Anteprima Gp Abu Dhabi 2020: Ferrari saluta il suo campione
Eccoci giunti all’ultimo Gp della stagione 2020. Dopo aver visto assegnati i titoli mondiali, alla Mercedes il costruttori ad Imola e a Hamilton il piloti in Turchia, ci si apprestava a vivere tre eventi scialbi e senza tanti colpi di scena. Invece la positività al coronavirus del campione del mondo in carica ha gettato un po’ di scompiglio sugli ultimi weekend di gara. La nomina di Russell come suo sostituto, in occasione del Gp di Sakhir, ha creato un inevitabile interesse: sarebbe riuscito ad ambientarsi velocemente alla Mercedes e a tenere testa al finnico che, specialmente ad inizio anno si riteneva pronto per rendere a Hamilton pan per focaccia? Ovviamente sì. Anche se il risultato finale può sembrar dire il contrario, a parte la qualifica dove George si è dovuto arrendere al finlandese per soli 26 millesimi, in gara ha ampiamente dimostrato di averne sempre più, ma poi alcuni eventi sfortunati gli hanno tarpato le ali ed ha così dovuto arrendersi alla sorte.
La domanda che ora tutti si fanno è: potremo ancora vedere il talento britannico vestito di nero questo weekend? Fortunatamente Hamilton sembra stare meglio. Ieri ha divulgato un messaggio nel quale ha riferito di essere tornato finalmente ad allenarsi con l’obiettivo di disputare l’ultima corsa dell’anno a Yas Marina. Tuttavia un suo impegno è tutt’altro che certo… Si naviga a vista. Wolff dice che potrebbe tornare negativo entro giovedì o al massimo venerdì e in quel caso, grazie ad un permesso speciale il pilota potrebbe lasciare il Bahrain mediante jet privato e raggiungere il team in pista. Vi aggiorneremo strada facendo. Quel che è certo è che ci sarà ancora Pietro Fittipaldi al volante della Haas. Grosjean è tornato a casa in Francia e ora si prepara a godersi il Natale assieme alla sua famiglia.
Il circuito di Yas Marina, criticato da molti per lo scarso spettacolo capace di fornire nonostante sia stato costruito su un suolo completamente desertico (Tilke ha avuto carta bianca nella sua progettazione), è sicuramente contraddistinto per i suoi lunghi tratti rettilinei (soltanto quello che porta da curva-7 alla 8 è lungo 1,2 km) contrapposti ad una parte lenta e guidata. Il layout in questo senso ci fornisce un po’ di tutto: un primo settore composto da curve ad alta percorrenza, il secondo da lunghi tratti rettilinei, anticipati da forti staccate, e da un terzo molto lento (il tratto che va da curva 17 alla 19 si affronta rimanendo in terza marcia).
Il layout si compone di ben 21 curve (ai piloti sembreranno tantissime dopo aver corso sull’outer-track di Sakhir dove se ne contavano a malapena 11), 12 a sinistra e 9 a destra, lungo un percorso avente estensione di 5.554 km. I lavori riguardanti la sua creazione iniziano nel maggio 2007, dopo che nel 2006 era stato dato l’annuncio dei piani di sviluppo che avrebbero coinvolto l’isola di Yas, quella che sarebbe dovuta diventare una nuova meta turistica situata appena ad est di Abu Dhabi. Il progetto viene portato a termine nell’ottobre 2009, giusto in tempo per ospitare il primo evento della sua storia, che in quell’anno ricadeva in data 1 novembre. Da allora sempre terreno designato per l’ultimo atto stagionale, fatta eccezione per il 2011, 2012 e 2013, quando l’onore fu riservato al più tradizionale tracciato di Interlagos (Brasile).
A causa soprattutto della presenza di un terzo settore molto lento, quello di Abu Dhabi può considerarsi un Gp da medio-alto carico aerodinamico. Raggiungere un corretto bilanciamento sarà determinante per godere di un’ottima efficienza nei tratti rettilinei della pista e al contempo avere una vettura in grado di generare il giusto livello di downforce necessario ad affrontare le parti lente del tracciato. Essendo chiamati ad effettuare quasi delle ”ripartenze” in uscita dalle curve-7 e 9, ottenere un posteriore stabile con una buona trazione sarà un aspetto da tenere in considerazione. Essendo un circuito che offre un po’ di tutto, i tecnici dovranno essere bravi a trovare un buon compresso, e come succede spesso in questi casi, sarà avvantaggiato chi potrà contare su una vettura dall’elevata efficienza aerodinamica, capace di generare tanto carico pur mantenendo bassi i valori di drag.
