Analisi on board Leclerc-GP Spagna: le temperature mandano in tilt la numero 16?
“Mi dite che è successo al motore?”
Lecita e pertinente, la domanda di Charles una volta ritiratosi dal Gran Premio di Spagna parrebbe la migliore frase per dare il via all’analisi on board della numero 16. In quel momento lì, concitazione permettendo, ottenere una risposta avrebbe placato l’animo scosso. Ancora una volta davanti all’ennesima sensazione, tersa nel rimostrasi, racchiusa in una parolina oramai piuttosto celebre e libera di muoversi agilmente all’interno delle menti di Maranello: delusione. Un dolore originato da un auspicio dissolto. Una fiducia tradita. Beffa ed inganno a braccetto…
Spinto da aspettative propizie, l’uomo tende a schiarire inconsciamente le sfumature cupe della propria vita. Ipotizzando un contesto lieto ma spesso carico d’inganno, capace di insorgere al cospetto della realtà spazzando via la speranza. Ok… a volte ci si stanca anche di rimanerci male, ma forse è meglio restare delusi dalle cose fatte che da quelle non realizzate. Parte da questo punto la speranza di continuare a vedere Charles al volante della Ferrari anche per i prossimi anni…
Analisi on board Leclerc-GP Spagna: premessa
Sfuggente, evasiva ed impalpabile, la competitività della Rossa non si fa certo ben volere. Considerando i valori espressi in pista, suonerebbe parecchio arrogante, oltre che estremamente sciocco, ipotizzare a breve termine una Ferrari in lotta con la scuderia di Brackley. Sorreggere le fattezze utopiche di tale pensiero offenderebbe tifosi e non.
Nessuno sguardo risulterebbe convincente una volta espresso tale concetto. Per fortuna, a costo di addossarsi pena e condanna generale, la comunicazione italiana non difetta sotto questo punto di vista, risultando ahimè uno dei pochi pregi degni di essere citati. E poco cambia se è colpa del motore o dell’aerodinamica…
Analisi on board Leclerc-GP Spagna: la numero 16
Effettuate nel primo pomeriggio di venerdì, le simulazioni passo gara hanno espresso un verdetto chiaro, trasparente: partire con le Soft non sarebbe stato affatto un disastro, potendole gestire “agevolmente” durante il primo stint malgrado la combo alte temperature-serbatoi pieni. La volontà era quella di godere dell’extra grip dello pneumatico a banda rossa, magari sopravanzando qualche avversario. Peccato che i primi dieci abbiano avuto tutti la stessa idea…
Malgrado il miglioramento aerodinamico rispetto alla stagione passata esista (leggi l’analisi sulle velocità dei settori per saperne di più), Ferrari palesa tuttavia un gap importante relativo agli altissimi valori di carico espressi da Mercedes. In attesa degli upgrade in grado di innalzare la competitività della Rossa, valorizzare il pacchetto a disposizione “giocando” con l’assetto risulta necessario per massimizzare la prestazione. La modifica al main plain dell’ala posteriore, nonostante il grado di incidenza del flap sia minore se comparato con quello degli avversari, ha comunque portato una certa stabilità al posteriore, dimostrando tutto sommato un buon bilanciamento durante il fine settimana. Come per il GP 70º Anniversario, in Ferrari si è differenziato il carico sulle due Rosse. Rendersene conto non è poi così difficile analizzando la telemetria realizzata da FUnoAnalisiTecnica.
Le variazioni si evidenziano osservando i grafici a disposizione. Il tedesco sceglie un angolo formato tra diffusore e asfalto più accentuato rispetto al compagno di squadra, con una macchina piuttosto rigida che gli permette maggiori velocità sul dritto. Al contrario, il monegasco opta per una vettura più carica, diminuendo la rigidezza meccanica, usufruendo di un setting più “morbido”. Questo fattore, soprattutto in gara, ha permesso di minimizzare il comportamento nervoso della SF1000 in uscita dalle curve lente con un obbiettivo ben preciso: migliorare la trazione.
Pronti via e la scuderia di Woking s’incarica di troncare sul nascere l’entusiasmo di Charles. Lo stacco frizione davvero perfetto del monegasco offre un’accelerazione ottimale alla numero 16 che, senza pensarci troppo su, cerca immediatamente di incunearsi tra le due MCL35. Il sandwich confezionato da piloti McLaren costringe Leclerc ad alzare il piede per evitare in contatto.
