Formula 1

Analisi on board Vettel-Gp Russia 2020: la strategia “imposta”…

Analisi on board Vettel-Gp Russia 2020: la strategia imposta…


L’insieme di inevitabili eventi che si susseguono secondo una linea temporale soggetta a diverse necessità e che portano ad una conseguenza finale prestabilita. Esigenza che in qualche modo determina le circostanze, apparendo esterna e superiore alla volontà dell’uomo. La filippica in questione si racchiude, adottando una grande proprietà di sintesi, con una semplice parolina pronunciata molto più spesso di quanto si faccia caso: Destino

Amaro, nell’abbandonare un team per il quale hai dato l’anima negli ultimi 6 anni. Crudele, dovendolo fare al volante di una delle peggiori Ferrari della storia. Le occasioni per ribaltare il trend negativo ci sarebbero eccome. Sono infatti ancora sette gli appuntamenti di questo pazzo mondiale 2020. Peccato, mettendo una buona quantità di realismo nel ragionamento, avere la certezza di non poter cambiare la situazione in tempi brevi…


Analisi on board Vettel-Gp Russia 2020: Premessa

Specificare con esattezza il punto di maggior importanza di un determinato problema. La causa precisa di una determinata situazione. Affrontare un argomento non gradito con il diretto interlocutore. Toccare un nervo scoperto. Il punto dolente. Per non farla troppo lunga, ecco cosa significa per gli uomini Ferrari visionare i grafici telemetrici della pole position 2019. Una prestazione maiuscola di un pilota talentoso, supportato da un mezzo meccanico all’altezza. Sì.. ho messo esattamente le stesse parole del pezzo su Charles. D’altronde, dove sta la differenza?

Stessa vettura. Stesso motore. Stesso problema. Sebbene la SF1000 possa addirittura vantare una percorrenza in curva spesso superiore rispetto alla monoposto della passata stagione, la cavalleria monca del propulsore italiano manda a ramengo quel poco di buono sul quale i tecnici di Maranello avrebbero potuto gongolarsi. Osservare il raffronto telemetrico con la SF90, tenendo inoltre presente l’utilizzo di mescole più prestazionali, ricorda l’enorme discrepanza che attualmente la PU del Cavallino soffre rispetto ai motori “normodotati”…


Analisi on board Vettel-Gp Russia 2020: La numero 5

Come detto nell’analisi di Charles (clicca qui per farti un giro on board con la numero 16), questa volta gli assetti potevano contare sul medesimo carico aerodinamico. Non sapremo mai se la scelta condivisa da entrambi i piloti sia stata la migliore. A posteriori, focalizzandoci sul comportamento della vettura di Sebastian, sostenere che che il lavoro da svolgere resti tuttavia molto grande suona quasi come un eufemismo…

Analizzando con attenzione la telemetria ricavata dai dati sulla Ferrari (clicca qui per leggere ulteriori analisi e riflessioni complete al tal proposito), notiamo come le differenze tra i due piloti sia da ricercare nello stile di guida, legata al differente bilanciamento meccanico che gli alfieri della Rossa hanno scelto per il tracciato russo di Sochi

Obbiettivo restare fuori dai guai. Avveduta, la partenza di Sebastian esprime grande prudenza, cercando di seguire il gruppone a debita distanza senza affondare il colpo. Ma non sempre la troppa cautela viene ripagata. Alla prima staccata infatti, il tedesco viene infilato in ordine da Grosjean, Giovinazzi e Magnussen, perdendo ulteriore tempo schivando la McLaren di Sainz rimbalzata in mezzo alla pista dopo il botto contro il muretto.

Vettel percorre curva 3 a fondo cercando di gettarsi nella scia dell’Alfa Romeo numero 99, tentando invano il sorpasso all’esterno di curva 5. Una manciata di secondi e Adami si palesa in radio per la prima volta. I servizi di Bernd Mayländer sono richiesti per dar modo agli steward di ripristinare le condizioni del tracciato. L’ingegnere italiano avvisa Sebastian esortandolo a non prendere la via dei box. Il teutonico non sembra convinto, chiedendo se la decisione presa sia la più corretta. Il dubbio del tedesco al riguardo viene fugato da Riccardo pochi secondi più tardi imponendo la scelta del muretto Ferrari.

