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Analisi on board Hamilton – Bahrain 2021: visione strategica e gestione gomme alla base della vittoria

Analisi on board Hamilton – Bahrain 2021: visione strategica e gestione gomme alla base della vittoria


Primo Gran Premio stagionale che coincide con il debutto delle analisi degli on board delle vetture Mercedes. La redazione di Formula Uno Analisi Tecnica ha deciso di mettere anche il team campione del mondo sotto la lente di ingrandimento oltre la Ferrari, col fine di provare a meglio comprendere le condotte di gara di una scuderia che si è issata al vertice della Formula Uno da ormai otto stagioni. La prima puntata non poteva che essere dedicata all’impresa di Lewis Hamilton.


Analisi on board Hamilton-Gp Bahrain 2021: premessa

Per la prima volta nell’era turbo-ibride le Frecce Nere non centrano la pole position nella prima gara annuale. Un campanello d’allarme che segue quelli suonati nei test invernali, allorquando la W12 ha mostrato un comportamento bizzoso che è stato quasi del tutto risolto durante le qualifiche. Cosa che però non è bastata ad avere la meglio su uno sportivamente prepotente Max Verstappen che ha inflitto ben 388 millesimi sul giro secco a Lewis Hamilton. La gara del campione del mondo in carica è stata un surrogato di visione strategia e di gestione delle gomme. Elementi che hanno consentito al talento di Stevenage di aggiudicarsi la tenzone tiratissima con il portacolori della Red Bull che, nell’ultimo stint, aveva un passo migliore frutto di un pit stop ritardato nella seconda frazione di gara.

Ma vediamo come sono stati i 57 giri che hanno portato Lewis a passare per primo sotto la bandiera a scacchi, ottenendo così la novantaseiesima vittoria della carriera. La vettura n°44 parte dalla seconda posizione, lato sporco di una griglia comunque generalmente poco pulita a causa del vento (21 km/h al momento dello start, nda) che aveva portato in pista la tipica sabbia che caratterizza le adiacenze del circuito di Manama. Hamilton monta le gomme a mescola media per affrontare il primo stint di gara. La temperatura dell’asfalto, complice la luce calante e il generale abbassamento termico rispetto al sabato, è di 28°C alle 17:00 ore italiane.


Analisi on board Hamilton-Gp bahrain 2021: la numero 44

Inizio il focus sulle prestazioni del britannico dal momento in cui la vettura è ferma in griglia in attesa del giro di ricognizione. Peter Bonnington, ingegnere senior della monoposto 44, scandisce il conto alla rovescia prima dell’avvio del giro di prova. Hamilton, quando mancano 60 secondi, fa un cenno di intesa in favore di telecamera frontale a confermare che tutti i sistemi della monoposto sono funzionanti.

Da sottolineare, durante il giro di schieramento, lo zigzag nel tratto che comprende l’abbrivio tra curva 10 e curva 11. Operazione mirata a mettere nella giusta finestra di temperatura le gomme. Un qualcosa a cui eravamo disabituati l’anno scorso a causa della presenza del DAS, dispositivo che aiutava i piloti in tal senso. Lewis si stabilisce nella sua piazzola, a destra, e viene avvisato da Bono che la procedura è sospesa (a causa della momentanea defaillance di Sergio Perez, nda): “So start aborted, extra formation lap” il messaggio dell’ingegnere. Secondo giro di formazione che replica il primo: medesimo riscaldamento accentuato delle coperture Pirelli.

Hamilton si ripiazza in griglia e stavolta punta leggermente il muso della sua W12 verso la RB16B di Verstappen. Quasi a volerlo intimidire. Prima dell’accensione delle cinque luci innesta la prima e sul display appare il messaggio “Low RPM” che precede il repentino aumento di potenza all’accensione delle cinque luci dell’impianto semaforico. Lo start è pulito, leggermente migliore di quello di Verstappen che subito impegna il centro della carreggiata chiudendo la porta al tentativo di attacco solo abbozzato da parte del 44.