Notoriamente noto per la difficoltà nel compiere sorpassi (Alonso ne sa qualcosa, ma nel 2010 ancora non non era stato introdotto il dispositivo mobile), i principali luoghi di scontro in cui si potrà assistere a dei duelli tra le vetture, non potranno che essere quelli posti alle staccate di curva-8 e curva-11, ovvero, al termine dei due rettilinei che prevedono l’utilizzo del DRS. Nonostante i due tratti siano molto ravvicinati, nel 2020 si avranno due differenti detection point: uno posto prima di curva-7, con l’altro posto in uscita della 9. Questo permetterà a tutti quei piloti che verranno superati nel primo rettifilo di replicare nel secondo. Tuttavia si è avuto già modo di vedere in passato come i piloti vadano ad avvantaggiarsi di questa situazione sfruttando la prima zona DRS per avvicinarsi all’obiettivo (restargli incollato) per poi esser sicuri di concludere il sorpasso nel tratto successivo. Incremento di velocità previsto mediante l’utilizzo dell’ala mobile si attesta del valore di 16 km/h nella prima zona e di 13 km/h nella seconda.
Anteprima Gp Abu Dhabi 2020: Impianto Frenante
Secondo i tecnici Brembo quello di Yas Marina rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni, aggiudicandosi il massimo indice di difficoltà, 5, su una scala di valori che appunto va da 1 a 5. Il più critico di quest’anomala stagione 2020. Caratterizzato da una prima metà molto veloce (fino a curva 12), grazie alla presenza dei due rettilinei dove sarà possibile aprire il DRS, e da un successivo tratto lento, composto essenzialmente da una sequenza ravvicinata di curve secche, il layout rende difficoltoso garantire un corretto smaltimento termico, soprattutto nel settore finale, in particolar modo nelle sessioni in presenza di luce solare.
Nonostante ci si trovi al cospetto di 21 tornanti da affrontare, i piloti andranno a richiedere l’intervento dell’impianto frenante solamente 11 volte al giro. Nel 2020 l’unica altra pista a tenere testa ad Abu Dhabi, per numero di interventi, malgrado i suoi 4.381 metri di lunghezza è quella di Budapest. Molto simile anche il tempo di utilizzo: 17,8 secondi per l’Ungheria, contro i 18,6 di Abu Dhabi (circa il 20% del tempo sul giro). La decelerazione media si attesta sui 3,8 g. Tuttavia tale valore incrementa notevolmente se si tiene conto solamente di quelle che avvengono nel primo e nel secondo settore (nelle prime 11 curve), si sale fino ai 4,7 g. Il carico totale sul pedale del freno generato dai piloti nell’arco dei 55 giri del Gp va poco oltre le 54 tonnellate.
Delle 11 frenate, di cui si parlava prima, solo 4 sono considerate altamente impegnative per i freni. Una viene considerata a media intensità (curva -1), mentre le restanti 6 come light. La più dura è quella posta alla fine del rettilineo lungo 1,2 km, ovvero la staccata di curva-8. Le monoposto vi giungono ad una velocità di 344 km/h, e grazie ad una pressione sul pedale del freno di 186 Kg da parte del pilota, riescono a rallentare in uno spazio di 125 metri e nel tempo di 2,52 secondi fino alla velocità di 84 km/h, subendo una decelerazione di 5,6 g.
Con il pedale dell’acceleratore che resterà totalmente abbassato per circa il 60% del tempo sul giro, il Gp che verrà disputato sul circuito di Yas Marina sottoporrà l’endotermico ad uno stress non particolarmente eccessivo. Il calcolo del rapporto peso/potenza resta comunque relativamente basso: 10Cv in più o in meno avranno un peso di circa il 0,15% del tempo sul giro (1 decimo e mezzo).
La parte preponderante della rigenerazione dell’energia elettrica sarà affidata all’MGU-H, che dall’entalpia dei gas di scarico riuscirà a recuperare 3.454 Kj. Minore invece l’apporto che l’MGU-K riuscirà a fornire mediante l’utilizzo dell’impianto frenante, ‘’solo’’ 843 Kj, che comunque sommati ai precedenti permetteranno di raggiungere il valore di 4.297 Kj totali. Il vantaggio che se ne ricaverà in termini velocistici si traduce in 14 km/h in più nella velocità di punta, mentre quello sul tempo sul giro si attesterà in poco più di 2,8 secondi.