Vettel viene avvisato di restare sulla sinistra in curva 2 per evitare i detriti, dovendo inoltre spostare il bilanciamento dei freni di due punti in avanti. Il gruppo procede molto lentamente sulla scena dell’incidente, tanto che il tedesco chiede se tutto sia ok. Adami rassicura il 4 volte campione del mondo, sollecitandolo ad attivare la modalità “WarmUp”. Nelle tornate che separano la numero 5 dalla ripartenza, il pilota di Heppenheim lavora parecchio di volante per amministrare al meglio le temperature sull’asse anteriore. Full throttle, Mode push, K2 On con il reset al brake balance precedono la ripartenza. Siamo alla tornata 6 e la gara riprende con Sebastian in tredicesima posizione.

Adami chiede di attaccare Giovinazzi concedendo l’utilizzo del K1. Il tedesco risponde affermativo, tentando il sorpasso alla tornata successiva all’esterno di curva 2. Incrociare la traiettoria per godere di una migliore trazione significa perdere il posteriore. Seb controsterza, la tiene e si accoda.

Mettere dietro l’Alfa Romeo Racing dell’italiano risulta parecchio difficile. Dopo un paio di intenti viene chiesto al tedesco di utilizzare una modalità carburante più conservativa, lasciando l’incombenza del sorpasso sulle sole spalle dell’ibrido, massimizzando la ricarica e avvalendosi dell’overtake button. I tentativi si susseguono ma il risultato non cambia. La numero 5 resta dietro. Inoltre, ascoltando il suono del propulsore si percepisce chiaramente l’impiego del lift and coast, necessario per limitare l’utilizzo del carburare malgrado i 5 giri in regime di Safety. Analizzando la situazione, pensare che malgrado il deficit di cavalli rispetto alla passata stagione almeno il consumo sia rimasto lo stesso strappa un sorriso amaro…

Nel frattempo, Adami chiede di prestare particolare attenzione in uscita di curva 2, per gestire al meglio la trazione della monoposto. Individuare il miglior compromesso in pista significa anche trovare il bilanciamento ideale durante la lunghezza della gara. Questo fattore influisce sulla velocità di percorrenza in curva, che a sua volta determina il consumo degli pneumatici. Per questa ragione, il ferrarista controlla i parametri della vettura in continuazione, utilizzando toggle, levette e manettini in base al quantitativo di benzina, all’usura dei compoud ed al carico della vettura. Il tutto “mappato” a monte seguendo la conformazione della pista. Pensare che in questa stagione il difficile lavoro di cui sopra risulti spesso inutile ai fini della prestazione non dev’essere affatto facile. Dico questo per sottolineare lo sforzo “immane” al quale sono sottomessi i piloti della Rossa, percepibile solamente vivendo una gara a bordo con loro. 

Sappiamo benissimo quanto girare reiteratamente in scia di una Formula Uno complichi tremendamente la gestione della vettura. A tal proposito, Adami suggerisce di allargare il gap con Giovinazzi. Lo scopo è quello di far respirare la vettura, ricaricare a dovere l’ibrido e riattaccare più tardi.

Alla tornata numero 16 arriva la prima comunicazione sulla strategia. Il muretto box della numero 5 ha scelto il Plan B. Sebastian si limita a dare l’ok con l’apposito bottone sul volante, senza proferire parola. Due giri più tardi Hamilton sta per giungere gli scarichi di Vettel, avendo effettuato la sosta ai box con penalità di 10 secondi annessa. Adami avvisa il tedesco esortandolo a lottare con Lewis, indicando 41.7 come laptime da tenere per i prossimi giri, chiedendo un tyre phase update per accedere alla schermata riguardante i parametri legati al consumo dei compound.