In curva 2 Hamilton è molto vicino ma dopo le due pieghe successive il distacco è già troppo ampio per provare una sortita. Nel frattempo Nikita Mazepin, al debutto in F1, va a muro: viene introdotta la Safety Car. Cosa della quale viene avvisato:

Durante il periodo di SC l’inglese riceve dal suo ingegnere notizie relative alla pista. Gli viene detto che Leclerc è alle sue spalle con gomme morbide. Contestualmente, Bono impone la modalità HPPD 97. Hamilton agisce sul manettino in basso a destra sul volante andando a regolare l’erogazione della potenza ibrida. Essendo in regime di SC, la regolazione taglia parte del consumo dell’energia elettrica per ricaricare le batterie.

Al terzo passaggio Bono informa che la vettura di sicurezza rientrerà e che la gara riprenderà con possibilità di superare. Verstappen frena il gruppo come da prassi e ridà gas a pochi metri dalla linea del traguardo. Hamilton è guardingo e non si fa sorprendere da un arrembante Leclerc (clicca qui per leggere l’analisi on board del monegasco) avvantaggiato dalla gomme soft. Anzi, tenta addirittura il passaggio all’esterno a Curva 1 senza successo perché Max protegge bene l’interno.

Virtual Safety Car introdotta al giro 4 che termina immediatamente dopo. Alla ripartenza, lap 5, Bono mette in guardia sul fatto che è possibile usare il DRS. Passano giri di relativa calma nei quali Hamilton cerca di mantenere costante il distacco da Verstappen. Riuscendoci, tra l’altro, abbastanza in scioltezza. Segno di una ritrovata W12.

Al giro 8 sale il ritmo della gara: Hamilton usa una mappatura più aggressiva col comando “DASH POSITION 5“.

Al passaggio numero 10 Lewis paga un distacco da Verstappen di 1,9 secondi. Bono glielo comunica. Nessuna reazione del pilota che sembra essere in gestione del gap. Arriva l’indicazione “DASH POSITION 6”. Da questo momento Hamilton inizia ad essere più aggressivo sui cordoli e a sfruttare con maggiore intensità il controverso track limit di curva 4 che farà discutere a fine gara. Bono si apre in radio e dopo tre giri e spiega che sta colmando il distacco sul rivale.

Immediatamente dopo è tempo di comunicazione relativa al pit stop. In effetti, sul volante della monoposto nero-grigia n° 44, iniziavano ad accedersi i led rossi che stanno a dimostrare che la gomma è in overheating. Segno del degrado che iniziava a fare capolino. Peter Bonninghton mette sul chi vive il suo pilota ricordandogli di stare attento all’uscita della pit lane. Oltre a gestire con calma gli pneumatici.

Al rientro in pista Hamilton è quarto e gli vengono comunicati i distacchi. Da questo momento, a conferma che il team voleva l’undercut, è un continuo comunicare le mosse di Verstappen. E’ Hamilton ad iniziare questo balletto di domande con Bono che gli dice di tenere costante il “pace”. Alla diciottesima tornata il rivale olandese è ai box, evento del quale Hamilton è prontamente avvertito:

L’anglo-caraibico è ora in prima posizione con un distacco di 7.17 che dovrà gestire con attenzione. Viene informato che Max ha montato gomma medium, cosa che lo obbligherà ad un secondo pit. La strategia a questo punto è chiara: sarà testa a testa perché entrambi dovranno rifermarsi. L’inglese, naturalmente, ha lo svantaggio di aver “pittato” prima. E’ una fase di relativa stanca questa: Hamilton è particolarmente silente, non si apre mai in radio. Ascolta lo scorrere dei distacchi che Bonnington gli comunica con puntualità e colo solito tono pacato. Il vantaggio sull’alfiere Red Bull cala di giro in giro.

Alla tornata 21 prime avvisaglie di innalzamento di temperatura delle coperture Pirelli. Sul volante si accendono minacciose le spie che lo indicano.