Il ferrarista però non si arrende. Pigia l’acceleratore, prende la scia di Norris e si lancia al suo interno in curva 1 (foto6), bloccandoleggermente l’anteriore destra ancora frenato dalla vettura di Sainz. Leclerc continua a spingere percorrendo la ELF appaiato con Lando per poi, godendo di una migliore trazione, avere finalmente la meglio sul talentino britannico. Fuori uno…
Il piede caldo di Charles nutre serie intenzioni anche sul francese dell’AlphaTauri. Mezzo giro e la bellicosità del monegasco si manifesta. Staccata di curva 8: Leclerc allunga la staccata lanciandosi all’interno di Gasly con la chiara intenzione di infilare la numero 10. Il giovane talento percorre l’interno della Caixa a strettissimo contatto di gomito con la vettura di Faenza. Osservando l’immagine successiva (2), possiamo notare come il contatto non avvenga davvero per questione di centimetri. Ma Pierre non ci sta, allarga le spalle e rilancia l’attacco al mittente. Dopo essersi scomposta in accelerazione la SF1000 si accoda mesta.
Placato il furore dello start le cose si assestano. Si nota immediatamente una vettura ben bilanciata senza particolari problemi. L’apex di curva 7 e 10 non sembrano più una chimera, finalmente raggiungibili senza troppo sforzi. Di certo tutt’altro che forsennato, il ritmo della numero 16 e comunque sufficiente per innalzare le temperature oltre il livello critico. Marcos si apre in radio fornendo i ragguagli per gestire la situazione.
Lo spagnolo invita Leclerc a praticare la tecnica del lift and coast prima di curva 1 e 10, necessaria in questo caso per abbassare la temperatura dell’endotermico. Mezzo giro e arriva l’ordine di recuperare un livello di energia più alto rispetto a quello prodotto. Passando alla modalità Soc 8 si cerca di massimizzare l’utilizzo del K1 in fondo all rettilineo del traguardo, dove Charles si avvicinava parecchio al francese.
Dopo una tornata arriva un triplo avviso da parte di Xavier. Le temperature erano evidentemente oltre la normale soglia d’esercizio. Per questa ragione, dopo l’ordine di azionare il manettino secondario che agisce sul parametro legato al carburante, Marcos chiede di utilizzare ancora il lift and coast per gestire il calore eccessivo, spostando il brake balance di 2 punti all’anteriore per salvaguardare le temperature freni al posteriore. Nei giri successivi il distacco nei confronti di Gasly aumenta leggermente, migliorando l’ingestione flussi della SF1000. Al giro 8 la situazione torna sotto controllo, consentendo a Charles di spostare il manettino dell’Ers sulla posizione SOC 6, riequilibrando il valore tra energia generata e consumata. In questa fase la Rossa sta utilizzando la mappatura dell’endotermico Engine 3, che insieme alla 4 viene solitamente impegnata per gran parte della gara.
La fase è di stallo. l’AlphaTauri del francese non è al momento attaccabile dal ferrarista, impegnato nella cura degli pneumatici tanto in staccata come in uscita di curva, come dimostra la tecnica dello Short Shifting utilizzata nell’ultimo settore. L’intenzione è quella di non stressare eccessivamente i compound, evitando il fastidioso fenomeno dell’overheating.
A questo proposito Marcos chiede il primo tyre phase update della corsa per accedere alla schermata con i parametri legati al consumo gomme, invitando il monegasco ad utilizzare i comandi rapidi collocati nella parte posteriore del volante, accuratamente “mappato” per il circuito spagnolo. La levetta sinistra di Charles agisce sul differenziale a centro curva, regolando l’organo meccanico che distribuisce la coppia motrice evitando troppi pattinamenti, ovviamente nocivi alla vita dello pneumatico.
Il lavoro svolto sulla gestione compound soddisfa appieno lo spagnolo, che peraltro esorta il monegasco a tenere d’occhio le posteriori avendone particolare cura. A questo punto Leclerc inizia e avere qualche dubbio sulla strategia. In una comunicazione precedente, Marcos sosteneva che il muretto Ferrari fosse orientato verso il Plan A, mentre Charles chiede lumi sulla possibilità di utilizzare il Plan B (probabilmente una sola sosta). Una tornata di riflessione per entrambi e ciascuno dice la sua:
Il giovane ferrarista sostiene che il Plan A inverted sia possibile, Marcos conferma la decisione chiedendo un update sulla regolazione dell’ala anteriore. Presumere di conoscere i dettagli della strategia Ferrari, non avendo partecipato al briefing pre gara, risulterebbe alquanto arrogante da parte nostra. Riflettendoci su, considerando il particolare momento della corsa con la sosta prossima a realizzarsi, possiamo ipotizzare che si riferisca al differente passo da tenere per mettere in atto il suddetto piano, magari lasciando aperta una finestra per cambiare ulteriormente idea se le condizioni gara lo consentissero.
