Formula 1

Ferrari propone il modello MotoGp basato sui team clienti: la F1 si oppone

Quante volte, in questo inizio stagione, abbiamo letto o sentito le definizione “Mercedes Rosa” in relazione alla Racing Point RP20. Una monoposto – usiamo un eufemismo – che “somiglia” molto da vicino alla Mercedes W10 che nel 2019 ha dominato entrambe le classifiche. Un progetto che sembra essere stato fatto con la carta carbone e che ha sollevato più di una polemica sin dai primi giri effettuati durante i test di Barcellona. Tanto che la Renault, sia in Stiria che in Ungheria, ha presentato due reclami ufficiali ai commissari della FIA per quanto attiene l’impianto frenate. Che altro non è che la punta di un iceberg tecnico visto che gli spifferi sul passaggio di progetti da Brackey a Silverstone si stanno facendo sempre più insistenti. Le eventuali colpe della Racing Point F1 sono in fase di vagliatura e le risposte sulla conformità dovrebbero arrivare a cavallo dei due Gran Premi britannici. Ma, al di là del verdetto, il caso di specie ha aperto ad una tematica più ampia, che potrebbe fare gola ad alcuni top team e alle squadre di seconda fascia che sgomitano per un posto al sole.

La tanto chiacchierata Racing Point RP20

L’idea dei team clienti, in F1, non è mai stata sdoganata. Esiste qualcosa che vi somiglia (Haas con Ferrari, Alpha Tauri con Red Bull, Racing Point con Mercedes), ma che non trova riscontro in norme codificate che lo rendano un modello totalmente legale. In soldoni, nel mondo delle quattro ruote, non accade ciò che in MotoGP succede con soddisfazione reciproca dei top team che vendono dei pacchetti tecnici preconfezionati e delle compagini di livello inferiore che li vanno ad acquistare. E che, sovente, sciorinano prestazioni dello stesso livello delle scuderie ufficiali.

Non è una sorpresa, dunque, che una squadra come la Ferrari, intorno alla quale orbitano Haas e Alfa Romeo, abbia almeno preso in considerazione di mutuare l’esempio delle due ruote. “Durante il periodo di chiusura causato dal Covidha spiegato Binotto abbiamo portato l’idea di considerare l’introduzione dei team clienti come vi sono nella MotoGp. La proposta è stata respinta dalla totalità dei protagonisti, dalla FIA ai team”.

E’ lo stesso team principal ferrarista a spiegare i motivi di un rigetto definito fisiologico per la Formula Uno: “E’ una decisione che abbiamo preso tutti insieme. Come ha sottolineato Marcin Budkowski della Renault, ogni singola squadra deve essere indipendente, deve essere capace di progettare e realizzare i proprio sviluppi. Il nuovo Patto della Concordia e i nuovi regolamenti ci forniscono i mezzi per mantenere le caratteristiche attuali della F1. Sarà bello – ha chiuso Binotto lanciando una frecciata alla Racing Point– avere dieci squadre diverse che presentano in griglia dieci monoposto diverse tra loro”.

L’Alfa Romeo C39 alla presentazione

Le parole dell’ingegnere ferrarista non sono casuali e si incastrano in una tempistica ben precisa. Ossia nel bel mezzo del contrasto tra alcune squadre e la Racing Point accusata di aver sfruttato progetti della Mercedes per concepire la creatura che sta disputando la stagione 2020. Qualcosa che coinvolge, più o meno direttamente, la stessa scuderia diretta da Toto Wolff che quei progetti li avrebbe dovuti fornire allo staff di progettisti della compagine di proprietà di Lawrence Stroll. Siamo ovviamente nel campo delle illazioni perché nessuna accusa formale è stata mossa al team campione del mondo. E forse la cosa peggiora la situazione perché tra tifosi e addetti ai lavori si sta insinuando il virus del sospetto. Il mondo della F1, in definitiva, si dice contrario al modello MotoGp ma, sotto sotto, tende a scimmiottarlo perché il travaso tecnico tra una vettura e l’altra è una realtà che investe diverse squadre e non solo Mercedes – Racing Point che è semplicemente il caso più clamoroso ed evidente.

Resta una contraddizione di fondo difficile da comprendere: se la Ferrari si è fatta latrice di questa proposta, come mai, a leggere le parole di Binotto, si è unita al coro degli oppositori? Una delle tante stranezze di un mondo che, in tutti i suoi attori protagonisti, raramente esprime linee coerenti. E forse è proprio questa una delle caratteristiche endemiche della Formula Uno.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari @berrageizf1, Ferrari

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Diego Catalano