Formula 1

Analisi on board Vettel-GP Portogallo 2020: temperature asse anteriore cercasi…

Analisi on board Vettel-GP Portogallo 2020: temperature asse anteriore cercasi… 


C’eravamo tanto amati. Fortemente incrinato, il rapporto di Sebastian con la dirigenza sportiva della Ferrari sembra davvero agli sgoccioli. Il salto da salvatore della patria a “secondo pilota” ha di fatto distrutto ogni velleità del tedesco. Vettel si sbatte, lotta e non si arrende, accettando ogni domenica il verdetto della pista e stringendo l’umiltà nel pugno. Si complimenta con il proprio compagno di squadra riconoscendone le qualità, ma non ci sta a passare per fesso…

Le due vetture sono uguali” recita un Binotto quasi stizzito nel rispondere a certe domande, addossando l’intera colpa sulle spalle del tedesco quando si riferisce al gap di rendimento maturato nei confronti di Charles (clicca qui per leggere l’analisi on board del monegasco). Eppure un uomo della sua esperienza, dopo 26 anni passati in Ferrari, dovrebbe sapere come vanno queste cose. Quali siano le dinamiche dei separati in casa. Cosa succede quando ci si trovi fuori da un progetto. Spero vivamente che non se ne renda conto solamente il giorno in cui lui stesso si troverà nella medesima posizione…


Analisi on board Vettel-GP Portogallo 2020: premessa

Sin dall’atipico venerdì portoghese, la solita attenzione maniacale del tedesco sfoga la propria smania agonistica sulla SF1000. L’assetto proprio non va. Scomodo alla guida, Vettel non è in grado di portare al limite la propria vettura, limitandosi a “scorrazzare” in pista per evitare i soliti problemi. Il blando agonismo si palesa ancora una volta, recitando nuovamente i panni da protagonista. 

La direzione presa sugli sviluppi, sommata ad alcune scelte come i differenti settaggi legati al turbocompressore (leggi qui per saperne di più), raccontano l’abbandono sportivo al quale Sebastian è oramai sottomesso. Intendiamoci… per una scuderia curare i propri interessi è più che lecito. Ma forse lo sarebbe altrettanto coadiuvare quanto più possibile il 50% dell’azienda che scende in pista.


Analisi on board Vettel-GP Portogallo 2020: la numero 5

Burnout. Tanti. Reiterati. Prima di piazzarsi nella casella numero quindici della griglia. Le raccomandazioni elargite da Adami nel pre gara su questo punto sono state ampiamente rispettate. 

Lo stacco frizione è buono, seguito da un paio di pattinate che comunque non compromettono lo scatto. Russell e Kvyat sono messi dietro agevolmente ma poi, il bloccaggio in curva 3 complica tutto. Goloso, Giovinazzi cerca di approfittare dell’indecisione del tedesco. Si lancia al suo interno e lo colpisce alla posteriore destra. Vettel la tiene con un gran riflesso ma per qualche curva la monoposto resta instabile. 

Il “giochetto” fa perdere tre posizioni a Seb, vedendo sfilare nell’ordine Raikkonen, Giovinazzi e Russell nelle tre curve successive. Dopo un giro le Medium non sono ancora in finestra, trasformando la trazione alla Galp in un incubo. Ne trae vantaggio la Haas di Grosjean, abile nel metter dietro la numero 5 alla fine della retta (foto 4). Nella tornata successiva Seb cerca disperatamente di portare in temperatura l’asse anteriore, mentre la battaglia davanti a lui impazza. Al giro 3 anche Latifi lo infila. Ma lo scatto d’orgoglio del campione tedesco non ci sta e 6 curve dopo, in uscita dalla Torre Vip si riprende la posizione sul canadese incrociando in accelerazione.

In tutto questo, le bloccate all’anteriore registrate fino ad ora sono ben 4.  Adami se ne rende conto ordinando di cambiare un parametro legato alla prestazione della monoposto, agendo sul manettino del multifunction, invitando il tedesco a gestire al meglio l’asse anteriore ancora fuori dalla corretta finestra di funzionamento al giro 4.