Nel frattempo al giro 18 Gasly è sempre là davanti. Viene chiesto a Charles il secondo tyre phase update della gara, invitando il monegasco ad agire ancora sul differenziale.
Poi lo stesso monegasco si riapre in radio ancora incerto sulla migliore strategia da adottare, asserendo che non è ancora troppo tardi per attuare il Plan B. Marcos risponde affermativo, ordinando di agire ancora sul manettino Multifunction per gestire la mappatura legata agli pneumatici.
Dopo qualche giro incollato agli scarichi del francese, Charles si rende conto che Gasly è in difficoltà con le gomme, chiedendo di restare fuori opponendosi al prossimo pit stop del francese. Il muretto box appoggia la scelta di Leclerc, aspettando che sia l’AlphaTauri numero 10 a “pittare” per prima.
Alla tornata successiva Pierre mette la freccia richiamato ai box, con il suo ingegnere di pista che gli ricorda di modificare la mappatura che va a regolare la coppia motrice della vettura. Le idee chiarissime di Charles emergono 10 secondi più tardi. Mezzo giro e quello che aveva già deciso da un po’ si palesa: si può procedere sul Plan B.
Prendere decisioni in brevissime frazioni di tempo non è mai semplice, soprattutto quando si è impegnati a mantenere in pista una monoposto di F1. Sotto questo punto di vista, lodare i piloti della Rossa è d’obbligo per quanto mi riguarda, entrambi capaci di trascinare spesso il team. La crescita esponenziale nella gestione gara di Charles, rispetto alla passata stagione, passa necessariamente attraverso le scelte che il monegasco è in grado di prendere.
Giro 24. Marcos concede la possibilità di passare alla mappatura dell’endotermico più alta (Engine1) per un po’ di giri, chiedendo un altro update sulle gomme. La sosta ai box e molto vicina. Dopo aver guidato per un paio di tornate con l’orizzonte libero, Charles fa sapere che nessuna modifica all’ala anteriore è prevista secondo le sue sensazioni. Xavier ne prende atto avvisando Leclerc di non andare oltre in limiti all’esterno di curva 7.
La SF1000 del ferrarista si sta ben comportando in questi giri che precedono la sosta, occupando la sesta piazza. Il ritmo della numero 16 non è affatto male, girando addirittura più rapido di Gasly e Sainz nonostante entrambi i piloti usufruiscano dell’extra grip delle nuove mescole. Nei successivi 4 giri Leclerc si concentra totalmente nella guida, con il chiaro obbiettivo di tener d’occhio il più possibile le gomme.
Marcos mette al corrente il monegasco sul ritmo di Seb ancora sulle mescole medie, invitando il ferrarista in maniera decisa a modificare il parametro riguardante la mappatura legata all’iniezione del propulsore.
Ancora poche curve e l’attesa è finita. Il primo stint sulle Soft volge al termine al giro 30. Charles viene richiamato ai box e la numero 16 viene dotata di 4 Medium nuove di pacca.
Xavier si apre in radio ricordando il parametro del brake balance. Una pausa e poi parla ancora, questa volta avvisando che al ritorno in pista il ferrarista dovrà contendere la posizione all’AlphaTauri di Daniil Kvyat. Conti alla mano la sosta non è abbastanza rapida per prendere la posizione sul russo. Poco male…
Basta solo mezzo giro e la foga di Leclerc viene immediatamente ripagata. All’interno di curva 10 la Rossa del monegasco passa facile, gettandosi immediatamente all’inseguimento della McLaren di Lando. Il britannico monta un treno di gomme Soft con su 10 giri alle spalle, risultando in questa fase di gara sicuramente più lento della SF1000. Marcos concede l’utilizzo della mappatura più spinta dell’overboost, “sottintendendo” l’attacco ai danni di Lando. Come sempre in questi casi, il comando sull’endotermico è accompagnato dallo stato di carica dell’ibrido Soc 8, utile a massimizzare l’utilizzo dell’Ers attraverso il K1plus.