Sulla “faccenda” Hamilton l’ingegnere di pista italiano rinsavisce il giro seguente, sollecitando il Sebastian a non perdere troppo tempo con il sei volte campione del mondo. Il primo tentativo di Lewis non va a buon fine, dovendo percorrere un altro giro dietro al tedesco prima di sbarazzarsi della numero 5. Neanche il tempo di prendere e gli specchietti di Vettel si colorano di giallo. Ocon arriva come un treno dopo la sosta, smanioso di infilare il ferrarista il prima possibile. Quello che doveva essere un sorpasso annunciato si trasforma presto in incubo per il francese. Un presunto problema, peraltro intercettato dal muretto Ferrari in una comunicazione del team francese, non consente alla monoposto transalpina di esprimere tutta la prestazione.

Adami ribadisce il Plan B. Il tedesco si limita nuovamente a dare l’ok senza aggiungere nessun commento. Nelle successive tornate Riccardo sottolinea più volte l’ottimo lavoro svolto nell’ amministrazione dei compound, elargendo i distacchi su Ocon suggerendo il laptime da seguire. Il problema alla vettura di Esteban spinge la Renault al team order, chiedendo al francese di lasciar passare Daniel Ricciardo. L’australiano sopravanza la numero 31 in curva 2, lasciandosi prendere un po’ troppo la mano visto la staccata a ruote fumanti.

Tre minuti dopo Sebastian chiede lumi sulla strategia, interrogandosi sulla sosta di Charles. L’ingegnere fa sapere che che al momento il monegasco non si è ancora fermato, chiedendo un ulteriore tyre phase update. Gli pneumatici sono praticamente ai minimi termini, come testimonia il volante sempre più “agitato” in curva. Tenere dietro per 5 tornate Ricciardo, malgrado il ritmo del tedesco sia tutt’altro che buono, aiuta non poco la strategia di Leclerc in lotta per la posizione con entrambe le Renault. A quanto pare, il Plan B della numero 5 sembrerebbe comprendere il sostegno al compagno di squadra. Alla tornata 27 l’attacco di Ricciardo è ineccepibile, sverniciando all’esterno Sebastian nella retta che porta alla frenata di curva 2. Poco più di un minuto e la situazione si ripete, con Ocon finalmente capace di mettere dietro il tedesco.

Siamo a metà della tornata 29. Seb perde la vettura un paio di volte riuscendo a tenerla in pista con estrema fatica. Tagliando per la trentesima volta il traguardo si apre in radio chiamando la sosta immediata. Adami gliela nega sostenendo che il box sarà occupato dalla cambio gomme di Charles. Il teutonico ribatte immediatamente, sicuro che sia più conveniente perdere tempo dietro Leclerc piuttosto che restare in pista in queste condizioni. La fermezza dell’italiano resta lì, ordinando al tedesco di continuare giustificando la scelta con una teoria: se entri adesso perderai 5 posizioni…

All’altezza di curva 5 ancora radio. Ancora Vettel. Il messaggio è chiaro: le gomme sono andate… ho veramente bisogno di entrare ai box. Finalmente, la sostituzione degli pneumatici viene concessa. Un treno di Hard nuove di pacca attendono Sebastian, al quale viene chiesto un update sull’ala anteriore. Saranno due il click verso il basso richiesti. A bocce ferme, per usare un termine calcistico, il margine per effettuare una sosta doppia c’era eccome. Ma non fa niente… tanto l’ennesimo errore di calcolo del muretto box Ferrari si perderà nella lista oramai interminabile.

I 2,5 secondi impiegati per fornire la numero 5 di quattro Pirelli a banda bianca rispediscono in pista il tedesco in sedicesima posizione, con le sole due Williams a dividerlo dalla coda del gruppo. Davanti a lui la Red Bull di Albon, autore di una gara alquanto tribolata. Il passo non è all’altezza per ingaggiare un duello con la vettura austriaca ma, là davanti, ci sono due Haas a portata di mano. 

