Ferrari: ombre, sospetti, spie
Ferrari nell’ombra, per via delle prestazioni mostrate in pista. Ferrari che brancola nel buio, senza riuscire a comprendere il motivo di un simile tracollo. Ora, sulla via di Silverstone, emerge un copione da 007, con tanto di sospetti e presunto spionaggio industriale. La Rossa non fa parlare di sé per le vittorie, ma ora diventa la protagonista di un film noir: tinte fosche e prestazioni sbiadite sarebbero il risultato di una sorta di sabotaggio.
Ma andiamo con ordine. Questa mattina, dalle colonne del Corriere della Sera, arriva una notizia clamorosa, in grado di scuotere gli animi degli appassionati di Formula Uno. La fonte è Giorgio Terruzzi. L’incomparabile penna del motorsport, sempre pronto a stupire con racconti emozionanti e sorprendenti pagine di storia, oggi riporta l’ipotesi di una nuova spy story, nella quale si potrebbe ravvisare il motivo della débacle Ferrari. La genesi di tutto questo sarebbe da ascrivere al ‘peccato originale’ della vittoria Monzese. Leclerc coglie la mela proibita per la seconda volta di fila, grazie a un Cavallino inarrestabile, spinto dall’immenso cuore dei tifosi, ma soprattutto da un infallibile motore, così potente da ridimensionare il divino Hamilton e la sua celestiale Mercedes.
A questo punto gli altri team insinuano che la ripresa della Rossa, capace di conquistare tre vittorie di fila e ben sei pole dopo la pausa estiva, sia in realtà frutto di una palese violazione delle regole. Si afferma, più o meno velatamente, che la power unit di Maranello sia illegale. Le accuse si sprecano, soprattutto in casa Red Bull e Mercedes. Tuttavia, chi di dovere, a seguito delle dovute indagini, non trova nulla che possa provare l’irregolarità della vettura. Ma, proprio quando la tempesta pareva passata, ecco arrivare l’elemento in grado di rimescolare le carte a sfavore della Ferrari. Una sorta di talpa avrebbe trasmesso alla FIA dei documenti in grado di dimostrare che a Maranello si erano presi qualche licenza di troppo.
A rivelarlo, secondo quanto riportato da Terruzzi, sarebbe stato proprio un tecnico della Federazione. In seguito alla scoperta di questi dati, si sarebbe avviata un’indagine ufficiale, resasi necessaria dopo le forti pressioni da parte di una squadra rivale. Anche Leo Turrini, nel corso di un’intervista rilasciata a OA Sport, si dice certo di un caso di spionaggio industriale, che avrebbe determinato il calo di prestazioni della Rossa:
“Qualcuno ha fatto avere alla FIA alcuni documenti che dimostravano come la Ferrari interpretasse il regolamento in modo troppo ‘audace’. Una talpa, in accordo con i concorrenti del Cavallino, ha permesso che la Federazione internazionale riaprisse l’inchiesta tecnica riguardo al motore. Si è trattato di una palese violazione del segreto industriale e questo fa comprendere il motivo del famigerato accordo. La Ferrari non ha ricevuto penalizzazioni, ma ha dovuto accettare di eliminare quella soluzione.”
In effetti le parole di Turrini chiarirebbero il motivo di un mancato provvedimento nei confronti della Rossa e spiegherebbero anche il motivo delle dichiarazioni sibilline di Binotto in merito alla ‘proprietà intellettuale‘ (leggi qui le dichiarazioni del TP). Ma ci sarebbe anche di più, un’ulteriore anomalia che farebbe propendere per la tesi del ‘complotto’ ai danni di Maranello. A tal proposito il giornalista e scrittore di Sassuolo afferma:
“Le nuove direttive della FIA hanno condizionato anche le altre squadre, eccetto la Mercedes. Le vetture motorizzate con il propulsore tedesco vanno quasi il doppio delle altre. Si tratta di una bella stranezza. La Racing Point è uguale alla W10. Stando al regolamento le scuderie possono cedere alcune parti delle monoposto ai loro team satelliti. Ma questo non può avvenire per quanto riguarda le prese d’aria dei freni. E Tombazis, direttore tecnico della FIA, ha ammesso che questo particolare non è stato controllato.”
Così, mentre in Ferrari si è lavorato per riadattare il progetto alle regole, con la conseguente perdita prestazionale, altri team si sarebbero presi alcune ‘licenze’. Terruzzi addirittura, riferendosi al propulsore italiano, parla di “unico motore ‘pulito’ in gara” attualmente, a causa di “un passo indietro di decine di cavalli“. Tutte le squadre infatti lavorerebbero ai limiti del regolamento, ma la Federazione non avrebbe il potere di provare con certezza una presunta irregolarità. A meno, naturalmente, di non recuperare prove certe, come avvenuto in questo caso.
Alla fine, comunque si voglia giudicare la situazione, la Ferrari ne esce ancora una volta da perdente. Minimo il peso politico, nulla la capacità di contrastare l’eventuale ingiustizia subita. Toto Wolff diviene persino arrogante, permettendosi di sbeffeggiare Binotto. Una vendetta servita fredda dopo il veto Ferrari che, di fatto, gli ha impedito di diventare il nuovo boss della Formula Uno (per saperne di più leggi qui). Una vendetta di chi cova più di un rancore, sotto le ceneri confortevoli del quieto vivere.
Di certo, se si dimostrasse la veridicità delle affermazioni riportate, la Formula Uno subirebbe un profondo scossone. Pur non permettendomi di dissentire e sposando in gran parte la teoria di una nuova spy story, ritengo che la narrazione dei fatti sia leggermente tendenziosa. Mi spiego meglio. Non dubito che ci sia stato un passaggio di informazioni dettagliate che hanno portato alla luce l’irregolarità del propulsore Ferrari. E, del resto, sarebbe coerente con i misteriosi silenzi del Cavallino. Ma trovo che non possa essere l’unica spiegazione delle sofferenze patite dalla Rossa in questo 2020. Il disastro è figlio di una gestione che non ha ancora saputo arginare il caos del dopo Marchionne, di una mancata unità d’intenti, di una dirigenza totalmente inadeguata.
Quest’anno sciagurato per l’intera umanità ha tolto la maschera alla Ferrari. Via le illusioni, via i sogni. Il velo di Maya è caduto rivelando la scarna nudità di un Cavallino sofferente. Troppo instabile, troppo incoerente. Privo di quella forza che lo ha fatto divenire rampante. Ora pare un ronzino in cerca di biada, che va al passo, che ha smarrito la strada. Abbiamo un disperato bisogno che ritorni a galoppare, pur a costo di vederlo scalciare, pur permettendogli di imbizzarrirsi. Ci auguriamo di assistere a un suo spettacolare salto, per scavalcare l’ostacolo finalmente a testa alta, in luogo di aggirarlo.
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 – Ferrari
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Ma quanto bene scrivi? Complimenti
Non capisco perchè quando si fa un'analisi si debba sempre fare la somma di tutto per avere un unico valore finale (che spesso è zero o di neutralità): un conto è la spy story del motore 2019 che magari affonda le radici in Sassi nel 2018, un conto è invece il progetto 2020. Mi sembra un pò il modo di fare di quelli che dal lunedì al venerdì dicono che la Racing Point è la copia della W10 mentre il sabato e la domenica ne esaltano le prestazioni in qualifica ed in gara con il risultato che alla fine il giudizio è neutro.