Formula 1

Il Re è nudo

Il Re è nudo


Questo il pensiero che ho maturato al termine delle prove libere del weekend di gara del GP di Sakhir: il Re è nudo.

Ripercorriamo brevemente ciò che accadde in quel weekend, visto che oramai è trascorso quasi un mese. Lewis Hamilton, fresco di investitura dell’ennesimo titolo mondiale (unitamente alla sua “infallibile” squadra), annuncia al mondo che non potrà presentarsi in quel di Sakhir, in quanto anche lui colpito dalla positività al Covid-19. A questo punto scatta il “toto sostituto”. Sebbene la Mercedes, come ogni squadra di F1, abbia in panchina un proprio terzo pilota, subito si sono fatte insistenti le voci di un possibile passaggio di George Russell in prima squadra dalla Williams. Sorvolando sull’utilità e sull’importanza rappresentata dalla figura del terzo pilota in F1, i sogni di molti tifosi e soprattutto di quelli del giovane inglese, vengono realizzati. Il resto è storia.

Il Re è nudo. Anche i bambini se ne sono resi subito conto. Russell ha dimostrato quello che tutti sapevano e che sospettavano da tempo: con questa Mercedes e con questo regolamento, chiunque può riuscire a vincere: basta avere fame e un minimo di talento. Qualcuno, giustamente, potrebbe obbiettare che Russell non sia riuscito a vincere in quel di Sakhir (lasciando gli onori “all’altra Mercedes”, quella di Perez). Tuttavia, dopo quello che ha fatto vedere, possiamo anche dire che non c’era bisogno che lo facesse (sono sicuro che lui la pensi diversamente!). La facilità con cui George ha dominato nelle prove libere, la bravura di come è riuscito a stare così vicino a Bottas in qualifica (che di certo non è uno “fermo” al sabato) e la capacità che ha dimostrato nel condurre il GP, prima di tutti gli episodi sfortunati è stata disarmante.

Russell davanti a Bottas in occasione del Gp di Sakhir 2020

La sfortuna… Immediatamente dopo il GP si è sollevato il solito polverone di polemiche, condito dal commento ever green (specie di questi tempi), del complottismo. “Mercedes lo ha fatto apposta a boicottare la gara di Russell!” Vedete, la riflessione che ho fatto immediatamente dopo il GP e di conseguenza le domande che mi sono posto, sono state quelle di chiedermi se veramente ha importanza sapere se sia andata cosi davvero. Ha davvero importanza, ammesso fosse vero? Ormai la frittata era stata fatta e mi riferisco al fatto che Russell, con una disarmante semplicità, ha schiacciato il compagno di Lewis, lasciando in mutande il mondo della F1 e fatto vedere i sorci verdi al campione in carica… Andiamo ad analizzare questi tre aspetti.

Capitolo Bottas: il povero Valtteri purtroppo, ne è uscito con le ossa rotte. Se è pur vero che le prove libere non contano nulla, da un veterano come il finnico, a mio giudizio, ci si sarebbe aspettati un po’ di più: non avrebbe mai dovuto permettere al ragazzino di imporsi e dilagare nella tabella dei tempi. Il buon Bottas, comunque, ha avuto uno scatto d’orgoglio, al sabato ha ristabilito le gerarchie, anche se il distacco è stato veramente marginale (26 millesimi). Questo a riprova del talento di Russell (che come detto più volte non si scopre ora) e del nervosismo sofferto da Bottas nel suo giro.

Il momento del fatidico pit stop in Mercedes

Nervosismo che si è di nuovo palesato alla partenza della gara il giorno dopo. Il finnico ha perso sia la testa del Gp che quella presente sul suo collo! Il sorpasso di Russell, subito ad esterno curva (dopo gli sciagurati pit stop), per quanto spettacolare è stato ininfluente sia ai fini del risultato (George lamenterà una foratura poche tornate più avanti), sia per la disparità di potenziale a disposizione (a Bottas erano state rimontate le Hard utilizzate al momento della sosta), sia per quanto affermato prima: il danno era già stato fatto e ciò non ha fatto altro che implementarlo. Per condurre una corretta analisi delle performance dei due piloti, bisogna prendere in considerazione esclusivamente la prima parte del Gp, quella in cui i due hanno potuto godere di pari opportunità.

Tutti i problemi apparsi in seguito lasciano il tempo che trovano. Bottas non ha retto alla pressione. Ha ceduto al peso del confronto col ragazzino conoscendo a cosa sarebbe andato incontro qualora fosse stato surclassato. Di fatto così è stato. Valtteri è veloce, un fido “secondo” all’occorrenza. È a misura di Hamilton. Non è un campione… Se ne facciano una ragione i tifosi di Lewis, i quali non perdono occasione di tessere le sue lodi per esaltare quelle del campione del mondo.

Valtteri Bottas festeggia la fine del mondiale ad Abu Dhabi

Un conto è essere un buon pilota, un altro essere un potenziale campione. Se vogliamo credere che in AMG sarebbe la stessa se ci fosse Russell al posto del finnico possiamo anche farlo… Ciò detto, Bottas ora è chiamato a onorare il suo rinnovo (annuale). Merita di farlo al meglio delle sue possibilità, se non altro per la dedizione e la fedeltà mostrata in questi anni ai teutonici. Certo, lo spettacolo purtroppo ne risente. Nonostante Toto non faccia altro che ripeterci la solita filastrocca: “I piloti sono liberi di lottare tra di loro”. A noi non resta che credergli sulla parola.