Malgrado la grande esperienza del ferrarista, gestire momenti del genere e  lottare in pista con le altre vetture risulta parecchio complicato. L’ingegnere italiano cerca pertanto di aiutare Sebastian, suggerendo di spostare il bilanciamento in frenata di due punti al posteriore per evitare il bloccaggio cornico all’avantreno.

Tornata 5. Malgrado l’utilizzo dell’overtake button, abbinato alla consueta mappatura ibrido Soc 8 per massimizzare il K1, superare Grosjean resta al momento difficile. Adami si palesa in radio chiedendo di utilizzare la tecnica del lift and coast alla fine del lungo rettilineo di partenza. 

Finalmente, due tornate più tardi la numero 5 riesce a prendere tutta la scia della Haas, conquistando la quindicesima posizione a scapito del pilota francese, riempiendo prontamente di rosso gli specchietti di Giovinazzi davanti a lui. La difficoltà sta nel gestire la mescola Medium, mentre la tecnica del lift and coast ostenta la propria presenza persino in staccata di curva 6. Per la cronaca, la somma dei bloccaggi all’anteriore raggiunge quota 11 in otto tornate. Fate voi. Nel frattempo, Riccardo rammenta di rilasciare l’acceleratore senza frenare prima delle staccate ad alta velocità, per gestire la temperatura della monoposto al momento troppo alta.

La strategia adottata dal muretto box italiano prevede il Plan B. Sebastian non proferisce parola al riguardo, limitandosi a dare l’ok tramite il tasto sul volante. Poco dopo anche Giovinazzi carambola. L’italiano si arrende al tedesco, subito dopo aver tagliato la linea del traguardo per l’undicesima volta.

Un chilometro più tardi, la voce di Adami riempie la radio. La comunicazione non ammette dubbi questa volta. L’obbiettivo è quello di abbassare le temperature d’esercizio della monoposto. Il propulsore del tedesco è sembrato decisamente più scialbo in rettilineo rispetto a quello del compagno. Possiamo pertanto ipotizzare che il motore montato sulla numero 5 a Portimão concludeva un ciclo, andando in sofferenza facilmente con le temperature e generando un consumo eccessivo.

Ciò nonostante il britannico della Williams resiste solo un paio di tornate, costretto ad alzare bandiera bianca lasciando nelle mani di Vettel la dodicesima posizione. Ancora quattro curve e viene chiesto al tedesco di adottare una mappatura carburante per gestire i consumi. 

Finalmente, dopo 10 tornate la tecnica del lift and coast non risulta più necessaria. Il prossimo obiettivo “veste” blue racing e si chiama Alexander Albon. Nel frattempo arriva il primo tyre phase update della gara, utile per accedere a tutte le info riguardanti gli pneumatici direttamente grazie al dashboard della vettura. D’improvviso, grazie ad un errore commesso alla Lagos, Stroll appare nel campo visuale di Sebastian dopo aver spiattellato gli pneumatici. 

Il ferrarista segue il suggerimento di Adami e, senza perdere troppo tempo, lancia l’attacco alla staccata della Torre Vip mettendo a segno il sorpasso che vale il momentaneo decimo posto. In questa fase di gara lanumero 5 dimostra un buon ritmo, sfornando un laptime più rapido di Albon. Adami suggerisce di adottare i parametri pre-mappati sul differenziale anche in curva 13 e 14, tramite l’utilizzo del toggle posizionato nella parte posteriore del volante. Mezzo minuto più tardi la Red Bull numero 23 prende la via dei box, lasciando la nona posizione nella mani di Vettel.

Alla ventiduesima tornata, avvisano Sebastian della presenza di possibili gocce di pioggia nel tratto di pista che unisce la Galp al retta principale. La seconda parte del primo stint si rivela tutto sommato buona, con il tedesco in grado di mantenere un ritmo finalmente competitivo. I retrovisori colorati di rosso della Renault di Ocon lo testimoniano, con la numero 5 decisa a sfidare la monoposto transalpina. L’update richiesto da Adami sull’eventuale cambio di inclinazione sull’ala anteriore anticipa come sempre la sosta.

Due tornate più tardi, come previsto, Adami richiama Sebastian ai box adottando una chiara strategia: tentare l’undercut sul francese della Renault. Durante il pit stop arriva una modifica all’ala anteriore: “-2 clicks”.

