Formula 1

Analisi on board Leclerc-Gp Toscana 2020: SF1000, vorrei ma non posso…

Analisi on board Leclerc-Gp Toscana 2020: SF1000, vorrei ma non posso…


1000GP. Traguardo storico. L’unica scuderia capace di resistere all’usura del tempo. Eccettuate 18 gare, Ferrari ha sempre preso il via nei 1027 Gran Premi della massima categoria del motorsport fregiandosi, a ragione, di essere l’unica scuderia in grado di partecipare a tutte le edizioni del mondiale di Formula Uno dal 1950 ad oggi. Senza dubbio stacanovista, il Cavallino ci ha sempre creduto. Lottando aspramente contro tutto e tutti. Ottenendo vittorie inaspettate, leggendarie. Sfidando e battendo colossi ben più blasonati. Capace di conquistare il mondo partendo da un sogno “arrogante” stretto tra le mani di un “moccioso modenese” voglioso di sfidare il mondo, dove il solo partecipare non era certo contemplato come soddisfazione. 

Festeggiare la storia, questa storia, era necessario. Ma quando la voglia di vincere annega nell’insofferenza oramai cronica di una dirigenza che appare non all’altezza, messa lì alla bell’e meglio per colmare un grande vuoto beh… le cose non prenderanno mai la giusta piega. Da due anni a questa parte è sempre l’ora della chiacchiera a vanvera. Venditori di parole desuete, arcaiche, obsolete e forse un poco ammuffite che oramai non vengono più comprate nemmeno dai tifosi più romantici. Un filosofo da quattro soldi aggiungerebbe: puoi dire quello che vuoi, ma alla fine sei quello che fai…


Analisi on board Leclerc-Gp Toscana 2020: Premessa 

Sebbene la speranza sia l’ultima a morire, credo sia stata tumulata già troppe volte in questa stagione per essere ancora credibile. Il Mugello si presentava come un punto di svolta nella testa degli ingegneri Ferrari, convinti di abbandonare gli scempi prestazionali mostrati ultimamente. E invece no. La delusione resta tale. Costante. Vissuta e respirata ad ogni giro on board dei ferraristi.

Il colpo di genio di Charles in qualifica, sommato a quello di culo visto l’aiutino di Ocon in Q3 che nega il secondo tentativo a diversi competitors, aveva forse illuso. Accendendo nella mente dei ferraristi un auspicio decisamente utopico. La carenze motoristiche, meccaniche e telaistiche della SF1000 sono preponderanti (clic qui per saperne di più). Niente e nessuno, nemmeno le fulgide menti dei tecnici Mercedes, sarebbero probabilmente in grado di fare meglio con questa monoposto. D’altronde, usando un’espressione oramai d’uso comune, nata proprio nella città di Firenze dove Ferrari ha svolto la festa per i 1000 GP, fare “le nozze con i ficchi secchi” non è mai stata una buona idea…


Analisi on board Leclerc-Gp Toscana 2020: la numero 16

Sebbene abbia visionato per ben due volte la gara on board di Leclerc, la scelta sulla configurazione della numero 16 risulta di difficile comprensione per il sottoscritto. E forse, ascoltando le parole dei diretti interessati nel dopo gara, incapaci di trovare una spiegazione logica al ritmo inesistente della monoposto amaranto, resta tuttavia un mistero anche per loro. Più scarica di quella del compagno (click qui per leggere l’analisi di Sebastian), la vettura del monegasco risulta comunque lentissima in rettilineo, agevole preda per i motori “normodotati”…

La partenza è di quelle a fionda. La numero 16 onora la livrea celebrativa con uno stacco frizione notevole. Trae vantaggio dal problema di Verstappen infilando l’olandese ed il suo compagno di squadra. Si butta in scia di Bottas, scarta a sinistra ma il motore Ferrari boccheggia. Non ce la fa. Charles si accoda alle Frecce Nere girando terzo alla San Donato. Poi, tre curve più tardi, le Mercedes scappano via. 

Neanche il tempo di guardarsi alle spalle e, all’altezza dell’Arrabbiata 1, Marcos si palesa in radio: “Safety Car deployed”. Il bordello messo in piedi a centro gruppo coinvolge diverse vetture. Verstappen e Gasly abbandonano, Vettel cambia l’ala anteriore danneggiata nello scontro con la McLaren di Sainz mentre Grosjean, dopo aver sbattuto contro le barriere alla Luco senza riportare danni, “miracolosamente” riparte.

