Binotto fa mea culpa sul 2020: “Sbagliato il progetto!”
Nella serata di ieri, su ‘Sky Sport F1‘, è andata in onda una lunghissima intervista che ha visto come protagonista il team principal della Ferrari, Mattia Binotto. Nel corso dei quasi 30 minuti di conversazione, il numero uno del box del Cavallino è tornato a parlare della Power Unit 2019 (della possibile irregolarità), di come ci si è ritrovati ad affrontare un 2020 così difficile e di come si cercherà di uscire da questa situazione per rialzare la testa nel 2021 e tornare ad alti livelli nel 2022. Noi cercheremo di procedere per gradi cercando di fare delle tantissime domande che Carlo Vanzini a rivolto al tecnico italiano un discorso logico e fluido.
Il propulsore italiano, lo scorso anno, ricorderete, si è ritrovato al centro delle indagini della Federazione. Dopo dei weekend molto buoni, tra il mese di settembre e ottobre, con l’introduzione di alcune nuove direttive, già nel finale di stagione 2019, si era assistito ad una prima battuta d’arresto, culminata quest’anno dopo il tanto discusso accordo tra l’ente di controllo e la Ferrari. Ciò ha fatto subito pensare che l’unità fosse irregolare, e dopo aver espresso mille e più volte il contrario, Mattia Binotto è tornato a ribadire la sua conformità ai regolamenti.
“La FIA non ha mai riscontrato un’illegalità nei confronti del nostro concetto. Se fosse successo saremmo stati squalificati. Siamo finiti sotto la lente d’ingrandimento per tante gare, subendo controlli ad ogni singolo Gp. La Federazione aveva bisogno di capire e fare accertamenti, ma non ha mai trovato nulla. Inoltre, nessun avversario ha protestato. Se fosse stato a chiaro a tutti che stessimo facendo qualcosa di irregolare, perché nessuno ha protestato?” A dire il vero sappiamo tutti quanto Red Bull e Mercedes abbiano spinto sulla Federazione per ottenere maggiori controlli e verifiche… Tuttavia c’è da dire anche che però non hanno mai presentato una richiesta formale.
I controlli si son fatti sempre più intensi finché poi non si è giunti al fatidico accordo. “Continuare ad indagare ulteriormente avrebbe portato ad un dispendio di energie e di costi da entrambe le parti, così siamo giunti ad un patto: quello di concentrarci sul futuro cercando di eliminare le zone grigie”. Aree da cui la Ferrari è uscita immediatamente, perdendo tutto il vantaggio costruito nel 2019. “Perché non continuare a lavorare su un concetto al limite del regolamento? Lo abbiamo fatto per tutta la scorsa stagione, poi le direttive invernali ci hanno impedito di continuare su quella linea. Sono state introdotte delle norme che hanno penalizzato anche gli altri, ma noi in modo particolare”.
L’ultima domanda riguarda la gestione comunicativa in merito all’accordo segreto. Perché si è deciso di non essere totalmente trasparenti e divulgarne i dettagli, evitando così di innescare malesseri con gli altri costruttori? “Direi che è normale” la risposta del tecnico italiano. “Cosa avremmo dovuto fare? Mostrare a tutti il nostro motore ed i nostri segreti? Nessuno ha mai fatto una cosa simile in F1 e certamente non volevamo iniziare noi a farlo”.
Ovviamente le direttive di cui si parlava prima hanno tolto alla Ferrari cavalleria pesante, ma sappiamo tutti oramai che il basso rendimento della Rossa non sia stato dovuto solo al propulsore. Lo dimostrano anche le ultime migliorie portate in pista dalla squadra italiana. Con la stessa specifica di power unit a disposizione da luglio (mese d’inizio del mondiale) ad oggi, la squadra del Cavallino nelle ultime tre gare ha compiuto progressi importanti nei confronti degli avversari, passando dal dover lottare con Williams, Alfa ed Haas nel Gp del Mugello, a concludere quarta assolutamente indisturbata, con Charles nel corso dell’ultimo weekend in Portogallo.