Al giro 23 Hamilton prova a gestire il vantaggio che però continua a decrescere. A testimonianza di ciò, si sposta da PLUS 8 a PLUS 7, aumentando leggermente la potenza disponibile. Ma nulla che gli permetta di arrivare a valori troppo elevati.

Dopo un solo passaggio, Bono gli consente di usufruire di una mappa più aggressiva. Anche se è evidente, in fondo al rettilineo del traguardo, l’uso del lift and coast per risparmiare carburante.

Giro numero 28, metà gara. Il distacco su Verstappen è sceso dagli oltre sette secondi post sosta ai box a 2.086. Un margine limitato che prelude al pit stop del giro successivo. Un gap calato nonostante il team gli abbia messo a disposizione più verve motoristica. La chiamata arriva alla fine del giro 28.

Al lap 29 Hamilton rimonta gomme hard avendo un altro treno nuovo. La sosta dura 2,4 secondi. Ritorna in pista in terza piazza, alle spalle di Verstappen e del suo compagno di squadra. Da evidenziare, esattamente tre giri prima del rientro, una chiamata criptica di Bono che dice in radio: “Target lap minus three”. Il codice cifrato si riferisce alla sosta, anticipando di tre giri il cambio gomme rispetto alle decisioni pre gara.

Dopo l’uscita dai box, Bonnington spiega che sarà uno stint molto lungo dopo la richiesta di Hamilton di ripetere l’informazione:

Subito dopo sul volante appare il numero 4, funzione che va a regolare la coppia motrice per modificare le forze esercitate dal propulsore sulla trasmissione. Hamilton cerca di mangiare parte del ritardo ma senza eccedere con lo stress alle gomme. Passano giri in cui le comunicazioni vertono sul distacco da Verstappen che evidentemente è l’obiettivo dichiarato non considerando Bottas come un pretendente credibile alla vittoria. Infatti, nell’arco dei 56 giri della gara, il finlandese non è quasi mai entrato nelle conversazioni tra la vettura 44 ed il suo muretto. Al giro 31 lo si nomina per avvisare del suo ingresso ai box. In questa fase di gara bisogna sottolineare l’utilizzo di una ripartizione di frenata leggermente più aggressiva prima di curva 11. Dal solito 61, Hamilton passa al valore 63.

Al giro 33 giunge la comunicazione di Bono di stare attento ai track limit in curva 4: argomento che farà discutere a fine gara. Nella tornata successiva c’è un particolare scambio di vedute: Bonnington chiede a Hamilton di fare 34 basso. Lui risponde più o meno così: “Se lo faccio non finisco la gara.

Ma non è finita qua. Bono ribadisce che non si deve più superare il track limit, che l’indicazione è arrivata dalla direzione gara. Hamilton, a giusta ragione, chiede delucidazioni su quale sia la regola. Il tecnico risponde di attenersi alle disposizioni usate in qualifica. A quel punto Lewis sembra ovviamente infastidito perché, dice, che ha usato tutta la pista fino a quel momento come da indicazioni emerse dal briefing pre-gara. Ecco il lungo audio del confronto:

Questo è un punto molto importante che aiuta a capire molto meglio quanto accadrà nell’episodio che ha determinato l’esito della gara: l’indicazione di Masi cambia molto prima del casus belli (il sorpasso di Verstappen ai danni di Hamilton, nda) e probabilmente accade perché il muretto Red Bull ha fatto notare l’uso reiterato dell’asfalto al di là della linea bianca in Curva 4 da parte del britannico. Cosa che, come conferma la conversazione, era però consentita. Decadono così le tante polemiche lette fino a questo momento su un fatto ora molto chiaro.

Al giro 40 Verstappen è ai box. Hamilton ritorna in prima posizione con un vantaggio di 8.595 sull’olandese. Informazioni prontamente comunicate da un attento Bonnington. Nella tornata successiva è tempo di proiezioni: “Mancano 17 giri, Max ti riprende in 10”.