Neanche il tempo di provare il sorpasso e, perentorio, arriva l’obbligo di utilizzare ancora una volta la tecnica del lift and coast per gestire le temperature. Le traiettorie di Norris raccontano una McLaren in netta difficoltà, comunque capace di difendersi sulla retta del traguardo usufruendo dell’ala mobile. Ma Charles non molla. Dopo aver studiato l’avversario per un giro parte all’attacco imbufalito. Ci prova all’esterno di curva sei, quasi si affianca alla vettura color papaia in curva nove, per poi allungare la staccata il più possibile alla Caixa cercando di passare all’esterno.
Tentare il sorpasso tenendo d’occhio costantemente le temperature non dev’essere affatto facile. Sono oramai 4 giri che il monegasco si trova alle spalle della McLaren, non riuscendo a sfruttare appieno tutto il potenziale della sua vettura. Costretto a mollare la presa, Leclerc esce dalla scia di Norris. L’intento è quello di far “respirare” la sua SF1000, raffreddando necessariamente endotermico, parti ibride e pacchi batterie. Dopo un paio di giri Marcos si apre in radio avvisando Charles del buon lavoro svolto con le temperature. Quando il momento critico sembrerebbe rientrato l’inaspettato si palesa con un sorriso beffardo…
Leclerc affronta per la trentasettesima volta curva 14 ma qualcosa non va per il verso giusto. La numero sedici prende una decisone tragica e lo fa senza il consenso di nessuno: si spegne improvvisamente. Il testacoda è il risultato di tale scelta, lasciando di sasso il monegasco. L’inerzia della vettura fa scivolare a marcia indietro la SF1000 all’esterno di curva 15, collocando la Rossa nella posizione ideale per veder sfilare il resto del gruppo. Malgrado le dichiarazioni di facciata, non credo che in Ferrari abbiano speso il resto del pomeriggio per capire cosa sia successo. Per quanto mi riguarda diventa molto difficile capire esattamente come siano andate le cose. Soprattutto tenendo ben presente che, non essendo in un tribunale, vederci chiaro sulla situazione non spetta certo a me.
Detto questo, considerando le condizioni ambientali (aria 30,5° – asfalto i 47,4°) alle quali dobbiamo sommare le altissime temperature di esercizio della vettura, peraltro “aggravate” dall’utilizzo di mappature spinte e dalla scia di Norris che non ha permesso una refrigerazione ottimale, non è poi così difficile immaginare la situazione critica sofferta.
Non capendo cosa stia succedendo il ferrarista si apre in radio incredulo. Il tono calmo e dimesso racconta la maturità con la quale Charles ha vissuto la situazione:
“Engine stopped-blocked… i don’t know what happened…the car switch off completely…”
Un paio di sospiri anticipano la richiesta di provare a riaccendere la vettura. Pochi secondi e il permesso arriva. La monoposto riparte senza problemi, utilizzando l’MGU-K come moto-generatore azionando il sistema elettrico della vettura per riaccendere il propulsore. Una volta in marcia qualcosa non va. Il momento è concitato. Il trambusto della radio accesa agita il contesto…
Charles non è convinto di continuare, ripetendo in un paio di occasioni un messaggio chiaro ed inequivocabile: “box this lap…”. Dopo aver controllato la telemetria il muretto Ferrari non trova nessun tipo di anomalia, invitando il monegasco a restare in pista provando a spingere. Marcos ordina di passare alla modalità dell’endotermico Engine 3, chiedendo a più riprese di spegnere la radio. La numero 16 si trova ora in ventesima posizione.
Charles chiede nuovamente di rientrare ai box, avvisando che le cinture di sicurezza si sono allentate. Il ferrarista non si sente affatto sicuro soprattutto in frenata, muovendosi parecchio all’intero dell’abitacolo. Marcos avvisa che cercheranno di sistemare il tutto durante la sosta, chiedendo se ha bisogno di aiuto. Leclerc crede che il meccanismo sia rotto chiedendo di cambiarlo se possibile…
Come facilmente prevedibile la situazione precipita. Mentre i meccanici si prodigano nel vano tentativo di risolvere la spinosa questione, Leclerc fa presente, in maniera concitata, di aver chiesto a Marcos un nuovo attacco per le cinture che evidentemente non è stato preparato.
L’eloquenza “gesticolare” dei meccanici Ferrari a indicare l’assenza del pezzo richiesto da Leclerc vale il prezzo del biglietto. Per Charles, il Gran Premio di Spagna finisce cosi…
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
Foto: F1 TV