Formula 1

Il fallimento di Vettel: “Forse non valeva la pena lottare…”

Il fallimento di Vettel: “Forse non valeva la pena lottare…”


L’avventura di Sebastian Vettel in Ferrari non si concluderà come sperato. Quando nel 2015 andò a prendersi il posto lasciato vuoto da Fernando Alonso, si sapeva che sarebbe occorso del tempo prima di poter lottare per il titolo. Quell’anno, infatti, seppur con tre vittorie (Malesia, Ungheria e Singapore) non permise mai al tedesco di ostacolare il cammino della coppia Mercedes verso l’iride. Nel 2016 si rimase addirittura a secco, mentre poi nel 2017 e 2018 il sogno per qualche mese era stato addirittura accarezzato, ma poi sappiamo tutti come è terminato. Nel 2019 si è patito un avvio difficile, in cui oltre ai rivali della casa di Stoccarda, Seb ha dovuto fare i conti con Leclerc che di fare da spalla non ne voleva proprio sentir parlare. Il monegasco terminerà la stagione davanti al quattro volte iridato con 24 punti di vantaggio.

Ma l’ultimo anno, il 2020, è decisamente il più duro. La SF1000 non permette a nessuno dei due alfieri di potersi distinguere in pista, ma nonostante tutto Charles, dimostra di saper portare la vettura ad un altro livello: conquista due podi e, a quattro gare dal termine, mantiene ancora viva la lotta per il quarto posto in classifica piloti (85 punti), mentre il tedesco, con 18 punti all’attivo, è attualmente stabile in 14° posizione. Una situazione complicata che Sebastian ha, recentemente, ulteriormente commentato: “Nel corso della mia carriera da pilota sono sempre stato in grado di ottenere il massimo da ogni macchina che ho posseduto. Quest’anno però la situazione è un po’ diversa riporta ‘tercerequipo.com’.

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, Imola

Mi manca chiaramente qualcosa e sto facendo tutto il possibile per migliorare il mio feeling” ha proseguito Vettel. “Non credo dipenda dallo stile di guida, ritengo ci si debba sempre adattare… Cosa che non è mai stato un problema per me. Le sto provando tutte per portare la monoposto al limite, ma attualmente non riesco a portarla allo stesso livello di Charles. Con gli ingegneri non ho mai smesso di lavorarci e continuerò a farlo fino alla fine”. Un passo avanti in tal senso lo si è visto ad Imola, dove la gara del tedesco è stata però compromessa da un problema riscontrato alla gomma anteriore destra nel momento del pit stop (qui l’approfondimento).

Il Gp turco, sarà un altro passaggio importante, in cui potremo verificare se l’Heppenheimer sarà riuscito effettivamente a capire qualcosa in più della sua SF1000, oppure se la terza tappa italiana verrà archiviata come un fuoco di paglia. Più interessante però la risposta data in merito al suo stato d’animo sul divorzio da Maranello. Il 2020 segna la fine di un sogno oramai impossibile da realizzare, e alla domanda se ci sia qualcosa che farebbe diversamente se ne potesse avere l’occasione, Vettel risponde: Non mi pento di nulla. Tuttavia riconosco di aver fallito. La missione che mi ero prefissato era quella di diventare campione del mondo con la Ferrari e non ci sono riuscito”.

Sebastian Vettel, Ferrari

“Se ci sono delle ragioni che hanno portato a questo? Probabilmente sì, ma non vado in cerca di scuse. Forse, guardando indietro, non valeva la pena lottare. Questa è una riflessione forte da parte del tedesco. ‘Non valeva la pena lottare’. Perché? A cosa allude? Non certo al campionato del mondo, non ai duelli in pista, né tantomeno alle sfide che un pilota può incontrare nel comprendere il comportamento della vettura… A cosa allora? Ma fa parte della mia natura e mi è venuto spontaneo farlo afferma concludendo il suo pensiero. Credo anche di aver avuto ragione in alcune di queste piccole battaglie, ma è andata così… L’importante è non avere alcun rimpianto”.

Leggendo e rileggendo tali parole, il riferimento sembra essere diretto alla gestione interna del team (ma questa è una mera sensazione di chi scrive). Che Vettel abbia dovuto lottare, in questi ultimi due anni, per una leadership andata pian piano scemando è un dato di fatto. Con Charles, nel 2019, non sono mancate discussioni e scontri in pista, in cui in alcuni casi il giovane monegasco non era affatto esente da colpe e forse è proprio a questo che allude quando afferma ‘credo di aver avuto ragione in alcune di queste piccole battaglie’. Purtroppo però è andata così. Leclerc è diventato sempre più leader della squadra, portandola verso la decisione di puntare sul cavallo più giovane e di liquidare il tedesco distruggendo definitivamente il suo sogno più grande.

Il rammarico di non aver stretto tra le mani l’iride con il colore Rosso addosso non se ne andrà via facilmente, ma in Aston Martin, già tra qualche mese, avrà l’opportunità di resettarsi e tornare a guidare ad alti livelli. Sopravvivere al limite della top ten non è certo ciò che si addice ad un pilota del suo calibro e anche se il passaggio in Racing Point non lo metterà subito in condizione di lottare per il titolo, almeno nel 2021, non è escluso possa rendersi protagonista di un campionato degno di nota. Cosa che ci auguriamo tutti.


AutoreMarco Sassara – @marcofunoat

Foto: Ferrari – F1

Condividi
Pubblicato da
Marco Sassara