Formula 1

Analisi on board Leclerc-Gp Eifel 2020: incubo soft…

Analisi on board Leclerc-Gp Eifel 2020: incubo soft…

Scrutare ciò che è lontano e non possiamo prevedere non sempre risulta saggio. Assaporare un determinato attimo invece, per quanto sfuggente e fine a se stesso, ha il suo perché. Soprattutto quando l’occasione per farlo non tornerà mai più. Qualcosa del genere avrà pensato Charles prima dell’ultimo giro in Q3. Fregandosene di quello che sarebbe successo in gara. Una prestazione maiuscola. Un risultato “effimero” ma comunque esaltante. Capace di mettere in luce, ancora una volta, il talento del giovane ferrarista.


Analisi on board Leclerc-Gp Eifel 2020: premessa

Nebbia a badilate. Azione in pista non pervenuta. In estrema sintesi, ecco descritta la prima giornata al Nürburgring Gp-Strecke. Poi il sabato e i suoi 60 minuti. Tutti lì dentro, insieme, concentrati a capirci qualcosa. Dove Ferrari, a quanto pare, è stata addirittura più brava degli altri. Azzeccando un assetto capace di sfruttare alla perfezione le condizioni del tracciato. Esaltando le caratteristiche, per poche che siano, della vettura italiana. In concomitanza con gli ultimi aggiornamenti (clic qui per saperne di più), il felice piazzamento in griglia aveva esaltato anche il lavoro svolto dai tecnici di Maranello.

La speranza che qualcosa fosse cambiato anche sulla vettura di Sebastian (clic qui per leggera l’analisi on board i Vettel), riuscendo quindi a correggere il comportamento dispotico della SF1000, c’era eccome. Purtroppo tale auspicio si è dileguato dopo l’ennesima gara frustrante. Il primo stint della Rossa riporta sul pianeta Terra tutte le fantasie fatte. La consueta impotenza aero-meccanica scansa sollievo e conforto con una spallata, stringendo a sé le briglie di un Cavallino ancora intrappolato. Incapace di scorrazzare liberamente sfidando il mondo.


Analisi on board Leclerc-Gp Eifel 2020: la numero 16

Il sogno di poter competere con i primi della classe muta rapidamente in preoccupazione quando, il solo “butter yellowRenault, riempie i retrovisori del monegasco. La difesa arcigna alla sesta tornata dopo un lungo in curva 1 è solo il preludio all’inevitabile. Marcos ordina di spostare il manettino dell’ibrido sulla posizione 8, necessaria per massimizzare l’utilizzo dell’overtake button.

Il ritmo della Ferrari è pesantemente condizionato dalla temperature dell’asse anteriore, con i compound Soft della numero 16 che non riescono a prendere la corretta finestra di funzionamento.

L’estrema difficoltà nel difendersi dall’australiano concede a Leclerc l’utilizzo del K1 plus, palliativosolamente utile a prolungare l’agonia. Il primo tyre phase up date della gara, necessario per accedere alla schermata relativa ai parametri sui pneumatici, conferma i problemi legati alla gestione gomme. Proprio mentre l’ingegnere spagnolo rassicura Charles sulle condizione climatiche, Ricciardo sferra l’attacco.

La RS20 del pilota di origini italiane, minacciosa e determinata, si lancia all’esterno di curva 1 per poi incrociare la traiettoria. La migliore trazione premia Daniel, abile nell’infilare la Ferrari di Leclerc all’esterno della Castrols. Due curve più tardi Charles si apre in radio, lapidario: “front tyres dead”. 

Xavi ne prende atto esortando il ferrarista a spostare il paramento dell’ibrido sulla posizione Soc 6, chiedendo di attivare il secondo update relativo alle condizioni sulle gomme. Siamo alla tornata 10 e tutto procede come al solito. In questa fase di gara il ritmo di Magnussen alle spalle del monegasco è migliore, tanto che l’ingegnere di pista spagnolo ordina di ottimizzare l’overtake button modificando il parametro dell’ibrido. Poche curve è la solita comunicazione cifrata appare sul dashboard della numero 16. Il rendimento pessimo delle Soft spinge il muretto Ferrari a cambiare strategia in corso, chiamando la sosta anticipatamente rispetto alla decisione presa durante il briefing del mattino. Il comando sul manettino del Multifunction che gestisce la motricità della monoposto anticipa l’ordine di prendere la via dei box, mentre Charles fa sapere la necessità di avere più ala anteriore: “2 clicks”.