Il giro 43 va ricordato per l’ennesimo record infranto da Hamilton: con 5112 giri al comando supera Michael Schumacher in questa speciale classifica.

In Mercedes si vivono fasi di gestione passo con un occhio attento alla gara di Verstappen che nel frattempo è sempre più vicino. Hamilton si trova alle prese coi doppiaggi che, nel più classico dei tira e molla, avvantaggiano una volta il britannico e l’altra il portacolori Red Bull.

La gara entra nella sua fase più calda a nove passaggi dalla fine. L’ingegnere di pista di Hamilton comunica che Verstappen è arrivato. La risposta di Lewis è perentoria ed essa stessa l’essenza del motorsport: “Lasciami con lui Bono!”. Lewis non vuole interferenze, vuole provare a difendersi nonostante l’evidente crisi di gomme in cui è calato.

Al giro 51 arriva l’indicazione da Bonnington di attivare la modalità di motore atta a difendersi dagli attacchi. Ecco l’audio dell’inizio della fase decisiva – e più calda – del Gp del Barhain 2021:

In curva 10 del medesimo giro il momento chiave: Hamilton arriva a ruote bloccate, imposta male la piega sinistrorsa ed esce larghissimo perdendo trazione.

Verstappen si incolla al 44 che, al giro successivo, scoda vistosamente in uscita dell’ormai famigerata curva 4. La precondizioni per l’infilata si sono create: Max è sempre più vicino nel silenzio radio interrotto dalla perentoria richiesta di Hamilton di esporre bandiere blu a Giovinazzi che sarà ignaro protagonista dell’episodio clou del GP.

Appena subito l’attacco, Hamilton si apre in radio evidenziando che Verstappen ha effettuato la manovra uscendo dalla pista:

Bono registra la rimostranza e subito dopo Max Verstappen cede la posizione.

Nel farlo si nota forse una leggerezza da parte del 33: nello spostarsi va sulla parte sporca della pista, cosa che potrebbe aver leggermente abbassato la prestazionalità della gomma. Infatti, in prima battuta, l’olandese sembra arrancare prima di riprendere la caccia che sarà vana. Fino alla fine delle ostilità, Hamilton sembra essere in controllo. Non sembra infatti fare particolare fatica a tenere a bada il rivale che non riuscirà mai ad abbozzare un attacco veramente pericoloso. Tant’è che al passaggio 55 il vantaggio di Lewis è di 1.074 sulla linea del traguardo. Cosa che non concede DRS a Verstappen.

All’alba dell’ultimo giro Bono si apre in radio e suggerisce la posizione “STRAT 5“. Un surplus di potenza per Hamilton per affrontare gli ultimi 5412 metri del circuito di Manama in relativa tranquillità.

La gara termina con i rituali fuochi d’artificio e con 25 punti nel carniere per il campione del mondo che non poteva iniziare meglio la stagione. Messaggi di complimenti rituali degli uomini del team ai quali Hamilton risponde. Bono riprende la parola per imporre modalità propulsore “STRAT 14“, impostazione molto blanda per consentire alla vettura il rientro ai box in sicurezza.

Lewis Hamilton vince dunque una gara molto tirata grazie ad una perfetta visione strategica orchestrata col suo team. 25 punti pesantissimi in un momento in cui la Red Bull è sembrata generalmente più performante. In Mercedes c’è lavoro da fare per recuperare il gap dalla scuderia anglo-austriaca. Aver iniziato col piede giusto sarà una sicura iniezione di fiducia per un team abituato a respirare l’aria fresca dell’alta classifica. Tra meno di tre settimane, sul suggestivo ed impegnativo circuito di Imola, la W12 avrà subito la possibilità di confermare gli evidenti progressi compiuti tra i test e il GP. Perché per tenere a bada Verstappen e la Red Bull serve una vettura al massimo dell’efficienza. Cosa vistasi a fasi alterne nel primo week end di gara annuale.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1TV

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Diego Catalano