La solitudine dei numeri primi
Dicono che sia bello vincere sempre. Mettere una cappa grigia sulla massima espressione del motorsport da ben sette anni. Come i sette peccati capitali. Senza interruzione. Mentre gli altri si contendono le briciole elargite con parsimonia e fastidio. Poverini gli inseguitori. Annaspano, rosicano, lavorano come muli, protesi a fare il massimo come se quel miraggio fosse quasi a portata di mano… sembra loro di raggiungere l’obiettivo e poi… restano con un pugno di mosche in mano. Il sogno si allontana di nuovo, come la luce verde per Jay Gatsby.
Hamilton ha la strada spianata per battere ogni record. E ci riuscirà presto, credo. Eppure, in questa brutalizzazione continua della Formula Uno non ci vedo poesia. Ci vedo qualcosa di tetro e solitario: come sa essere solo il potere assoluto. La Mercedes è una macchina che macina e stritola chiunque. Pare proprio che, soprattutto quest’anno, ci provino particolarmente gusto a irridere gli avversari. E, dal loro punto di vista, magari fanno bene.
Vae Victis! Guai ai vinti…
Non ci sono più aggettivi per magnificare le doti degli anglotedeschi…
Sono talmente avanti, in un mix letale di forza economica, tecnica, politica, che si permettono pure il lusso di schierare la W10 colorata di rosa con cui potrebbero, in teoria, occupare sempre le prime 4 posizioni in gara. E sono talmente avanti che ci dobbiamo sentir raccontare, da quelli in rosa, la seguente barzelletta: hanno usato macchine fotografiche. Dovevano essere a raggi X (non so se avete presente, quelle dell’adolescenza pruriginosa dei miei coetanei, fra Postal market e scimmie di mare, beata gioventù…) per riuscire a clonare la W10. E nessuno gli ride in faccia o li manda a quel paese là… ci dobbiamo sorbire le lezioni di filosofia spicciola di Tombazis…
Ovviamente il mio punto di vista è quello di un tifoso ferrarista, e quindi viziato da quella particolare angolazione melodrammatica. Ma, pensateci bene, ha senso vedere un mondiale di questo tipo? Nel 1988 c’erano quei due che viaggiavano in un’altra categoria, ma almeno in ogni gran premio se le suonavano di santa ragione. Davvero possiamo tifare Bottas? Ma va la…
Si poteva anche capire la monotonia del 2014, nuove regole, ibrido, etc etc… ma ora?
Entrambi i piloti rossi doppiati in gara. E hanno fatto miracoli per tutto il fine settimana. Statisticamente non accadeva dal 2008. Manco nel 2014, annus horribilis, (più per “fortuna” che per altro) ci fu la doppia umiliazione. Il doppiaggio in generale, e in particolare per una grande scuderia, è quasi peggio di una retrocessione nel calcio. L’avversario ti è distante più della pista intera. Vale questo a certificare il disastro Ferrari. In tempi non sospetti avevo espresso il timore che quest’anno fosse molto simile al 1991. A cui poi seguirono anni assai brutti, sino al timido risveglio del 1994-95 e al via del periodo d’oro di Schumacher che, comunque, impiegò 5 anni per vincere il suo primo titolo in rosso. Purtroppo, più questo mondiale va avanti, più le analogie si intensificano…
Pu Ferrari. Voto: scoreggia (emissione rumorosa di gas intestinali dall’ano).
SF1000. Voto: SF14T/F92A e altri catorci rossi assortiti. Non ha carico ma ha l’efficienza aerodinamica di un mattone. Non gestisce bene le gomme. Non ha potenza. Ha regolazioni complicatissime. E’ meteoropatica. Però ha anche dei difetti…
Hamilton. Voto: la solitudine dei numeri primi.
Bottas. Voto: 5. Non è un pilotino ed è ottimo gregario. Ma la favola bella del ranocchio che diventa principe vuole altri interpreti.
