E se avessero ragione loro?
No dai… su serio? Pure voi? Il pensiero emerso dopo aver letto le loro parole è stato questo. Parliamo di Charles e Carlos. Alfieri della rossa. Entrambi, a quanto pare, aprono all’idea della chiacchierassima sprint race. Ipotesi suggestiva per alcuni, terribile per altri. Sia chiaro… non c’è niente di male se riferita alle formule propedeutiche, ma la massima categoria del motorsport è un altro paio di maniche. O per lo meno dovrebbe esserlo, dico io. Detto questo, due domande al volo. Che possiamo dire al riguardo e, sopratutto, serve davvero dire qualcosa? Si perché il parere conta dal momento che qualcuno ti ascolta. Peccato che l’attuale dirigenza americana non ci senta. O forse meglio fa orecchio da mercante? Fate voi. Il risultato è sempre quello.
Ma la sprint race è solo una ramificazione del “piano diabolico” messo in atto con estrema precisione. Il futuro della Formula Uno è a stelle e strisce, colori blu, bianco e rosso. Gli “States” a gamba tesa sull’Europa. Una “Royal rumbe” stile Wrestling, dove l’esibizione viene prima di tutto. Un prodotto creato con le gambe sotto al tavolo, dove tutti possono vincere oltre che partecipare. In nome dello spettacolo tanto desiderato. Questo vuole la dirigenza. Mischiare le carte del mezzo funziona? Direi di si… su questo i dubbi sono pochi. D’altronde se vince sempre lo stesso sai che noia? E allora meglio prendere decisioni impopolari. Agitarle, senza remora, in barba allo spirito della categoria. Usurpare la F1 della sua storia. Del suo DNA. Tutto per raggiungere l’unico obiettivo che davvero conta: riempire le casse assetate di denari. Questo è quello che ci aspetta. Che altro aggiungere? Niente più, credo. Resta solo farsene una ragione…
I piloti della Ferrari, dicevamo, credono che l’idea dovrebbe quanto meno essere presa in considerazione. Provare e poi, a seconda di come vanno le cose, decidere se continuare o meno. Dichiarazioni sensate e politicamente corrette. Da ufficio stampa insomma. Molto più saggio esprimere un parere neutro che prendere una posizione scomoda come ho fatto io. Ci sta. Fa parte del loro lavoro. Ecco come la pensano.
Partiamo dal monegasco. “Penso che la cosa più importante sia che la gara principale rimanga tale, evitando che perda valore. Questo è il punto principale. Ciò nonostante, potrebbe risultare interessante la sprint race, per avere gare più brevi dove attaccare di più. Sarei felice di provarla.“
Ecco lo spagnolo: “È una di quelle cose che fino a quando non la provi non saprai mai esattamente come va. Malgrado la gara principale sia la cosa più importante, e non debba perdere valore, se c’è un anno in cui dovremmo provare la sprint race penso sia proprio il 2021. Guardando al futuro, abbiamo una buona opportunità per provare questo tipo di cose…”
La conclusione più logica sarebbe troppo scontata, soprattutto dopo aver chiarito il mio parere al riguardo. Pertanto preferisco porgere un ulteriore domanda, l’ultima del pezzo: e se alla fine, purtroppo, avessero davvero ragione gli americani?
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz