GP Belgio 2020-Analisi qualifiche: ecco cosa non ha funzionato sulle Ferrari SF1000
Dedichiamo questa analisi delle qualifiche di Spa-Francorchamps per parlare della prestazione offerta quest’oggi dalla Ferrari SF1000. Si sapeva già alla vigilia che questo Gp poteva anche risultare complicato per le caratteristiche della vettura italiana che, come ben sappiamo, è molto deficitaria di potenza dalla Power Unit (clicca qui per saperne di più). Dopo le prove libere di ieri, e quelle ancor più negative di questa mattina, era difficile aspettarsi qualcosa di positivo. Ed infatti, entrambi i piloti hanno passato il primo taglio del Q1 con estrema sofferenza, per poi essere eliminati nel Q2 seppur con ottime prestazioni da parte dei due piloti.
In casa Ferrari, al contrario del GP di Silverstone, non si è lavorato al meglio in fabbrica ottimizzando il materiale già a disposizione del team. Era stato pensato un assetto molto scarico, più Monza “style”, provato da Charles Leclerc che non ha funzionato. Si è allora optato per la macro configurazione più carica, già installata su entrambe le SF1000 nell’ultima ora delle seconde libere di ieri. Un assetto comunque piuttosto scarico aerodinamicamente, a causa dei cavalli mancanti lato unità motrice. Questo ha provocato principalmente un problema per via delle basse temperature ambientali: la difficoltà a portare nel giusto range di funzionamento gli pneumatici anteriori. La conseguenza è stata un secondo settore, il più guidato, non all’altezza di quanto mostrato nelle ultime gare nei settori “aerodinamici”.
Questo aspetto è stato trattato anche da Mattia Binotto al termine delle qualifiche: “Non siamo riusciti a capire come far funzionare le gomme. In fondo questa è la stessa macchina delle gare scorse così come lo è quella dei nostri rivali, quindi tutti a pari vetture c’è qualcosa che da noi non ha funzionato, perché siamo più indietro di quanto dovremmo essere”. Solo con condizioni climatiche più calde, la SF1000 avrebbe potuto far funzionare meglio gli pneumatici, soprattutto anteriori, limitando cosi i danni in S2. Ferrari ha quindi stravolto l’assetto meccanico tra le FP2 e le FP3, aumentando solo in modo contenuto il livello di downforce. Carico aerodinamico che è stato ulteriormente aumentato tra FP3 e qualifiche, pur restando tra i tre team più scarichi della griglia.
Analizzando i dati di quest’oggi con quelli dello scorso anno possiamo evidenziare, ancora una volta, che il problema di questa vettura è principalmente la power unit. A cascata poi interviene il problema “aerodinamico”, e per ultimo altrettanto importante, la parte meccanica/telaistica (articolo PG dove dice che non è migliorata molto rispetto a 90). Va anche detto che, rispetto al 2019, si sono usate mescole più morbide e quindi maggiormente performanti. Possiamo notare che, sempre rispetto alla stagione passata, Vettel e Leclerc sono stati più lenti nell’intero giro rispettivamente di 7 e 6 decimi. Gap che viene rimediato tutto nei settori veloci, dove i piloti della Rossa pagano mediamente 1 secondo. E questo nonostante la SF90 fosse scesa in pista con un assetto aerodinamico più carico rispetto a quanto abbiamo visto sulla SF1000!
Tant’è che i 60 CV, gap che esiste, secondo le nostre informazioni, tra l’unità motrice Ferrari 2020 e quella della passata stagione, sono 1.5 secondi a Spa (0.25 secondi ogni 10 CV). Quel mezzo secondo è stato recuperato grazie ad un assetto più scarico e alla mescola C4 che ha garantito un miglior grip soprattutto in trazione dall’ultima curva e da curva 1.
A Maranello pertanto hanno valutato diverse tipologie di assetto e i due pacchetti aerodinamici portati in pista erano quelli che massimizzavano i tempi sul giro tra qualifiche e gare. Un assetto più carico, con l’ala anteriore più carica (Austria Spec) e quella posteriore a cucchiaio (Austria Spec), avrebbe garantito una maggior competitività nel settore centrale. Tuttavia la SF1000 avrebbe perso troppo sul dritto e, soprattutto in ottica gara, entrambe le monoposto non avrebbero avuto nessuna chances di lottare con le altre vetture visto che avrebbero avuto velocità massime inarrivabili per la Rossa. Una scelta che in questo momento può fare solo Mercedes,che comunque dovrà stare attenta in partenza alla RB16 di Max Verstappen e alla RS20 di Daniel Ricciardo che, grazie alle scie che si genereranno, potrebbero creare qualche pensiero in più alle W11.
A fine qualifiche, anche i piloti erano piuttosto delusi del risultato ottenuto. “Se devo essere onesto è davvero difficile trovare una spiegazione. E’ un grosso passo indietro rispetto agli altri, dunque dobbiamo cercare di capire quale sia il problema più grosso e cercare di risolverlo”, sostiene Charles Leclerc. Ancora più critico Sebastian Vettel: “I tempi di oggi dimostrano quanto la nostra vettura può fare su questo circuito. C’è stato qualcosa di sbagliato nell’assetto sin dal venerdì che non ci ha permesso di giocarci le nostre carte. Questa è la vettura che abbiamo adesso e questi sono i risultati che possiamo fare in questo momento”.
Sebbene la prestazione odierna è sicuramente molto negativa, si può definire nella media di questo 2020. Infatti, il distacco chilometrico medio tra Ferrari e Mercedes in queste prime sette qualifiche è stato di 0,26s al chilometro. Oggi, Leclerc, ha pagato “solo” 0,25s al chilometro. Prestazionalmente parlando era andata molto peggio a Barcellona e in Ungheria, dove il gap con il leader era stato rispettivamente di 0,32 s al chilometro e 0,30 s al chilometro.
Autori e grafici : PG Tech – @smilextech – Cristiano Sponton – @csponton
GP Belgio 2020-Analisi qualifiche: ecco cosa non ha funzionato sulle Ferrari SF1000
Vedi commenti
Grazie come sempre per le chiare indicazioni!
...la parte meccanica/telaistica (articolo PG dove dice che non è migliorata molto rispetto a 90). Va anche detto che, rispetto al 2019...
Forse in questo punto desideravi mettere un link?