Sono ben sei i giri passati a fare il trenino dietro Bernd Mayländer. Puntuali e necessarie, le solite raccomandazioni dello spagnolo aiutano Leclerc a gestire le temperature della monoposto in questo lasso di tempo. Lavorare di volante per mantenere l’asse anteriore nella finestra corretta, spostando il bilanciamento dei freni all’anteriore di sei punti. Mezzo giro più tardi, Marcos chiede di aver particolare cura dei freni posteriori “accalorati” in maniera eccessiva.

Le preoccupazioni di Charles riguardo lo stato dell’impianto frenante vengono sedate dallo spagnolo. L’inquietudine del ferrarista, alimentata probabilmente dal ricordo della settimana precedente riguardante il ritiro di Sebastian, viene pertanto placato. Giro 6. La temperatura d’esercizio torna nei ranghi. La Safety Car viene richiamata ai box. K2 acceso alla ripartenza e tanta voglia di fare bene. Lo zigzagare di Bottas fino alla linea del traguardo compatta eccessivamente il gruppo. Gli animi si scaldano. Pronti via e là dietro scoppia “l’inferno”: diverse le vetture coinvolte, per fortuna senza conseguenze…

Un paio di tornate dietro la Safety Car e la direzione gara decide di sospendere momentaneamente la corsa. La bandiera esposta al Mugello è quindi rossa. Occorrono una ventina di minuti circa per ripristinare il circuito. Esattamente come successo nella settimana precedente, Michael Masi opta nuovamente per una standing start: tutti di nuovo sulla griglia occupando la posizione ottenuta durante i primi 7 giri.

Sebbene lo stacco frizione non sia indimenticabile Charles ci crede, prendendo la scia di Hamilton, cercando di buttarsi all’esterno della numero 44. Ancora una volta gira terzo alla San Donato, testimone del sorpasso di Lewis ai danni di Bottas. La vera gara di Leclerc inizia qui, quando l’illusione di poter racimolare un gran risultato svanisce in poche tornate.

Marcos fa sapere che il muretto box ha scelto il Plan A, proprio mentre Stroll si lancia nel primo attacco armato. Charles resiste come può, ma giusto in quel momento capisce che la situazione sta iniziando a precipitare. La pochezza del propulsore italiano si manifesta ancora al giro successivo. Dopo il primo tyre phase update chiesto dallo spagnolo, Leclerc viene sverniciato dalla RP20 di Stroll nel lungo rettilineo del traguardo. Autorizzare l’utilizzo del K1 Plus, associato alla posizione 8 del manettino ERS per massimizzare l’overtake button, non è servito proprio a niente. Tale combinazione risulterà altrettanto inutile nei giri successivi, quando Ricciardo e Albon metteranno facilmente dietro la numero 16.

Nel frattempo viene chiesto a Charles un front wing update in previsione della sosta. Il ferrarista, oltre ad aggiornare lo spagnolo sui click dell’ala anteriore (2 o 3), parla senza mezzi termini delle pessime condizioni degli pneumatici, domandandosi se con il prossimo set sarà più rapido. Il momento è concitato. Va fatta una scelta al più presto per cercare di correggere il tiro. Con l’attuale configurazione il passo gara è deludente, capace di condizionare notevolmente la guida del monegasco in relazione alla gestione dei compound. Ancora Radio. Ancora Marcos. Questa volta, appena dopo il sorpasso di Perez, in seguito al confronto con il muretto lo spagnolo sottopone Charles ad un quesito: “Che ne pensi del Plan C”.

Le idee chiare di Leclerc emergono due curve più tardi. Il ferrarista sostiene che, essendo molto lenti, non hanno nulla da perdere. Appoggiando il cambio di strategia chiede di prendere una decisione in fretta. I click “negativi” all’ala anteriore alla fine saranno 5. Marcos ne prende atto, ordinando di agire sul Multifunction posizionando il manettino sulla posizione Spark, mossa necessaria per cambiare i parametri riguardanti l’iniezione del propulsore italiano. Ancora 3 curve e la numero sedici viene richiamata ai box.

Tre secondi e mezzo per montare un treno di Hard fiammanti e poi via in pista. Le speranze espresse precedentemente in radio vanno contro le attese. Con le mensole più dure infatti, la guidabilità della Ferrari amaranto peggiora. “Settato” il parametro dell’ibrido sulla pozione Soc 6, potendo disporre di un energia simile a quella rigenerata, Charles si getta all’inseguimento di Grosjean. Dopo mezzo giro, arriva il suggerimento di Marcos su come gestire il differenziale: +1 in ingresso curva e -1 in percorrenza. 

