Il rammarico
Infine il momento è giunto. Sembrava impossibile, sembrava intoccabile eppure il record di titoli di Michael è stato dunque pareggiato. Come ho già avuto modo di dire in questa rubrica, era solo questione di tempo prima che Lewis mettesse il sigillo definitivo nella Hall of Fame dei più grandi. L’anno prossimo inoltre, avrà l’opportunità di innalzare ulteriormente l’asticella e portare quella che a me piace definire “quota Lewis” a 8 titoli mondiali. Già ora sembra inarrivabile e raggiunto quell’obiettivo diventerà leggenda.
No, il titolo di questo articolo, non si riferisce al fatto che il record del Kaiser sarà superato. Lewis, per quanto lo si voglia attaccare, ha meritato questo risultato. Sono sicuro che i suoi tifosi (che in quanto a cecità non hanno nulla da invidiare a quelli del tedesco della Ferrari) non se la prenderanno se affermo che anche quest’anno il titolo gli è stato servito su un piatto d’argento. Inutile girarci intorno. Il campione del mondo non ha avuto nessun tipo di concorrenza, salvo le sporadiche fiammate del compagno di squadra, il quale lo ha fatto penare soltanto in qualifica. In gara, come abbiamo avuto modo di vedere, non c’è mai stata partita.
Tutti avevamo riposto delle speranze nella prodigiosa Red Bull. Solo che i bibitari, vuoi per il motore che ancora fa i capricci, vuoi perché la matita di Newey evidentemente è spuntata, non hanno mai rappresentato una vera minaccia. Ripeto e ribadisco che, anche in caso di competitività o del compagno o della Red Bull, il campione inglese sarebbe comunque riuscito nella sua impresa. Solo, non sarebbe stata così facile e soprattutto ci saremmo divertiti di più anche noi. Evidentemente non si può avere tutto dalla vita e va bene lo stesso anche così.
Domenica scorsa ad ogni modo, Hamilton ha ricordato al mondo intero perché, macchina o non macchina, sia diventato campione del mondo. Grazie alla sua esperienza ed alla sua sensibilità nel gestire le gomme, si è potuto permettere il lusso di fermarsi una volta sola. Gli errori altrui hanno fatto il resto. Così ha potuto conquistare il settimo titolo da vincitore del Gp. Onore al re nero, il quale indipendentemente dalle sue discutibili scelte politiche e dichiarazioni, in macchina è un animale da gara.
Ed ecco che si finisce per cadere nella solita frase stantia: “con la W11 vinco anche io!”… Andiamoci piano signori. L’anglo caraibico è un tutt’uno con la monoposto e questo lo si ottiene solo dopo anni di duro lavoro. La macchina è indubbiamente un prodigio di tecnica, e magari è stata anche disegnata proprio attorno al campione stesso. Altri piloti (veri!) riuscirebbero a diventare campioni con la monoposto di Lewis? Penso di sì. Riuscirebbero ad ottenerlo allo stesso modo? Non lo so.
Di sicuro un pilota papabile, che avrebbe le carte in regola per raggiungere quel successo con la macchina di Hamilton è Sebastian Vettel. Il tedesco come ha già dimostrato in passato, non si farebbe scrupoli a vincere mondiali a ripetizione con la macchina giusta tra le mani. Il punto è che deve essere giusta e perfetta, altrimenti rischia di finire nel baratro come in questo sciagurato 2020. La sua SF1000 domenica scorsa, a causa (o grazie?) delle condizioni della pista, di sicuro era più congeniale al suo stile di guida ed infatti, il pilota è letteralmente emerso dal pantano dell’asfalto turco.
Vettel domenica, tra le pieghe dell’Istanbul Park, ha condotto la sua migliore gara dell’anno. Ricordandosi che è un campione del mondo ha fatto valere tutta la sua esperienza e la sua bravura nel guidare sul bagnato. Quella stessa bravura che gli permise di conquistare la sua prima vittoria, in quel lontano 2008, con una modesta Toro Rosso, sul circuito di Monza. Il rammarico rimarrà in tutti noi Ferraristi. Sebbene la pancia ci dica di gioire per la gara condotta, il cervello purtroppo ci dice esattamente il contrario. Domenica ho visto un pilota che se vuole, sa fare la differenza… Praticamente l’unico a non commettere errori. L’unico a mettere in difficoltà Hamilton, il quale avendo colto le intenzioni del tedesco, ha preferito non rischiare.
Il rammarico è aver visto un quattro volte campione del mondo, essere divorato dalla fame di un vorace ragazzino, capace di metterlo in difficoltà nonostante in Formula Uno, al contrario del tedesco, abbia ancora tutto da dimostrare. Ragazzino al quale è sfuggita la vittoria di mano a causa dell’inaspettato esito della qualifica prima e della disastrosa partenza poi. Per certi versi, proprio per il bene di Vettel, sono quasi felice che non ci sia riuscito. Cosa si sarebbe detto se, nonostante la buona gara del tedesco, il monegasco avesse vinto?
Già perché, considerando lo status e l’esperienza del quadri-campione, il GP Turco (in termini di performance) dovrebbe essere la normalità. Invece “la nuova normalità” (in linea con questi nefasti tempi che stiamo vivendo), è quella di stare regolarmente dietro un ventitreenne e di “azzeccare” un GP una tantum, facendoci rimpiangere le tante gare in cui ci ha emozionato e fatto tribolare fino alla bandiera a scacchi.
Il rammarico è dover vedere Vettel sul gradino più basso del podio (grazie alla forzatura del suo giovane compagno, altrimenti nemmeno quello avrebbe visto!) e festeggiarlo come se avesse vinto il GP, mentre il compagno ancora si dava dello stupido per quel sacrosanto errore (guai a non averci provato) che purtroppo ha commesso.
Il rammarico è dover sentire il tedesco lanciare frecciatine alla squadra, alludendo ad un podio arrivato grazie all’assenza di Binotto (rimasto a Maranello per supervisionare il progetto 2021). Sebbene il sincero Vettel, abbia colto l’occasione per scherzarci sopra, proprio perché è sincero le sue parole sono servite a ricordare al mondo, che tra lui ed il Team Principal l’amore è terminato e forse non è mai nato. Sono lontani i tempi in cui, l’osannato (naturalmente dalla frangia oltranzista del tedesco, dove domenica non ha perso occasione di mostrare il più becero del tifo, per il buon GP disputato dal loro beniamino) Arrivabene aveva occhi solo per lui.
Mancano solo tre GP alla fine di questo mondiale “covidzato” e come ho già detto, la separazione sarà un bene per tutti. Resta solo da capire se il rammarico, generato dalla fine di questa triste storia d’amore, si tramuterà in un rimpianto o in un sospiro di sollievo.
Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito
Foto: Mercedes – Ferrari – F1