Vettel vs F1: obiettivi persi di vista…
Sebastian Vettel non ha certo bisogno di presentazioni. Quattro volte campione del mondo, titoli conquistati assieme a Red Bull tra il 2010 e il 2013, ultimi sei anni trascorsi in Ferrari e prossimo pilota Aston Martin (oramai quasi ex Racing Point). Questa volta non siamo qui per parlarvi delle sue prestazioni o per fare un’analisi della sua carriera. No. Il tedesco ha recentemente richiamato l’attenzione su di sé per altri motivi, rilasciando un’interessante intervista al quotidiano ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’, con l’intenzione di sensibilizzare il pubblico nei confronti del tema della sostenibilità.
Come di certo saprete, Vettel non è una persona social, non è ‘fissato’ con i followers e non lo vedrete mai sbandierare ai quattro venti le sue attività quotidiane. Ciò però non significa starsene in disparte e fregarsene dei problemi del mondo. A volte basta poco per fare qualcosa di buono… Basterebbe iniziare cercando di cambiare noi stessi tramite piccoli accorgimenti: “Quando sono fuori a fare una passeggiata e noto qualcosa a terra, la raccolgo e poi la getto nel bidone della spazzatura più vicino” esordisce Seb di fronte ai giornalisti del ‘FAZ’.
“Al limite, se non ce ne fossero nei paraggi porto ciò che ho raccolto a casa e la butto lì. Non riesco proprio a capire perché la gente debba lasciare la spazzatura nel bosco, all’aperto, oppure debba gettare cose dal finestrino dell’auto. Non costa nulla fare pochi metri a piedi e gettarle nel bidone della spazzatura. Non c’è una scusa per questo tipo di atteggiamento. Sono poche le cose che mi danno fastidio, ma questa è una di quelle”. Pensiero che sinceramente, detto tra noi, non ha bisogno di ulteriori commenti e che fa da incipit ad un grande discorso che ovviamente coinvolge temi più interessanti per gli appassionati del motorsport: power unit, batterie, motori elettrici e via discorrendo.
La sostenibilità è un argomento che comincia ad essere molto presente nel nostro quotidiano e per Vettel, ad esempio, volendo prendersi cura dell’ambiente, è diventato molto importante programmare oculatamente ogni tipo di spostamento: “Quando viaggio cerco sempre di pianificare il tutto nel modo più opportuno: se posso usare l’auto, il treno o se sarebbe meglio prendere un volo di linea. A casa cerco di utilizzare le risorse a mia disposizione nel modo più efficiente possibile. Cerco di acquistare le cose si cui ho effettivamente bisogno cercando di non fare inutili sprechi. Se sei consapevole di questo e lo fai ogni giorno, allora tutto funziona meglio perché diventa tutto parte del tuo stile di vita”.
Molti pensano che l’auto elettrica sia sinonimo di 0 emissioni di CO2, ma purtroppo la realtà delle cose è diversa e in questo il campione tedesco ci aiuta nella comprensione fornendoci un utile esempio: “A volte sono molto felice di utilizzare l’auto elettrica, altre volte meno… La domanda che sorge spontanea è: ‘Cosa sto utilizzando per ricaricare la mia batteria?’ Se la ricarico a casa lo faccio mediante l’elettricità generata da fonti rinnovabili (molto probabilmente mediante l’uso di pannelli fotovoltaici, ndr), ma se lo faccio in viaggio diventa difficile capire cosa realmente si va ad utilizzare. Potrei utilizzare energia elettrica proveniente da una centrale a carbone e a quel punto dire che stiamo utilizzando energia sostenibile è sbagliato. Il passaggio all’elettromobilità è sicuramente un passo importante. Ma dal mio punto di vista si potrebbero ottenere maggiori benefici se si sviluppassero dei carburanti a bassa/nulla emissione di CO2 per gli 1,3 miliardi di automobili, navi e aerei in circolazione”.