Il secondo stint della numero 16 non decolla. Al contrario, il bilanciamento della vettura dopo le presunte correzioni ai box sembra peggiorare. Per fortuna non abbastanza da impedire il sorpasso sulla vettura statunitense del francese. Messa dietro la Haas numero 8 è nuovamente notte fonda. Il ritmo latita. Ciò nonostante, la sosta anticipata di Charles dà comunque i suoi frutti, riuscendo a mettere dietro la Racing Point di Perez. Peccato che il messicano impieghi solamente 2 giri a riprendersi la posizione su Leclerc.

Al giro 32 la piazza occupata dalla numero 16 è la settima, inseguita da un Norris carico d’intenzioni belliche nei confronti del ferrarista. Disinvolto, il sorpasso del britannico ai danni di Charles ribadisce le grandi difficolta della Ferrari. Altri sei giri di sofferenza accompagnano diverse comunicazioni nel tentativo, quantomeno sensato, di estrarre il massimo dalla vettura. Solite regolazioni all’impianto frenante, per poi gestire i parametri del differenziale manualmente grazie all’utilizzo dei toggle posizionati nella parte posteriore del volante. Tornata 37. Marcos chiede update sull’ala anteriore invitando Charles a modificare nuovamente il parametro dell’iniezione per poi, 6 curve più avanti, richiamare il ferrarista ai box per la seconda sosta. Leclerc preferisce non modificare ulteriormente l’inclinazione dell’ala convinto che, le nuove mescole a banda gialla ed una vettura mano a mano più leggera, miglioreranno il comportamento della monoposto.

Sono 3,1 i secondi necessari per rimettere in pista la Ferrari amaranto con un treno di Medium, in undicesima posizione, giusto alle spalle del compagno di squadra. Nelle seguenti cinque tornate, Marcos tiene informato il monegasco su distacco e laptime della numero 5. I compound freschi della numero 16 danno una spinta extra a Leclerc, determinato ad acciuffare quanto prima Sebastian.

Lo raggiunge al giro 43 ma, proprio mentre sferra l’attacco (foto 2) peraltro ben respinto dal tedesco, la Safety Car entra ancora in scena. Il volo contro le barriere di Stroll, dovuto ad una foratura, per fortuna resta solo uno spavento per il canadese. Questa volta sono i tre i giri dietro a Bernd Mayländer prima di sospendere la gara, nei quali Charles chiede info su Sebastian. Dietro il monegasco si trovano adesso Vettel e Russell, entrambi con Soft usate montate approfittando della doppia bandiera gialla.

In un paio di circostanze Marcos esorta il monegasco a non “pittare”, malgrado i dubbi reiterati espressi dal ferrarista. La tornata successiva, lo spagnolo fa sapere che un’ipotetica visita ai box gli farebbe perdere due posizioni, lasciando la scelta nella mani di Leclerc che, non troppo contento della gestione in quel frangente, si dimostra contrario alla sosta non volendo perdere ulteriore terreno con i diretti competitors.

Quattro curve e la bandiera rossa arriva. Ancora pit lane. Ancora fuori dalla vettura. I piloti ne approfittano per fare visita al bagno, cercando comunque di mantenere alta la concentrazione. Sono 23 i minuti necessari per tornare a contemplare l’azione in pista.

La terza standing start della giornata vede Leclerc scattare dall’ottava posizione. A sto giro, lo spunto non ottimale della numero 16 tarpa le velleità del monegasco. Non trovando spazio di manovra resta lì, cercando di custodire l’ottava piazza. Due curve più tardi Charles si deve arrendere all’irruenza di Kimi, capace di strappargli la posizione con forza tra la Luco e la Poggio Secco. Pur non avendo conseguenze, il contatto fra i due (foto 3) sembra mandare in confusione il ferrarista, infilato da Grosjean all’esterno di curva 4 troppo facilmente. Serviranno un paio di tornate a Leclerc per riprendersi la posizione sulla monoposto statunitense numero 8, con l’aiuto dell’ala mobile sferrando l’attacco sulla retta principale.

Nei nove giri che dividono il traguardo dalla numero 16 non succede praticamente più nulla. L’unica preoccupazione riguarda il gap da Kimi, colto in flagrante mentre tagliava la linea di entrata ai box e per questo penalizzato. A Leclerc basterà mantenere un distacco dal finlandese inferiore ai 5 secondi per conquistare l’ottava piazza su dodici vetture giunte al traguardo.

Il Mugello doveva e poteva, secondo la dirigenza ferrarista, rappresentare un punto di risalita. Un pugno sbattuto sul tavolo, un impeto spinto dall’orgoglio. Un segnale di vita insomma. Tuttavia, ancora una volta ci ritroviamo a commentare il solito scenario avvilente. Come indica Charles nel team radio finale, resta una sola cosa da fare per migliorare la situazione: lavorare…


Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1

Foto: F1 TV

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Pubblicato da
Zander Arcari