Formula 1

Scagli la prima pietra

Scagli la prima pietra


Domenica, nel trambusto di Sakhir, di peccati ne sono stati commessi tanti, eppure scagli la prima pietra chi è senza peccato.

È vero, Charles Leclerc ha osato troppo in quella curva (il peccato) eppure quale campione non ha mai osato, sbagliato o esagerato (la pietra che non si può scagliare)? Certo, il monegasco non è ancora un campione, ne sono ben cosciente, solo che le stimmate del titolato le ha tutte e questo è innegabile. Al mondo d’oggi è facile essere additato come un irruento ed esagerato in un amen…

Peccato che lo stesso pilota, il giorno prima abbia incendiato gli animi di tifosi e detrattori, con quel giro monstre fatto durante le qualifiche. Giro a cui non ha potuto replicare, in quanto la sciagurata macchina che conduce, l’aveva già portato a consumare tutti i treni di soft a sua disposizione nelle sessioni precedenti. Unico pilota della rossa a cavare sangue dalla rapa SF1000, visto che il suo plurititolato compagno, nel frattempo impegnato a tenere dritta la stessa vettura, era riuscito soltanto ad ottenere la 13° posizione.

Ora che lo si vede costretto a sopravvivere tra un gran premio e l’altro, è facile ritrovarsi a scagliare pietre contro il tedesco, eppure, una volta non era così. Eravamo lì tutti in prima fila ad attendere un suo giro, una sua vittoria. Per questo bisognerebbe rammentarci di avere sempre il senso della misura. Cosa che mi pare sia venuta a mancare nei riguardi del monegasco, il quale, già molte volte, sembra esser stato preso di mira dagli acerrimi tifosi, come capro espiatorio, per le tante cose che non funzionano all’interno della squadra. No. Non ci siamo proprio signore e signori, specie quando si fanno determinati paragoni. Va sempre contestualizzato l’accaduto, a cominciare, per esempio, dal paragone con il “maturoVerstappen.

Sebastian Vettel vince il Gp d’Ungheria 2015

L’olandese… Lui sì che ha vinto alla sua prima gara in Red Bull (mi è stato gentilmente fatto notare questo). Solo si ricordino le circostanze che portarono, comunque, a quella che fu una meritata vittoria. In Spagna, nel 2016, davanti agli occhi del mondo, Mercedes diede spettacolo con quell’incredibile incidente che eliminò, in un sol colpo, entrambe le vetture dalla gara. Dopodiché, per il buon (ed incredibilmente fortunato) Max, fu un Gp tutto in discesa, considerando anche che la Ferrari di quell’anno, rispetto a Red Bull, non solo era carente sul piano aerodinamico (e quando mai si è visto in contrario), aveva anche evidenti problemi di clipping.

Allo stesso modo vorrei ricordare che Charles (pronto a concludere il suo terzo anno in F1 e capace di far parlare di sé come se ne fosse all’interno da dieci), nel 2019 (prima stagione in un top team), al primo GP fu capace di mettere subito sotto pressione Vettel, tanto che il muretto dovette prendere provvedimenti aprendo la radio ordinandogli espressamente di non superare. “Difficoltà”, per il tedesco, che ritornarono subito a galla nel secondo GP (Bahrain). Il monegasco fu in grado di mettersi tutti alle spalle ottenendo la sua prima pole in carriera, e soltanto un guasto gli impedì di andarsi a prendere la sua prima vittoria.

Inoltre, cosa molto più importante, nonostante siano coetanei, Verstappen può vantare un’esperienza già molto più solida rispetto al monegasco, avendo debuttato in F1 qualche anno prima. Con ciò, è un dato di fatto che Max abbia avuto più tempo per maturare determinate esperienze, capaci di fare anche la differenza. Nell’incidente che lo ha visto coinvolto, è evidente come Verstappen, al contrario di Charles, abbia saputo “leggere” la situazione sin da subito andando a frenare tempestivamente. L’olandese ha impiegato il suo giusto tempo, per arrivare a questo stato di maturazione, e ha sicuramente dalla sua ancora un buon margine di miglioramento. In Ferrari si sa: tutti vanno di fretta, specie se non si vince dal 2008 (ultimo titolo costruttori) e tutti pretendono risultati, soprattutto quando c’è Vettel di mezzo.

Max Verstappen, Red Bull

Il tedesco è stato (soprattutto quest’anno), pesantemente ridimensionato dal giovane talento e di conseguenza, ogni sua azione (negativa soprattutto), gli verrà fatta pesare il doppio. Il processo di maturazione di Leclerc è appena iniziato e i frutti di questo apprendimento, non tarderanno ad arrivare. Del resto, questi due anni con il quattro volte campione del mondo accanto, gli sono serviti se non altro ad imparare a non temere soggezione (con evidenti risultati). L’anno prossimo, affronterà una nuova sfida in seno alla “sua scuderia”, affiancato dall’affamato Sainz che di certo vorrà la sua occasione.

A differenza di Charles, l’olandese è stato messo sempre in condizioni di primeggiare all’interno della squadra. Dopo la parentesi Ricciardo non ha più avuto compagni di spicco. Questo è un fattore di non poco conto, visto che il talento di casa Red Bull ha, come si suol dire, un pensiero in meno per la testa. Sebbene un errore sia un errore, è anche vero che esso vada ben esaminato in base anche alle circostanze che si vivono. La Ferrari, si avvia alla conclusione del mondiale come sesta forza, con zero vittorie e soltanto tre podi (indovinate chi l’ha regalato il primo ai tifosi?) e soprattutto senza assolutamente nulla da perdere.

Scuderia Ferrari: Laurent Mekies (direttore sportivo), Sebastian Vettel e Charles Leclerc

Ben vengano questi errori di valutazione ora, adesso che Ferrari e Charles non possono riportare ‘’danni’’ in una classifica o comunque in un mondiale che di per sé è già abbastanza vergognoso così com’è. Meglio osare ora (e comunque guai a non provarci), al fine di farsi trovare pronti nel momento decisivo… ammesso che Maranello possa un giorno arrivare a contendersi il titolo mondiale.

Si scagli la prima pietra dunque, nell’addossare la croce ad un giovane talento, allevato dalla stessa Ferrari nel suo ricco vivaio (una delle poche cose buone che si salva nell’attuale Maranello), ancora prima di aver dimostrato se sia davvero all’altezza di poter lottare per un titolo mondiale. Charles e Max, entrambi cavalli di razza, andranno giudicati nel loro complesso e se mai avranno a loro disposizione una macchina capace di lottare per il mondiale, vedere se saranno in grado di reggere la pressione lungo un calendario composto da più di venti appuntamenti. Fino ad allora, quelli di Charles resteranno soltanto peccati veniali.


Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito

Foto: F1FerrariRed Bull

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Vito Quaranta