Formula 1

Hywel Thomas lancia l’allarme affidabilità. Ma alla Mercedes piace “bluffare”…

Neanche il tempo di archiviare la pratica relativa al rinnovo contrattuale di Lewis Hamilton che dall’area Mercedes parte un altro potenziale tormentone. Gran parte dell’inverno, l’abbiamo raccontato a più riprese, è trascorsa narrando delle difficoltà nel raggiungere un’intesa tra il campione del mondo e il team di Brackley: frenate, accelerazioni, intoppi, rilanci… fasi di una trattativa molto romanzata che ha avuto il più scontato degli epiloghi col prolungamento del legame. Chiuso un capitolo se ne apre un altro. E anche stavolta potrebbe trattarsi del classico “tanto rumore per nulla”. Ad agitare le giornate della scuderia che ha dominato gli ultimi sette anni è direttamente Hywel Thomas, il responsabile del reparto powertrains, che sgancia una potenziale bomba atomica che colpisce anche i team clienti che si sono visti investiti dell’onda d’urto della deflagrazione verbale. Ammesso che ci sia veramente da preoccuparsi perché la pretattica è il pane quotidiano della comunicazione degli anglo-tedeschi.

Power unit Mercedes W11

Abbiamo alcuni problemi con le power unit. Sappiamo di avere delle difficoltà ma abbiamo anche messo in in cantiere dei programmi per riuscire a risolverle. Sono sicuro che sarà tutto in ordine per l’inizio della stagione”. Così parò Thomas. Ed è più o meno ciò che aveva riferito un anno fa il suo predecessore, quell’Andy Cowell che continua ad essere accostato a un po’ tutti i team di Formula Uno. Non è dato sapere se le parole dell’ingegnere siano di circostanza o se manifestino una reale difficoltà. I motori, in questa fase, girano al banco in maniera incessante ed è anche fisiologico che qualche complicazione possa essere emersa. Bisogna capire se questi ostacoli, presunti i reali che siano, fossero previsti o se hanno colto di sorpresa i tecnici di Brixworth.

Dodici mesi fa, in effetti, qualcosa di strano si era verificato durante i test invernali di Barcellona. Mercedes, Racing Point e soprattutto Williams avevano manifestato una preoccupante tendenza alla rottura dei V6 turbo-ibridi della casa di Stoccarda. L’arrivo della pandemia e il susseguente slittamento di diversi mesi del Mondiale hanno aiutato l’equipe diretta da Thomas a mettere mano alla criticità. Risolvendole. Non che sia stata una stagione esente da défaillance, ma tutto sommato le rotture avute dalle sei vetture equipaggiate dai propulsori della Stella a Tre Punte sono rientrate in una casistica fisiologica. Addirittura, sulla monoposto n°44 del Campione del Mondo, non v’è stato un solo intoppo motoristico. Sorte diversa per Valtteri Bottas che si è dovuto ritirare durante il GP del Nurburgring.

Ma quest’anno le cose potrebbero effettivamente andare diversamente. Innanzitutto perché il calendario non dovrebbe conoscere slittamenti. Sia i test che la prima gara sono, al momento, normalmente previsti in esecuzione. Inoltre, ad esser cambiato, è il quadro regolamentare. E Thomas ne è ben conscio: “Quest’anno dobbiamo fare i conti con delle limitazioni: abbiamo dovuto fronteggiare una modifica al regolamento che restringe il numero di ore al banco prova. Ciò significa che dobbiamo essere più efficienti in ogni test che effettuiamo”. Oltre al discorso della tempistica altri due fattori intervengono a limitare la capacità di recupero di uno staff che proprio della forza di reazione ha fatto un marchio di fabbrica. Il primo è certamente quello relativo all’introduzione del budget cap che, seppur non investe appieno i reparti motore, limita la possibilità di intervento sulle aree che insistono intorno alle power unit turbo-ibride. Un eventuale problema di raffreddamento, ad esempio, potrebbe oggi essere risolto più difficilmente per mancanza di fondi. Ma anche a causa dei limiti allo sviluppo che il nuovo regolamento impone. Il secondo elemento, invece, conduce direttamente al congelamento dei propulsori a partire dal 2022 e fino al 2025.

Gli ingegneri motoristi, consci di questo ostacolo, faranno il possibile per spingere sul pedale dell’acceleratore in modo da anticipare a questa stagione novità tecniche che dovranno funzionare per diversi campionati. E quando si azzarda c’è il rischio che si vada oltre il normale limite dell’affidabilità. Un equilibrio molto delicato tra innovazione, performance e tenuta meccanica. Un rompicapo la cui soluzione non è elementare. Anche perché deve giungere in tempi molto stretti.

Mercedes W11, Gp d’Italia 2020

In chiusura, quello lanciato da Hywel Thomas va preso per quello che è: poco più di un monito, un invito a stare attenti a questi subentrati aspetti che potrebbero sconvolgere processi sedimentati. E vincenti. E’ poco credibile che un’unità strutturata ed efficiente come Mercedes Powertrains possa farsi cogliere di sorpresa. E’ più verosimile l’idea che qualcuno stia bluffando, magari per creare un po’ di discussione a quaranta giorni dall’inizio del Mondiale 2021.

In Mercedes non sono nuovi a dichiarazioni fuorvianti. Il caso più emblematico è quello del 2019. Durante la prima sessione di test invernali la Ferrari sembrava parecchio in palla. Toto Wolff, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas intonarono in coro il de profundis facendo pensare che la stagione fosse compromessa ancor prima di iniziare. Poi, nella seconda quattro giorni di prove catalane, la W10 si presentò praticamente in una veste B ed iniziò a far capire quale poteva essere il vero spartito che i piloti avrebbero eseguito nel dipanarsi del campionato. Il resto è storia. Che potrebbe ripetersi anche quest’anno.  

Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari, Mercedes

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Diego Catalano