Secondo i dati uscenti dai sofisticati mezzi di simulazione, saranno necessari 97 kg di carburante (1,76 Kg al giro) per riuscire a terminare tutti i 55 giri di cui si comporrà il Gp di Abu Dhabi. I piloti dunque, non dovrebbero incorrere in alcun problema di gestione sotto questo aspetto e considerando che storicamente a Yas Marina non si è mai fatto un grande utilizzo della vettura di sicurezza, tutti i team saranno portati ad imbarcare il quantitativo giusto per terminare l’evento senza rinunciare alla possibilità di spingere in tutte le sue fasi. La trasmissione invece, considerata la lunghezza del tracciato e l’elevato numero di curve, soprattutto lente che si dovranno andare ad affrontare, risulterà una delle parti più sollecitate. Sono 58 le cambiate che verranno effettuate ad ogni singolo passaggio, per un totale di circa 3200 nel corso dell’intera gara.
In questo inizio di settimana la squadra del Cavallino ha già iniziato a dare il proprio saluto a Sebastian Vettel. L’ultima gara assieme sarà sicuramente emozionante, torneranno in mente le vittorie, i podi, i sogni e le speranze che si avevano in alcune annate, ma che tali sono rimaste non concretizzandosi mai. La colpa di questo insuccesso (durante il matrimonio con il tedesco) la si potrebbe attribuire alla squadra, nella sua totale alchimia tra vettura, pilota e team, nel non essere riuscita a sfruttare determinate occasioni (soprattutto in specifiche annate), ma spero che concorderete con me nel dire che se c’è un colpevole, quello è la Mercedes. Dominante, sempre un passo avanti agli altri. Non è mai stato un confronto alla pari. Il team teutonico ha mostrato sempre di riuscire a vincere con un certo margine, mentre la Ferrari quando riusciva ad imporsi lo faceva sempre arrivando al limite delle proprie possibilità, e a tirare troppo la corda… Alla fine si spezza.
L’addio, purtroppo per Sebastian arriva dopo una stagione difficile e avara di soddisfazioni (un solo podio conquistato in Turchia quest’anno) e forse l’emozione che prevarrà di più sarà il senso di liberazione, da un ambiente che oramai ha abbraciato il suo giovane talento allontanandosi giorno dopo giorno dal tedesco. La Ferrari perderà il suo campione. Dal 2021 infatti all’interno delle vetture del Cavallino non si avrà un pilota iridato, cosa che non accadeva dal 2007, quando si scelse di puntare sulla coppia Raikkonen-Massa (tra l’altro quell’anno fu proprio Kimi a vincere il mondiale, con la squadra capace di ottenere anche il titolo costruttori).
Qualsiasi esito scaturirà dal weekend sarà comunque un giorno triste, ma allo stesso tempo carico di speranze per la nuova coppia della Scuderia. Una coppia giovane e volenterosa di far vedere il proprio valore. Ad Abu Dhabi si saluterà Vettel e si darà il benvenuto a Carlos Sainz Jr. Dopo un tramonto c’è sempre un’alba, che per Sebastian significherà vestire i colori Aston Martin. Squadra promettente, già dimostratasi in grado di poter ambire a podi e vittorie nel corso di questa stagione.
A tal proposito, dopo esser riuscita a mettere netrambe le vetture sul podio di Sakhir, la Racing Point si avvia verso Abu Dhabi decisa a proteggere il terzo posto costruttori. Sono 10 i punti di vantaggio sulla McLaren, ma abbiamo visto quanto in fretta possa cambiare la classifica, soprattutto se ad immischiarsi nella lotta sopraggiungesse l’affidabilità. Non è finita finché non è finita e le due compagini sicuramente ci offrriranno un grande spettacolo questo weekend. Red Bull invece, dopo aver impressionato per la velocità dimostrata nel veloce circuito di Sakhir, ad Abu Dhabi potrebbe trovare maggiore competitività approfittando delle tante curve presenti sul tracciato. Anche la Ferrari potrebbe tornare a creare scompiglio tra le squadre di centro gruppo. Con l’aumento di carico aerodinamico e su un circuito dove il motore non dovrebbe giocare un ruolo così importante, la SF1000 potrebbe tornare ai livelli pre-Bahrain e chissà che non sarà proprio lei l’ago della bilancia nella sfida al terzo posto costruttori…
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Alessandro Arcari – @berrageiz – F1 – Ferrari – Mercedes