I 2,6 secondi impiegati per montare un treno di Hard fiammanti rispedisce Vettel in pista occupando la quindicesima pozione, subito dietro la Red Bull di Albon. Di lì poco una “solide blue” facilita il doppiaggio di Hamilton ai danni del ferrarista. A posteriori, considerando il buon ritmo che la vettura  italiana stava producendo, procrastinare la sosta per una manciata di tornate avrebbe probabilmente potuto avvantaggiare il ferrarista alla fine del secondo stint.

Dopo una piccola fase di studio, il muretto Ferrari avverte il tedesco sulla strategia. Arrivare alla fine con le attuali mescole sarà piuttosto semplice, considerando che le calzature Pirelli a banda bianca si adattano bene alla vettura italiana consentendo un buon ritmo sin dai primi giri. Due chilometri più tardi, Seb alza il piede in rettilineo per agevolante il doppiaggio di Bottas, rigettandosi poi all’inseguimento di Albon fortemente incoraggiatoda Riccardo.

La strategia sulle gomme è definitivamente quella corretta. L’italiano lo ribadisce in radio, invitando il ferrarista a spingere senza paura. Una manciata di giri più tardi ancora radio. Ancora Adami. La notifica riguarda i track limits della pista, esortando Sebastian a prestare attenzione in curva 1.

L’ultima comunicazione comprende i complimenti per l’ultimo giro effettuato, sollecitando il futuro pilota Aston Martin a continuare così. Esasperato dalla difesa ad oltranza di Kimi, Albon viene richiamato ai box, lasciando incustodita l’undicesima pozione che viene così acciuffata immediatamente dalla numero 5. Riccardo lo fa presente in radio, ordinando di lubrificare ulteriormente il propulsore tramite l’apposito comando sul volante.  

Alla tornata 50 Vettel inizia a farsi vedere negli specchietti dell’ex compagno di squadra, fanalino di coda di un gruppetto compatto composto da Gasly, Sainz e Ricciardo. Poco dopo informano Sebastian sulla strategia del pilota australiano che, assieme a Kimi, proverà a tagliare il traguardo senza effettuare ulteriori soste. Sottinteso, il messaggio di Adami è chiaro: ulteriori posizioni andranno guadagnate in pista. Malgrado l’utilizzo del K1, raggiungere e surclassare Raikkonen non risulta affatto facile, sebbene le mescole Medium del finlandese abbiano sul groppone la bellezza di 40 giri.

Tornata 55. Godendo di un’ottima trazione alla Galp Vettel prendere tutta la scia dell’Alfa Romeo numero 7. La svernicia in rettilineo e acciuffa provvisoriamente la decima posizione. Sebbene la Renault di Ricciardo venga individuata come prossimo obbiettivo, il ferrarista deve necessariamente tenere d’occhio i retrovisori difendendosi dal ritorno “furioso” di Kimi.

Il giro seguente Sebastian riceve un ulteriore comunicazione in radio riguardante i “track limits”. Il reiterato superamento dei limiti della pista in curva 1 ha prodotto uno “warning” ufficiale da parte della direzione gara, mentre la lotta a tre continua. Nonostante il ritmo di Vettel sia buono, il tedesco riesce ad avvicinarsi a Ricciardo solo nel secondo settore, perdendo poi contatto nel terzo, incapace dunque di avvicinarsi quanto basta per sferrare l’attacco. 

A sei giri dal termine non succede più nulla. Le due Renault là davanti non fanno alcuna fatica a mantenere la posizione sulla numero 5, mentre Adami si limita a ricordare le tornate necessarie per veder sventolare la bandiera a scacchi, conscio che il Gran Premio del Portogallo per Sebastian sia già finito.

Immaginando un primo stint lontano dai problemi, la corsa di Sebastian avrebbe probabilmente prodotto un risultato differente. Tuttavia, sebbene Il ritmo sia parso decisamente migliore rispetto alle ultime apparizioni, i problemi congeniti di questa vettura restano. Come sottolinea il quattro volte campione del mondo, la Ferrari numero 5 resta difficile da guidare…


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Foto: F1 TV

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Analisi on board Vettel-GP Portogallo 2020

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Zander Arcari