Capitolo F1: L’intero mondo della F1, con il GP di Sakhir, si è fatto un clamoroso autogol. Neanche un mese prima, Norris (non solo lui), affermava che con la W11 quasi tutti avrebbero potuto vincere e di fatto, Russell non ha fatto altro che confermare dette parole. Basta avere talento, palle e fame. Con questa macchina e con questo regolamento (tutto il sistema F1 è responsabile di tale dominio) si può realizzare qualsiasi sogno.

George Russell in Mercedes

Diciamoci la verità… Per AMG e per Hamilton, questa sciagurata stagione è stata una vera e propria passeggiata. Con Red Bull che non ci ha capito nulla (è proprio il caso di dirlo) e con Ferrari tagliata addirittura fuori dalla top five (!), l’unico ostacolo per la premiata ditta Mercedes risiedeva nella sola fantasia di Hamilton, in ciò che avrebbe potuto e voluto raggiungere. A causa dell’emergenza sanitaria, il cambio regolamentare tanto agognato (specialmente da Ferrari), è stato posticipato, rimandando di un ulteriore anno i nostri sogni di ritornare a vedere un po’ d’azione in pista (nelle prime fila s’intende).

Tanto basta (?) come scusa per la scelleratezza a cui abbiamo dovuto assistere… Come detto numerose volte, non finirò mai di ripeterlo, AMG e Hamilton hanno meritato questo strepitoso successo. Solo che… C’è un limite a tutto. Troppo imbarazzante il divario tecnico tra i teutonici ed il resto del mondo. Non è meno vergognoso quanto successo con la Racing Point (tutti sapevano e tutti hanno chiuso un occhio). Senza scuse anche la Ferrari per aver acconsentito a tutto questo. La F1 ha preso una strada senza via d’uscita. Non dico senza ritorno, in quanto non è mai troppo tardi per ravvedersi. Certo è che, attualmente, affidare lo sviluppo di una monoposto al solo virtuale è assurdo, per non parlare della barzelletta che ci aspetta l’anno prossimo con soli tre giorni di test a disposizione… Frutto di un regolamento sostanzialmente congelato per cui Mercedes ringrazia.

Capitolo Hamilton: quello più spinoso. L’entusiasmo gioca brutti scherzi e molti purtroppo si sono lasciati prendere la mano. Russell è stato davvero bravo e questo non si discute. Occorre comunque fare due distinzioni: un conto è azzeccare l’occasione della vita; un altro è quello di arrivare a dire addirittura di sostituire il campione del mondo o di definirlo “ridimensionato” (anche questo ho letto). Sia chiaro, quello che ha fatto Lewis per AMG (e viceversa) è un qualcosa di unico. Non si può certo pensare di scaricare il campione solo perché è emerso un campioncino.

Lewis Hamilton festeggia con Mercedes il settimo titolo costruttori consecutivo

Certo, AMG anche senza Lewis, con lo strapotere acquisito, sarebbe stata capace di fare suoi i due trofei stagionali. La domanda è: sarebbe stata in grado di dominare con altrettanta facilità? Io non credo… Di sicuro senza Hamilton, ci saremmo divertiti di più: il vuoto che fa lui nessuno mai. Semmai, l’assenza di Hamilton e il conseguente exploit del suo giovane connazionale hanno sollevato un problema di non poco conto, e cioè come negoziare il rinnovo.

Non ho dubbi che Hamilton rinnoverà, così come sicuramente verrà lautamente ricompensato per i traguardi raggiunti e per quello che ancora riuscirà a fare. Solo che un conto è poter avere il coltello dalla parte del manico (cosa che sarebbe accaduta qualora Russell avesse fatto fiasco… per non parlare di Bottas…) e dire “senza di me non contate nulla”. Un altro è dover ammettere che con la sua macchina tutti riuscirebbero, in un modo o nell’altro, a portare il risultato a casa. Gioco forza quindi, il campione del mondo non potrà forzare la mano più di tanto.

L’anno prossimo si gareggerà sempre con il grande rammarico di vedere Russell relegato all’interno della sua mortificante Williams e Bottas (con tutto il rispetto per il finnico), come comodo secondo per il campione, il quale (a dirla tutta), mira ad entrare nell’olimpo dei più vincenti di sempre senza ostacoli annessi. Nell’economia della squadra ciò non fa differenza, anzi, sicuramente in AMG saranno tutti contenti. Un po’ meno il mondo della F1 e soprattutto i tifosi, dal momento che oramai il Re è nudo.

PS: Ringrazio con tutto il cuore FUnoAT per l’opportunità che mi offre nell’esprimere liberamente il mio pensiero all’interno delle sue pagine. Inoltre ringrazio voi, affezionati lettori, che ci seguite con affetto.


Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito

Foto: F1 – Mercedes

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Vito Quaranta