Adami spiega che mantenendo un passo sul 38.7 raggiungerà, a circa sette giri dal termine, le due vetture americane. Vettel, incuriosito, chiede il ritmo dei due piloti in questione. Nelle tornate successive, l’ingegnere di pista italiano elargisce di continuo laptime e distacchi dai competitors, avvisando che il tailandese della Red Bull si trova ai ferri corti con Giovinazzi e Grosjean davanti a lui. 

Il run con le Medium sembra poter regalare qualche soddisfazione in più al campione del mondo della Ferrari. Tuttavia, la gestione della vettura continua con la solita oculatezza. In tal senso, Riccardo chiede di cambiare il parametro del differenziale nel tratto che divide curva 14 e 16, utilizzando il toggle presente nella parte posteriore sinistra del volante. Passano un paio di minuti e Adami dice ancora la sua, spingendo la lotta su Giovinazzi in quanto venga raggiunto. Nel frattempo, l’italiano dell’Alfa Romeo si sbarazza di Grosjean, lasciando il francese a tiro di schioppo. La VF20 numero 8 è in estrema difficoltà. Vettel si ingolosisce e ne approfitta, sferrando l’attacco alla prima occasione con l’ausilio del K1 plus, affiancando Romain all’interno di curva 2. 

Resistere inutilmente significa uscire di pista per il transalpino che, incurante delle regole, decide di tirare dritto e giocare a bowling con le barriere di polistirolo che delimitano il percorso da seguire per rientrare in pista correttamente. La genialata provoca una Virtual Safety Car, per dar modo ai commissari di pulire il tracciato. Sebastian chiede se la vettura sia ok, sostenendo di aver avuto un piccolo incontro ravvicinato con la monoposto statunitense. A check effettuati, il muretto box rassicura Vettel sul buono stato della Rossa. Il duello appena descritto consegna una posizione nelle mani del teutonico, alla quale va sommata quella di Raikkonen guadagnata grazie alla sosta del finlandese. A 10 tornate dal traguardo la numero 5 occupa la quattordicesima posizione. 

Nel mentre Giovinazzi è schizzato via a 5 secondi, beneficiando della diatriba tra Vettel e Grosjean rea di aver rallentato il passo del ferrarista. Adami fa sapere che anche Magnussen, in lotta con l’italiano dell’Alfa Romeo, potrebbe essere un obiettivo. Purtroppo, il doppiaggio di Bottas indicato della flashing blues, disturba non poco i piani di Sebastian.

Alzare il piede dopo curva 10 significa perdere momentaneamente il contatto con il danese. Ma per fortuna il ritmo della Haas numero 20 è davvero poca cosa e, una tornata più tardi, il ferrarista si trova già negli scarichi della vettura di Kannapolis. Quando mancano 3 giri mezzo alla fine Kimi si aggiunge alla festa. Gli specchietti del ferrarista vedono ora da molto vicino l’esperto pilota finlandese.

Ancora una volta le bandiere blu interrompono la collutazione. Verstappen arriva come un fulmine doppiando agilmente il gruppetto. Nelle due tornate che dividono la numero 5 dall’ennesimo amaro traguardo, la sola difesa su Raikkonen riempie i pensieri di Sebastian. Il linea con la prestazione prodotta dalla vettura, la tredicesima posizione si focalizza su tre punti principali: una partenza infelice altresì condizionata dall’incidente di Sainz, una strategia sulle gomme francamente “no sense” e, ovviamente, l’immancabile competitività latente della Rossa.

Bastano poche parole del tedesco per descrivere il quadretto messo in scena a Sochi. Lotta e difficoltà estrema i soliti vocaboli oramai gettonatissimi in questi casi. Consolante, seppur poco utile alla causa, il riconoscimento profuso da Adami in radio rende giustizia all’ennesima lotta armata di Seb


Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1

Foto: F1 TV


Analisi on board Vettel-Gp Russia 2020: la strategia imposta…

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Zander Arcari