L’anno che verrà
Così cantava il compianto Lucio Dalla, nella sua omonima canzone. È proprio il caso di chiederselo, cosa succederà e soprattutto come sarà l’anno che verrà? Certo è che quello (sportivamente) appena concluso è stato un coacervo di sentimenti contrastanti, anche se molto dipende dal punto di vista, o meglio dal box da cui lo si voglia analizzare.
Per il box Mercedes, naturalmente questo è stato l’ennesimo anno di trionfi e successi. Una scorpacciata di vittorie, un’abbuffata iniziata nel lontano 2014 e che sembra non avere fine. Salvo il 2017 e soprattutto il 2018 (dove AMG ha dovuto dimostrare di saper e poter vincere, anche senza l’aiuto che questo attuale regolamento indubbiamente gli da), sono stati un autentico rullo compressore; incarnato nel loro fenomeno chiamato Hamilton.
Fenomeno sotto tutti i punti di vista. Ultima impresa il clamoroso recupero dalla positività del Covid, avvenuto in meno di due settimane, da cui è tornato per mettersi a disposizione della sua squadra (alla quale tanto… troppo, deve) per l’ultimo soporifero GP stagionale. Eppure, mista all’atmosfera a festa, nel box grigio, pardon nero, tira anche una forte aria di tempesta.
Troppi tasselli devono essere sistemati e l’anno che verrà per gli anglo-teutonici, si preannuncia tutt’altro che sereno… Il rinnovo di Wolff e del campione del mondo sono indubbiamente una priorità ed è difficile credere che Hamilton non riesca a trovare un accordo (il dubbio magari è capire per quanto altro tempo… un anno? Uno più un opzionale? Triennale?)
Del resto per Lewis arriverebbe l’opportunità di superare Schumacher… Cosa non da poco dal momento che il record dovrebbe riuscire a resistere per almeno una generazione. Ciò ne farebbe una leggenda, per cui… Per quale ragione non dovrebbe rinnovare? Il dubbio resta su Toto e soprattutto sulla line up dopo che Russell é riuscito a denudare il Re in quel di Sakhir (affronteremo il tema in un’altra occasione).
Soltanto il lampo di Max Verstappen è riuscito a spezzare la monotonia del GP di Abu Dhabi. Solo si fa per dire… A parte le due vittorie, anche l’anno visto dall’interno del box dell’olandese ha un sapore dolceamaro, e sicuramente più amaro che dolce. Parliamoci chiaro, la musica non è che sia stata molto diversa rispetto agli anni passati. Nella storia recente a Red Bull, come alla vecchia Ferrari, difficilmente sono state concesse più di tre vittorie. Quest’anno dovrebbero baciare la terra per i risultati che sono riusciti ad ottenere.
Di tutt’altro umore potrebbe essere invece il proprio motorista (il quale si appresta a vivere la sua ultima stagione in F1 prima del clamoroso addio) che dovrebbe ritenersi più che soddisfatto per aver ottenuto tre vittorie, di cui una arrivata anche dalla scuderia satellite. Ad ogni modo comunque, anche il box bibitaro ha ben poco da festeggiare impersonificando, Ferrari a parte, la delusione di questo mondiale.
Il secondo posto rappresenta un successo solamente da un punto di vista prettamente economico. Sotto l’aspetto sportivo, tolte rare occasioni, non c’è stata mai battaglia. Con la Ferrari fuori dai giochi e la voragine tecnica nei confronti della terza scuderia (McLaren), terminare alle spalle dei campioni del mondo oltre che il massimo traguardo raggiungibile, rappresentava anche il minimo sindacale. L’apporto di Albon è stato davvero marginale e a nulla vale il quarto posto conquistato domenica scorsa… Questo target avrebbe dovuto essere una costante e non un’eccezione.
L’anno che verrà rappresenta una grande incognita all’interno del box Red Bull: il loro motorista esclusivo li sta per abbandonare, senza contare il grande dilemma in merito alla persona da affiancare a Max (sarebbe un delitto non prendere Perez). In più, gli anni passano e i talenti crescono… L’olandese oramai si sente pronto da poter lottare per il mondiale. Solido e maturo (tranne rari momenti in cui affievoliscono le solite irruenze) potrebbe anche essere il profilo adatto a prendere il posto di Hamilton, anche se con il cambio regolamentare a creare scompiglio, diventerebbe una mossa troppo azzardata prendere una decisione totalmente al buio.
Dove invece non ci sono incertezze è a Maranello, che dopo aver toccato il fondo in questo sciagurato 2020, domenica ha avuto la degna conclusione di stagione. Funestata dalla “spiata” del decennio (McLaren pagò il suo pegno nel corso del decennio scorso), l’imbarcazione della Ferrari è affondata ancora prima di salpare dal molo. Assieme ad essa, sono andate a picco anche le ultime risicate speranze di Vettel di rinnovare con la sua amata squadra e di potersi assicurare un sedile di un top team degno del suo rango. Anche se a dirla tutta, di top la Ferrari, attualmente, non ha proprio nulla.
Dopo un finale di 2019 così spinto, i presupposti di mirare una Ferrari gagliarda c’erano tutti. Soprattutto nelle mani di Charles che con la SF1000 concepita attorno al “motorone”, avrebbe potuto strappare sicuramente qualcosa di più di tre vittorie come nel 2019. Purtroppo la stagione rossa è stata una vera e propria Caporetto per i suoi uomini. Non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche. L’addio di Vettel è pesante: lasciare andare un campione del mondo non è mai cosa facile; eppure, non tutti i mali vengono per nuocere.
L’anno che verrà si prospetta comunque all’insegna della serenità: contrariamente al fatto che tutti si aspettano sempre una vittoria da parte di Ferrari, è anche vero che il team di Binotto non avrà particolarmente fretta, dato che non dovrà più assecondare le esigenze di un campione del mondo con uno status da preservare.
La Ferrari del futuro, avrà in Leclerc e Sainz una coppia giovane, famelica e veloce, il tanto che basta per spingersi l’uno con l’altro. La Ferrari è l’unico top team a non aver protetto il suo pupillo; e guai a farlo. Charles ha dato il meglio di sé proprio perché spronato dal fatto di avere accanto un campione da battere. Carlos ha firmato per Ferrari non di certo per fare da secondo al monegasco, quindi si ritroverà a ricominciare d’accapo per cercare di stabilire (come fece Alonso con Massa), immediatamente delle nuove gerarchie.
L’anno che verrà sarà ancora un anno pieno di incertezze. L’epidemia tiene ancora il mondo sotto scacco e sebbene il calendario del mondiale sia stato già fissato, questi potrà disputarsi solamente in una situazione di globale stabilità. Soltanto una cosa resta certa: Mercedes farà ancora la lepre e tutti la inseguiranno.
Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito
Foto: F1 – Ferrari – Mercedes – Red Bull