Sulla numero 16 vengono messe su 4 Pirelli a banda gialla che fanno penare il monegasco per almeno mezza tornata, intento a mantenere la sua Ferrari in pista. Gestita la situazione, Marcos indica Grosjean come obiettivo, sollecitando Charles a modificare ancora una volta il parametro dell’ibrido, non prima di cambiare la modalità della vettura ancora settata probabilmente su Mode Box.

Sotto questo aspetto, curioso notare come per la seconda volta nel corso del weekend (la prima durante le Fp3) il monegasco dimentichi di inserire la modalità corretta. Curiosa la comunicazione al giro 13. Leclerc si apre in radio “bacchettando” lo spagnolo, sostenendo che il gap con gli altri piloti in lotta sia più interessante rispetto a quello di Grosjean che vede difronte a lui. Possiamo forse dargli torto?

Una manciata di minuti più tardi ancora radio. Ancora Xavi. Il messaggio verte sulla strategia, informando che il muretto propende per il Plan C. Quattro curve e lo spagnolo interviene ancora, avvisando della Virtual Safety Car provocata dal contatto tra Raikkonen e Russell. La corsa riprende praticamente subito. Là davanti Albon e Kvyat se le danno di santa ragione. Il russo ne esce malconcio perdendo l’ala anteriore. Fortunato, Charles la evita all’imbocco della linea di partenza mentre scorrazza per la pista, scavalcando successivamente l’AlphaTauri numero 26. Una “double yellow” esposta nel terzo settore aiuterà i commissari a ripulire il tracciato nei due giri successivi.

Giunti al primo terzo di gara Leclerc si francobolla agli scarichi della Racing Point. Nel frattempo, Marcos elargisce distacchi e laptime su Norris, convinto che il britannico possa essere un obbiettivo. Le Soft di Hulkenberg sono oramai alla frutta. Il tedesco tenta di resistere ma nulla può all’attacco deciso di Charles in curva 1.

Il ritmo della SF1000 numero 16 è decisamente migliore come sottolinea lo spagnolo in radio, esortando il ferrarista a spingere visto la penalità di 5 secondi inflitta ad Albon. Leclerc incassa la notizia chiedendo quali piloti abbiano “pittato” in regime di Virtual Safety Car.  Un secco “Daniel Ricciardo” la risposta.

Concitato, il momento spinge Marcos ad una richiesta, cerando di capire se il passo della numero 16 potrebbe migliorare sfruttando al meglio il secondo stint. Leclerc fa sapere che qualcosina potrebbe tirar giù dal ritmo attuale, acconsentendo alla richiesta dello spagnolo. Due tornate più tardi Gasly è nel mirino. Charles lo infila tutto sommato agevolmente all’interno di curva 1, afferrando la settima posizione. 

Subito dopo l’avvicendamento con il francese, viene chiesto al monegasco di spingere, ricordandogli che l’attuale strategia (Plan C) prevederà pneumatici diversi da quelli previsti durante la prossima sosta. Il ferrarista ci riflette su un paio di tornate per poi chiede lumi sull’eventuale utilizzo del Plan B. Il muretto box Ferrari tarda quasi mezzo giro per rispondere, sostenendo che far funzionare la strategia menzionata da Leclerc non sia possibile. 

Al contempo, alle spalle del ferrarista Perez studia la situazione da qualche tornata, facendosi peraltro minaccioso in un paio di occasioni. Pertanto, viene suggerito a Charles di massimizzare l’ibrido, preparando l’utilizzo del K1plus per difendersi dal messicano.

Proprio mentre viene svelata la scelta sul prossimo compound (Medium), l’attacco della Racing Point numero 11 si palesa. In questo caso, sottolineare l’astuzia del monegasco è importante.

Leclerc infatti non oppone particolare resistenza alla NGK Schikane,lasciandosi infilare da Checo con la chiara intenzione di sfruttare il DRS nella retta successiva. L’astuzia viene premiata e la numero 16 gira in curva 1 davanti al messicano. Celere, la successiva comunicazione di Xavi riguarda una possibile modifica all’ala anteriore, chiedendo il secondo tyre phase up date della gara. Per il terzo stint, Charles desidera un pelo di carico in più all’anteriore 

Il solito comando necessario a cambiare il parametro legato alla motricità della monoposto anticipa di qualche secondo la chiamata ai box, proprio mentre Perez riesce a chiudere il sorpasso all’ultima chicane.

