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Gare Sprint: decisione nelle mani dei team…

Gare Sprint: decisione nelle mani dei team…


Spettacolo, a tutti i costi, costi quello che costi. Cambiano gli attori ma il copione rimane lo stesso. E se ne frega del blasone o del peso di una categoria che ha fatto la storia dell’automobilismo. Il circus guidato da Chase Carey ha da sempre spinto verso un certo sensazionalismo, una coreografia piena di orpelli spesso inutili o altre volte fuori luogo. Liberty Media, con la sua ruffiana ventata di rinnovamento, mirava a rendere la Formula Uno più commerciale, più appetibile. In altre parole un gustoso mercato su cui lucrare. Ora, con il timone passato nelle mani di Stefano Domenicali, ci si attendeva una decisa inversione di rotta. Altissime le aspettative, pochissime, al momento, le sorprese in positivo.

Domenicali ovviamente non può interrompere questo corso, ergersi da solo a paladino della difesa di un’identità perduta. Per questo, a quanto si è potuto vedere fin ora, il suo operato va in direzione della continuità. Cosa che forse può apparire stridente, ma di fatto è la regola il gioco e come tale va accettata se si intende giocare. Orario ridotto per le prove, test decurtati a soli tre giorni. D’altra parte il cammino era già stato intrapreso in nome della famigerata riduzione dei costi. Un paravento buono come scusa e nei fatti squisitamente opinabile, ma ormai non si può arrestare un treno in corsa.

Oggi si decide di calare l’asso. La novità è di quelle che fanno inorridire i puristi e storcere il naso a qualsiasi appassionato: il possibile ricorso alla ‘sprint race. Andiamo quindi ad analizzare le motivazioni che hanno spinto verso questa proposta, che, sulle prime, appare abbastanza incompatibile con l’idea stessa di Formula Uno.

Chase Carey, ex CEO di Liberty Media e Jean Todt, presidente FIA

In passato le gare in calendario erano sensibilmente di meno, ma, complice la necessità di aumentare gli introiti, è parsa cosa buona moltiplicare gli eventi, arrivando fino ad ottenere 23 appuntamenti stagionali. Idealmente, con un numero sempre maggiore di paesi che richiedono di ospitare un Gran Premio, pagando profumatamente, la lista si potrebbe ancora allungare. Ma, a questo punto, verrebbe meno l’obiettivo dichiarato di tagliare i costi, poiché va da sé che un maggior numero di trasferte richiederebbe spese non indifferenti per la logistica e per la gestione del personale. Dunque l’idea di ‘raddoppiare’ una gara già in calendario, permettendo di disputarla all’interno dello stesso weekend, potrebbe risultare proficua.

Il format potrebbe prevedere la possibilità di una sprint race nella giornata del sabato, della durata di un’ora, che andrebbe così a posizionarsi al posto delle qualifiche. Queste ultime dovrebbero quindi essere disputate al venerdì, contribuendo a rendere più interessante una giornata caratterizzata, secondo il nuovo regolamento, da due sessioni di prove di un’ora ciascuna. Il risultato della gara sprint determinerebbe poi l’ordine di partenza del Gran Premio vero e proprio.

La proposta sarà discussa nella giornata di giovedì, quando si terrà la riunione della Commissione F1. Per approvarla serviranno 28 voti a favore sui 30 totali, con FIA e Liberty Media che ne detengono 20. Vale a dire che la decisione finale sarà nelle mani dei team. In questa sede saranno resi noti anche i circuiti destinati a ospitare il doppio evento: ad oggi si ipotizzano Montréal, Monza e Interlagos. Al vaglio anche la possibilità di assegnare un punteggio ridotto, magari applicato ai primi sei classificati, in modo da incentivare la battaglia senza depauperare l’evento vero e proprio, che resta il Gran Premio della domenica.

Federazione internazionale

Altre precisazioni riguardano la cadenza degli eventi, che non dovranno mai coincidere con le gare inaugurali o finali della stagione e il fuso orario, che non dovrà essere penalizzante per gli spettatori. In tal senso, se la scelta ricadesse sugli appuntamenti americani, si otterrebbe una programmazione serale in Europa, dunque particolarmente vantaggiosa. Rimane poi esclusa la possibilità delle griglie invertite, tenendo fede a quanto deliberato in precedenza.

Domenicali precisa: “Stiamo guardando verso un possibile approccio nei confronti delle cosiddette gare sprint del sabato, valutando se questo format possa essere già testato da quest’anno. Ci sono in corso diverse discussioni con i i team al momento. Penso che la cosa potrebbe rivelarsi interessante. Questa equazione si risolverà da sola e dipenderà dal fatto di riuscire a offrire un prodotto ottimo. Se ci riuscissimo si potrebbe forse tornare ad avere un numero inferiore di appuntamenti. Tra le altre cose ci sarebbe la possibilità di valutare la rotazione per alcuni Gran Premi, concentrandoci su aree differenti. Una cosa su cui riflettere attentamente quest’anno in vista del ritorno alla normalità.”

Dunque le gare sprint potrebbero garantire uno spettacolo vario e appassionante senza però comportare una quantità insostenibile di trasferte. Inoltre potrebbero assicurare maggiori introiti, derivanti sia dalla copertura mediatica che da un eventuale aumento del prezzo dei biglietti. Una prima sperimentazione, limitata a qualche circuito durante il 2021, fungerebbe da apripista. In seguito il format potrebbe essere confermato, in versione più ampia, in ottica 2022. In ogni caso si respira aria di cambiamento, di uno stravolgimento epocale che non ammette nostalgia. Per ora si tratta solo di ipotesi, ma un vento nuovo sta iniziando a soffiare sulla Formula Uno. Brezza o bufera? Lo scopriremo strada facendo…


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Ferrari – Formula Uno

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Veronica Vesco