E qui inizia la sua invettiva contro la categoria regina del motorsport, la quale ha perso decisamente un ‘treno’ per adeguarsi ai tempi che corrono: “In Formula Uno vedremo l’utilizzo dei biocarburanti solamente nel 2022 e con una percentuale del 10%. Per arrivare al 30% dovremo attendere fino al 2025/2026 quando verrà introdotta una nuova generazione di motori. Onestamente, sono molto deluso. Entro il 2025 molte stazioni di servizio saranno in grado di vendere del carburante al 100% sostenibile e questo mi porta a pormi una semplice domanda: ‘Dov’è il ruolo pioneristico della Formula Uno in tutto questo?’”
“A cosa serve guidare le monoposto con il motore a combustione interna più efficiente al mondo (superiore anche al 50%) senza che questa tecnologia possa essere poi realmente trasferita alle auto di serie? Tutto questo permette soltanto ai marchi di farsi pubblicità… Bisognerebbe investire di più sull’ibrido, perché potrebbe essere la reale soluzione per risolvere i problemi ambientali. La Formula Uno in questo avrebbe la possibilità di fare da pioniere nel campo di questa tecnologia e farlo garantirebbe anche la nostra sopravvivenza in futuro”. Ora, difficile capire esattamente a cosa faccia riferimento attraverso l’uso di queste sue ultime parole. Probabilmente intende il futuro della categoria stessa, ma non è escluso possa trattarsi anche della salute globale del mondo in senso lato.
La Formula Uno ha guidato lo sviluppo di nuove tecnologie in passato come: “Il controllo di trazione, il sistema ABS e il controllo di stabilità” ha ricordato Vettel. “Cose che attualmente non utilizziamo più ma che oggi possiamo trovare sulle auto di serie. Nel ramo della sicurezza sono stati fatti indubbiamente dei passi da gigante, ma purtroppo il trasferimento diretto della tecnologia ibrida alle auto di serie non è realistico: in pista si guida costantemente a tutto gas, l’energia deve essere recuperata rapidamente e rilasciata di nuovo altrettanto velocemente. Una guida convenzionale ha bisogno esattamente delle caratteristiche opposte e per contro, i veicoli stradali a quel punto costerebbero dieci volte il loro attuale prezzo di mercato”.
“La nostra attività principale è diventata quella di intrattenere il pubblico, facendo passare questioni molto più importanti in secondo piano”. Una critica forte, mossa per spingere la categoria a ritornare sui suoi passi… “In quanto sport globale potremmo essere in grado di porre l’accento su particolari temi, metterli in risalto ed essere d’esempio per il mondo intero. Dovremmo iniziare a muoverci in tal senso. Avere motoristi che bisticciano tra loro, per quale sia l’area migliore su cui investire, che sia l’elettrico oppure l’ibrido, non ci porterà da nessuna parte. Alla Formula Uno occorre una strategia globale. Per troppo tempo abbiamo ignorato lo sviluppo di una tecnologia che possa avere un impatto benefico sull’ambiente e secondo me dovrebbe essere questa la prossima direzione di sviluppo”.
La Formula Uno è ‘sempre’ stato uno sport all’avanguardia della tecnica e non si può che concordare con quanto detto dal pilota di Heppenheim in merito alle decisioni prese nell’ultimo decennio/ventennio. Bisogna fare qualcosa di più. I mezzi ci sono, come anche le teste che potrebbero guidare il mondo verso un futuro migliore. Ovviamente le sue parole non porteranno a nulla nell’immediato, ma a volte anche una piccola goccia può determinare un cambiamento… Il momento storico per effettuare simili valutazioni è quello giusto: la categoria si trova a dover decidere su cosa basare la prossima generazione di propulsori sulla quale farà affidamento dal 2025/2026 a seguire. Quello della sostenibilità è un tema importante e sottovalutarlo potrebbe avere anche un impatto non indifferente sul futuro della categoria stessa.
È tutta una questione di priorità… Forse però non ci si può più permettere di dare precedenza ai “valori” sbagliati. Potrebbe non esserci più tempo per recuperare a certi errori.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: F1 – Ferrari – Alessandro Arcari – @berrageiz