Formula 1

Caso Racing Point: il regolamento da solo non basta…

Caso Racing Point: il regolamento da solo non basta…


Abbiamo trascorso gran parte del 2020 a parlare del ‘copy-gate’ che ha visto coinvolta la Racing Point (utilizzo delle medesime prese dei freni della Mercedes per i quali le sono stati tolti 15 punti dalla classifica costruttori e fatta una multa di 400’000 Euro), ma a quanto pare non è che si sia risolto molto. Dopo le tante proteste da parte della Renault (e non solo), la FIA aveva dato delle garanzie ai team, al momento della firma del ‘Patto della Concordia‘, che sarebbero stati presi gli opportuni provvedimenti affinché un simile, spudorato caso di copia, non si sarebbe mai più ripetuto.

Mentre le norme in questione sono in procinto di essere presentate dalla Federazione (secondo diversi esponenti del paddock dovrebbero essere pubblicate entro fine anno) giunge in un certo senso inaspettata la dichiarazione di Andrew Green (direttore tecnico Racing Point), che intervistato da ‘Auto Motor und Sport’ ha riferito: “Per riuscire ad eludere la regola dei token, abbiamo deciso di introdurre la sospensione posteriore 2020 Mercedes già nel Gp di Russia scorso. Non avremmo potuto montarla sull’auto l’anno prossimo ed era indispensabile per poter utilizzare al meglio la trasmissione Mercedes 2020 nel 2021”.

Andy Green, direttore tecnico della Racing Point

Ne avevamo parlato proprio qualche giorno fa (leggi qui se ti va), ogni squadra quest’inverno possiederà 2 gettoni e sarà il team a scegliere le aree di sviluppo dove andarli ad utilizzare. Le sospensioni sono una di quelle soluzioni che avrebbero richiesto l’utilizzo di entrambi i token, ma fatta la legge trovato l’inganno. Se la Federazione aveva in un secondo momento corretto il tiro, dicendo che qualora la Racing Point (che nel 2021 si chiamerà Aston Martin) avesse deciso di montare sospensioni 2020 all’inizio dell’anno venturo, l’avrebbe potuto fare solo attraverso l’utilizzo dei gettoni, la squadra ha pensato bene di introdurli prima, gratis così da avere, nel 2021, sospensioni e cambio aggiornati. 4 token al prezzo di 2.

Prezzo tra l’altro imposto perché stando alla prima versione del regolamento la squadra in questione avrebbe potuto effettuare questo step gratuitamente. Questo perché si parla di parti 2020 e quindi che possiederanno un’omologazione (nel 2021) già vecchia di 12 mesi. Ed è proprio su questo punto che si basa la difesa di Andrew Green: “Ciò che stiamo facendo è portare un’auto del 2019 fino ai livelli del 2020. Le altre squadre possiedono già queste specifiche, noi siamo di fatto un anno indietro. I nostri avversari avrebbero voluto che noi continuassimo a correre con le parti 2019 anche il prossimo anno.”

Pit stop per Sergio Perez, Racing Point, Gp Eifel 2020

Il punto ovviamente è che quelle parti non sono di una vettura qualsiasi, sono della Mercedes, ed è questo che fa infuriare la concorrenza. Tuttavia l’ingegnere britannico ha risposto così a coloro che accusano la squadra anglo-canadese di copiare solamente dai campioni del mondo in carica: “Continueremo a guardare le altre auto e cercare nuove idee. Ciò che mi fa sorridere però è sentire le altre squadre lamentarsi e poi, se si va a guardare la direzione presa con i loro ultimi sviluppi, trovi che non hanno fatto un lavoro molto diverso dal nostro. McLaren ha portato un nuovo muso munito di una nuova ala anteriore, di chiara filosofia Mercedes. Qualcuno si è lamentato? Non è una copia quella? Solo alla Racing Point non è consentito farlo. Anche la Renault ha fatto lo stesso: la parte anteriore è un copia e incolla del Concept Mercedes. A me sembra che le squadre che urlano più forte siano quelle che copiano di più”.

Tutte belle parole, ma soffermiamoci un momento a riflettere. Che McLaren e Renault stiano seguendo i concetti Mercedes, almeno nella parte anteriore è chiaro, non ci piove. Però mettere a paragone il lavoro svolto dalle due squadre con quello della Racing Point può risultare un po’ eccessivo. Sovrapponendo o accostando la W10 alla MCL35 o alla RS20 attuale, non faremmo alcuna fatica a riconoscere le tre diverse vetture. Su ‘Sky Sport F1’, non molto tempo fa, avevano fatto un giochino di questo tipo andando a togliere la vernice alle monoposto per cercare di indovinarne il nome… Quando furono accostate W11 e RP20, riconoscerle non fu molto semplice.

Con questo non si vuole attaccare né Green né tantomeno la squadra di Lawrence Stroll. C’è un ente che dovrebbe monitorare i progetti e dire se siano legali o meno all’inizio dell’anno e poi successivamente in tutte le fasi del campionato. Se rendi libero un animale abituato a stare in gabbia, difficilmente riuscirai poi a contenerlo. Più spazio gli metterai a disposizione, più questo se lo prenderà. Stesso discorso con gli ingegneri. Se i tecnici arrivano a capire che possono intraprendere una direzione, anche se poco chiara dal punto di vista regolamentare, la prendono. Sta alla FIA mettere poi a posto le cose se si va oltre il consentito.

A quanto pare comunque qualche limitazione, per la Racing Point ci sarà. Come abbiamo detto in precedenza, la squadra dovrà pagare in gettoni l’introduzione delle parti Mercedes nel 2021, anche se si tratti di soluzioni 2020. In più potrebbero esserci anche altre misure di ‘contenimento’ che verranno adottate con l’introduzione delle nuove norme: “Abbiamo deciso di acconsentire ad un nuovo regolamento per avere un po’ di tranquillità. Una sorta di trattato di paceammette Andrew Green. “Anche se non abbiamo fatto nulla di illegale, abbiamo turbato alcune persone, quindi abbiamo deciso che adeguarci al pensiero comune fosse la soluzione migliore”.

Decisione che porterà ad un impegno extra, in precedenza non preventivato: “Questo rappresenterà una grande sfida per noi: dovremo effettuare delle modifiche andando a ridisegnare alcune parti della vettura per il 2021. Possiamo sopportare il nostro rammarico nell’interesse dello sport, anche se ora ci sono direttive che lo contraddicono. Se tali regole fossero state scritte in anticipo non saremmo mai stati d’accordo…

Il regolamento da solo non basta. Serve un’autorità presente in grado di farlo rispettare. Inutile scrivere un’innumerevole quantità di norme se poi l’ente non è presente e emetta delle sentenze solo dopo una successiva richiesta di intervento da parte di un competitor. Immaginate cosa avverrebbe in uno sport di contatto se l’arbitro lasciasse tutto scorrere fino alla prima lamentela.

Forse andrebbe cambiato qualcosa…


AutoreMarco Sassara – @marcofunoat

Foto: Racing Point – McLaren – Renault – Formula Uno

Condividi
Pubblicato da
Marco Sassara