I 3,3 secondi necessari a montare un treno di Medium nuove di pacca, rispediscono in pista la numero 16 dietro la coppia VettelRaikkonen. Marcos chiede di ricaricare l’ibrido preparando la vettura all’attacco. Incalzante, il passo i Charles permette di “sbarazzarsi” agevolmente dei due. Alla tornata trentanove Leclerc si prende la posizione su Kimi, mentre a quella successiva è Vettel a lasciar strada al monegasco.

Nelle successive 5 tornate, eccetto il comando per lubrificare ulteriormente il propulsore, non succede nulla degno di nota. Charles spinge parecchio cercando di chiudere il gap su Norris in gestione gomme visto la strategia a due soste. Marcos mantiene Leclerc informato sui laptime del britannico, valutando 5 i giri necessari per raggiungerlo.

Ciò malgrado, la battaglia con la McLaren numero 4 non avrà mai luogo. Norris abbandona la competizione per un problema alla power unit, lasciando via libera all’amico ferrarista. La posizione della vettura color papaia a bordo pista provoca l’inaspettato, chiedendo addirittura i servigi di Bernd Mayländer per dar modo ai commissari di ripristinare le normali condizioni del tracciato.

In regime di Safety Car, la conversazione tra Marcos e Leclerc mette in luce un “teorico” lavoro di squadra. Lo spagnolo si interroga sulla validità della mescola per il restart. Charles, sebbene perderanno parecchia temperatura rendendo ovviamente più difficile lo scatto alla ripartenza, valuta ancora buone le gomme. Qualche secondo più tardi, ipotizzando una sosta, il ferrarista chiede quante posizioni perderebbe effettuandola. “Due” la risposta dell’ingegnere. Il rendimento pessimo delle Soft nel primo stint porta ilgiovane talento della Ferrari ad una chiara riflessione: “No medium no stop”. Xavi pertanto fa tirar dritto la numero 5 pronta a prendere la corsia box, visto che le Pirelli a banda gialla sono finite.

Dieci secondi più tardi il ferrarista ci ripensa, chiedendosi se fosse troppo tardi per cambiare idea, sostenendo che la temperatura persa sull’asse anteriore è davvero troppa. Una volta venuto a conoscenza che a questo punto sarebbero quattro le posizioni perse desiste. A tal proposito, mettendo fine alla questione, Marcos esorta Charles a concentrarsi sulle temperatura all’avantreno, comandando di spostare il bilanciamento dei freni di otto punti i avanti. Quel teorico virgolettato all’inizio del paragrafo precedente, riferendomi all’ipotetico lavoro di squadra, fa capo a quanto appena scritto. Analizzando la questione infatti, dopo essersi informato su pro e contro la decisone è stata presa da Charles autonomamente. Interessante notare come in nessun momento il muretto box cerca di imporre una scelta, “felice” di lasciare tale responsabilità al pilota…

Alla tornata 46 Leclerc si trova alle spalle di Lewis incollato a Mayländer. Voglioso di sdoppiarsi al più presto per poter lavorare sugli pneumatici praticamente congelati, il ferrarista chiede spiegazioni al suo ingegnere che a sua volta lo esorta ad aspettare il comando. Otto curve più tardi l’autorizzazione a procedere arriva. La numero 16 ha pista libera davanti a se, finalmente libera di lavorare al meglio sui compound. Una volta ristabiliti i valori adeguati, Xavi esorta Charles a chiede il gap con il gruppo. Altri cinque minuti e la la gara riparte, con la sesta piazza guadagnata da difendere con i denti.

Quando il traguardo dev’essere tagliato ancora nove volte Leclerc arriva lungo alla Coca-Cola Curve. Lesto, ne trae vantaggio Gasly e, godendo di una trazione migliore, prende la scia della Rossa infilandola senza difficoltà alcuna. Di lì a poco gli specchietti si colorano di rosa. Hulkenberg minaccia il monegasco, deciso a scippare la posizione al ferrarista. A dispetto dell’utilizzo reiterato dell’ala mobile, il tedesco non soddisfa la propria smania. La numero 16 allarga le spalle, scoda, si arrampica sui cordoli ma resiste, portando a casa l’ennesimo risultato utile.

D’accordo… l’esito della gara non è certo da buttare. Ma il piazzamento, considerando l’ottimo quarto posto in griglia dopo la qualifica non soddisfa. Poche ma dirette, le parole nel team radio del monegasco spiegano alla perfezione l’impotenza vissuta nel primo stint…


Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 

Foto: F1 TV

Analisi on board Leclerc-Gp Eifel 2020: incubo soft…

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Zander Arcari