La spiegazione a tutto questo è terribilmente semplice: “Abbiamo sbagliato progetto” sentenzia Mattia Binotto proseguendo nell’intervista. “Abbiamo fatto delle assunzioni sbagliate durante l’inverno e la strada di sviluppo si è rivelata essere sbagliata di conseguenza. Il congelamento di alcune parti della monoposto unito al lockdown ci ha impedito di attuare i giusti correttivi per tempo. Cosa che ha penalizzato il nostro intero rendimento stagionale”.
Come dicevamo, nel corso delle ultime gare sono stati portati degli upgrade importanti, che hanno dato riscontri assolutamente positivi. Questo il commento di Mattia Binotto in merito: “Le novità che abbiamo portato stanno funzionando. L’obiettivo e anche un po’ la speranza è tornare ai livelli che eravamo riusciti a mostrare almeno nella prima parte dell’anno. Sono comunque uno step importante soprattutto in chiave 2021. La squadra vuole riscattarsi e per questo ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi. Potremo contare su un nuovo motore, che attualmente sta girando molto bene al banco. Faremo sicuramente un passo avanti, ma ripeto non attendiamoci miracoli. Guardando realisticamente al 2021, non avremo ancora la possibilità di lottare per il mondiale, l’obiettivo è quello di andare a podio con regolarità”.
Questa è la domanda che sta più a cuore a tutti gli appassionati della Ferrari ma anche della Formula Uno. Vedere la squadra di Maranello in difficoltà potrà anche far piacere a qualcuno, ma poi a lungo andare è chiaro che il desiderio comune sia quello di vedere le Rosse tornare protagoniste della sfida per il mondiale. L’ultima volta che la Ferrari è riuscita ad aprire un ciclo assieme a Michael Schumacher trascorsero 21 anni dall’iride ottenuto da Jody Scheckter nel 1979… In questo, Binotto ha voluto rassicurare i fan: “Sono convinto che stavolta non passeranno così tanti anni prima di tornare alla vittoria”.
Avendo vinto l’ultimo mondiale nel 2008 però, l’attesa comincia a farsi comunque lunga… “Sono passate lo stesso tante stagioni, troppe. Tolto il 2020, però abbiamo avuto annate in cui si è stati sempre protagonisti, arrivando a giocarci il titolo un paio di volte” afferma il tecnico forse facendo riferimento più al 2010 e al 2012 (con Alonso) piuttosto che al 2017 e al 2018. “Nella nostra storia abbiamo vissuto molte stagioni senza vittorie, dal 1990 al 1994 per esempio. In questa in particolare abbiamo dovuto affrontare varie difficoltà. Tuttavia guardiamo con fiducia al 2022. Sono sicuro che il 2020 sarà l’eccezione”.
Dopo aver vissuto un 2019 positivo, con le uniche critiche arrivate per la gestione dei piloti, il 2020 è stato un anno che ha messo a dura prova Mattia Binotto. Gestire le tensioni date dalla scarsa competitività ed essere sottoposto al costante giudizio della stampa non è stato e non sarà facile farlo nei prossimi mesi. Ed è con questo pensiero che il responsabile del Cavallino chiude la sua lunga intervista: “Lavorare in Ferrari, a prescindere dal ruolo ricoperto, è sempre stato il mio più grande sogno. Sento la responsabilità e nonostante le difficoltà sono contento di far parte di questa famiglia e di poter dare il mio contributo”.
“Filtrare i giudizi e le pressioni che arrivano dall’esterno alla squadra è un compito di non facile gestione a volte” ha chiosato Binotto riferendosi ai giornali. “Fortunatamente in famiglia trovo un grande supporto. Parlo poco di lavoro se non è necessario. Critiche dai tifosi? È giusto che esprimano il loro pensiero. Ovviamente tutto ha un peso e a Maranello si devono spendere molte energie, rispetto agli altri team, anche su questo fronte. Ma siamo la Ferrari, fa parte del gioco, lo sappiamo e lo accettiamo”.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Ferrari – F1 – Alessandro Arcari – @berrageiz