chiamato ad una prestazione impeccabile sui livelli dello scorso anno. Edizione in cui fu autore di una straordinaria pole position (la prima in carriera per lui) e dove mancò la vittoria per un niente. Il merito di Hamilton fu quello di credere in una strategia a due soste, grazie alla quale riuscì a raggiungerlo e a superarlo al 67° dei 70 giri previsti potendo contare su gomma Media più prestazionale (Max montava delle Hard).
Anteprima Gp d’Ungheria 2020: Previsioni Ferrari
In casa Ferrari si cercherà invece di ritrovare un po’ di serenità dopo l’incidente avvenuto tra i due compagni di squadra e dopo essersi resi conto di quello che sarà il reale potenziale della SF1000 almeno in questa parte inziale di stagione. Lunedì a Maranello, pare ci sia stato un lungo incontro di menti atto a cercare la giusta configurazione per il Gp d’Ungheria. Alcune delle novità aerodinamiche portate a Spielberg saranno confermate, come l’ala anteriore. Ancora nessun riscontro invece per quanto riguarda il fondo che probabilmente sarà rivalutato nel corso del weekend.
Sono inoltre attese altre novità, la cui entità per ora ci è ignota. La Rossa, sembra aver intrapreso una linea di sviluppo constante che culminerà con un grande update in Spagna (previsto tra un mese esatto). Clima teso per Mattia Binotto costretto ora ad ‘inventarsi’ una reazione decisa che possa sollevare il morale della squadra e possa anche mantenere su di sè la fiducia della dirigenza. Secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera‘, Louis Camilleri (amministratore delegato del Cavallino) starebbe già lavorando ad una valida alternativa. Il nome che volteggia nel vento è quello di Antonello Coletta, attuale responsabile delle competizioni Gt.
Un altro weekend di studio e comparazione attende la Rossa sul circuito dell’Hungaroring. Le prospettive per il weekend non sono assolutamente le più rosee. Per ora impossibile attendersi di più che una lotta con McLaren e Racing Point, con quest’ultima che se dovesse mostrare un buon equilibrio e un buon passo anche in Ungheria potrebbe persino intromettersi nella lotta al podio.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 – Mercedes – Red Bull
Vedi commenti
Riscatto per il 3021.
Ah, Ah
Non vedo come in Ferrari possano ribaltare o quantomeno raddrizzare una situazione pesantemente compromessa modificando un’auto pensata attorno al super motore (fuorilegge). Se avessero avuto idee valide a livello telaistico-aerodinamico, penso le avrebbero usate invece di affidarsi esclusivamente alle zone grigie (nere) della PU. Da notare, infatti, che la rossa è l’unica monoposto che non ha percorso la via del muso stretto con conseguente sviluppo dell’intera macchina...mantenendo essenzialmente la stessa conformazione dal 2017. La realtà è che, con la solita favoletta del riscontro in pista che non combacia coi dati del computer, cercano di nascondere il divario tecnico dagli inglesi. Aerodinamica, telaistica, soprattutto sospensioni sono ambiti nei quali sono carenti. Vedi ultimo disastro della scatola del cambio che flette. Speravo fossero riusciti a creare un qualche polo della F1 a Maranello, invece non è così. Sono riusciti a non sfigurare nel triennio 2017-2019 soltanto grazie al motore tarocco. Che, tolte le furbate, si rivela il peggiore del circus. Quindi, non sono capaci di fare neanche quello. Pensare che questo fatto costò il posto al povero Marmorini, a questo punto colpevole tanto quanto gli altri. Binotto ha già le valigie pronte. Senza, ovviamente, aspettarsi che poi le cose miglireranno.