Verstappen. Voto: 10 – . Il meno è per l’errore nell’outlap. Se non fosse per lui vedremmo davvero, quasi sempre, la Mercedes rosa fare la damigella di quella nera. Troppo per i nostri poveri cuori affranti.
Red Bull. Voto: 7. In molti l’abbiamo ridicolizzata per la partenza non proprio esaltante nel mondiale, che strideva assai con le roboanti dichiarazioni (e dovevamo stare zitti vista la nostra ciofeca rossa). Poi comincia la gara e in due curve vedi i bibitari che fanno ciao ciao…
Renault. Voto: reclamo bis. Forza cugini con la baguette sotto l’ascella, siamo tutti con voi!
Ferrari-Covid. Voto: è vero. Voglio essere franco. C’è una parziale scusante nel grave ritardo della SF1000 e della Scuderia di Maranello. Il lockdown in Italia non è stato una barzelletta. Molte regioni hanno vissuto momenti drammatici e i danni li contiamo ancora oggi. E’ stato una cosa seria. E vale anche per Ferrari. Il tempo si è davvero fermato in fabbrica e per ovvi motivi. A maggior ragione, una presidenza forte e un TP con peso “politico” avrebbe cercato di limitare i danni, valutando con attenzione cosa stava succedendo in Formula 1. Il resto è storia.
Ferrari-Mattiacci Arrivabinotto. Voto: la notte è lunga. La pochezza dei nostri non mi fa neanche più arrabbiare. Non ha senso sparare sulla croce rossa opaca.
Però qualche domanda la farei, se potessi, al team principal:
1) In cosa consiste l’accordo riservato stilato con la Federazione?
2) O che siate stati costretti, o che abbiate sbagliato, sapevate benissimo quanto era mediocre il vostro “ propulsore. Dunque, perché siete stati d’accordo a dire sì (come nel 2014) al congelamento dello sviluppo tecnico per ben due anni?
3) Da quando lei ricopre il ruolo di TP in Ferrari, quali azioni avete intrapreso per rinforzare la squadra?
4) Ritiene che i tecnici che hanno sviluppato la SF1000 abbiano lavorato bene?
5) Se avete dei dubbi sulla legalità degli avversari, perché non fate reclamo?
Racing AMG point Mercedes. Voto: non commento ed accendo ceri in chiesa. Sono fatto così. Essendo stato quello che si definisce un secchione, non sopporto i copioni che la fanno franca.
Alfa Romeo. Voto: correvano?
Super J. Todt. Voto: un simpaticone. In Austria 2 se ne è uscito ricordandoci che la Mercedes è dominante. Lunedì dicendoci che non farà nulla per limitarne lo strapotere (il che tra l’altro è pure giusto) e che gli altri team devono arrangiarsi per superare la corazzata nera. Con mani e piedi legati sino al 2022. Che poi, la cosa ironica è che i team hanno votato la loro condanna a morte all’unanimità. Geniali, insomma!
Toto. Voto: a questo giro non mi è piaciuto. Molta arroganza (condivido il pezzo di Alessandro Arcari clicca qui per saperne di più)
Tombazis. Voto: tombale. Mettiamoci una pietra sopra, perché le sue dichiarazioni sono francamente imbarazzanti.
Alex Zanardi. Voto: resta qui. Di angeli ce ne sono già abbastanza in cielo. Urge che tu debba stare fra noi ancora per un bel pezzo.
P.S.: Ne ho scritto più volte in questi anni. Ripenso spesso a Schumacher e mi rattristo, come tanti. Va bene, i record sono fatti per essere battuti. Ma mai abbastanza si potrà esecrare la Ferrari, questa Ferrari pasticciona e confusa, mediocre, per aver reso tutto questo così facile, così semplice, così monotono. Una cosa che pesa nella storia del Cavallino. Che, inevitabilmente, ne esce pure ridimensionata. Assai.
La solitudine dei numeri primi
Autore: Mariano Froldi – @marianofroldi