Formula Uno: a tutto c’è un “track limits”…
Il tema del quale si aveva intenzione di disquisire con voi oggi, ovviamente è quello inerente ai track limits. Avevamo assistito ad un Gp interessante, con belle battaglie e alcuni bei sorpassi. La sfida tra Hamilton e Verstappen ci aveva tenuto tutti con il fiato sospeso. Poi… La macchia. Sì perché l’episodio del sorpasso fantasma (spero non vi dispiaccia se lo chiamiamo così) della Red Bull #33 sulla Mercedes #44 è una macchia sull’evento che da ora in poi sarà ricordato solamente per questa ragione.
Procediamo per gradi, perché nella concitazione della gara son venute fuori anche cose non vere, quindi vorrei fare chiarezza e commentare assieme a voi l’accaduto. Iniziamo dalle parole rilasciate da Michael Masi (direttore di gara) al termine dell’evento: “La questione riguardante i limiti della pista era stata ampiamente discussa nel corso del briefing avuto dalla direzione gara con i piloti: era chiaro a tutti che in gara non sarebbe stata prevista alcuna sanzione per chi sarebbe andato lungo in curva-4.” E fin qui non ci piove. Di video che mostrano Hamilton tagliare curva-4 per ben 29 volte, credo che li abbiamo visti tutti oramai. Il problema non è questo, perché dal momento che era consentito, lo si poteva fare e Lewis, nel circostanza, ha semplicemente tratto vantaggio dalla situazione. Né più né meno, come avrebbero dovuto fare anche gli altri a questo punto. Dal momento che se n’era discusso nel briefing nessuno avrebbe avuto da ridire…
Poi Masi continua, riporto solo un piccolissimo passaggio: “Avevamo due steward che monitoravano la situazione. Nei primi giri è andato tutto come previsto, solamente qualche vettura ogni tanto era propensa ad utilizzare la pista un po’ oltre il consentito, ma occasionalmente…” Su una corsa di 57 giri, pardon 56 a causa del problema occorso a Perez, esser andati larghi per 29 volte non lo avrei certo definito occasionale… Tant’è che poi Christian Horner (team principal Red Bull) fa notare: “La Mercedes ha utilizzato quel tratto della pista sin da subito. Abbiamo chiesto alla direzione gara se quel tipo di comportamento fosse corretto e loro ci hanno risposto che in quel tratto, per la gara, i track limits erano stati disattivati. Abbiamo stimato un vantaggio di due decimi al giro andando larghi in curva-4, da questo potete dedurre l’entità dei benefici che la Mercedes ha tratto da questo. Finalmente poi la direzione di gara è intervenuta e ha detto loro di non uscire più in curva-4 altrimenti avrebbero preso bandiera bianconera”.
Fatto confermato poi anche da Toto Wolff (team principal Mercedes): “Inizialmente ci era stato comunicato della disattivazione dei track limits in curva-4, poi però in gara improvvisamente ci è stato comunicato che se avessimo continuato a sfruttare quel tratto della pista saremmo stati penalizzati… Questo ha generato tanta confusione”. Confusione è il termine esatto per descrivere questo bel quadretto. In Formula Uno la regola principale dovrebbe essere: mai cambiare regole in corsa (che può essere inteso come durante il campionato, ma anche più propriamente nel bel mezzo di una sessione). Un determinato comportamento non può essere regolare a tratti sì e a tratti no, e per questo non si può che essere d’accordo con Horner: “Pretendiamo chiarezza! Le cose dovrebbero essere o bianche o nere, non grigie come sono adesso…” Impossibile aggiungere altro.
Però, avremmo voluto tanto finire qua tutte le discussioni. Dirvi che la FIA ha semplicemente cambiato il regolamento durante le fasi di gara e che Max ha dovuto ridare la posizione perché in quel frangente qualsiasi pilota trovato a superare i track limits traendone un vantaggio netto, concreto, sarebbe stato ripreso… No, non è questa, purtroppo, la ragione di tutto. La motivazione è un’altra: “Sorpassare una vettura eccedendo i limiti della pista dà al pilota un vantaggio netto e duraturo nel tempo” la chiosa del direttore di gara. “Notata l’effrazione, abbiamo semplicemente acceso la radio e suggerito alla Red Bull di restituire la posizione per non incorrere in penalità. Manovra che Verstappen ha subito eseguito”.
Questo ovviamente non fa che complicare le cose: per i team e i piloti, che non sanno esattamente come comportarsi prima di tutto, per i fan, che giustamente cercano di comprendere lo strano comportamento della Federazione e infine anche per noi, che cerchiamo di informarvi sempre nel modo più corretto possibile.
Prima di andare a concludere, interessante conoscere anche il pensiero che Wolff ha avuto a riguardo: “Le regole devono essere più semplici e più chiare, non dei romanzi Shakespeariani che lasciano spazio all’interpretazione. Dopo aver ricevuto l’avvertimento da parte della FIA, abbiamo chiesto delle delucidazioni e Masi ci ha risposto, durante la gara, che era stata rilasciata una nota nella quale si diceva che i piloti avrebbero potuto sfruttare maggiormente quel tratto della pista, senza però trarne un grande vantaggio. Ciò stava scritto nelle note, ma io, onestamente, non le ho viste” e non è stato l’unico, a quanto pare. “Le regole devono essere comprensibili per tutti. I piloti non possono mettersi a leggere i documenti della direzione gara in macchina per capire cosa gli è consentito fare”.
Io vorrei soffermarmi solamente su una frase: ‘I piloti avrebbero potuto sfruttare maggiormente quel tratto senza però trarne un grande vantaggio’. Queste sono parole che in Formula Uno non hanno decisamente senso. Una categoria al limite della tecnologia, dello sviluppo, che cerca di recuperare prestazione andando accuratamente a scegliere il tipo di vernice da utilizzare per la propria monoposto, in cui i piloti a volte rinunciano alla borraccia d’acqua per ridurre il peso della loro vettura anche di un solo Kg, poi non può uscirsene con una frase del genere… Non è accettabile. L’aggettivo grande non è quantificabile.
E adesso non è tanto importante chi abbia vinto. Certo, si comprende l’amarezza di Verstappen, della sua squadra, dei suoi fan e di tutti gli appassionati. Ma badate bene, non perché ha vinto Hamilton. Perché ha perso la Formula Uno.
Andare oltre i limiti della pista dovrebbe essere sempre sbagliato! Se la pista ha un determinato layout questo va rispettato, altrimenti portiamo il Paddock dentro ai parcheggi del supermercato e ognuno girasse come meglio crede. Dal momento che nel briefing pre-gara era stato dato il via libera in curva-4, il comportamento di Hamilton non andava rimproverato, perché se i piloti vengono autorizzati a guidare in un certo modo, non ci si può dopo lamentare di eventuali abusi. La stessa cosa vale per Verstappen, al quale è stato chiesto di restituire la posizione sostanzialmente perché lui, a differenza di Lewis, ne avrebbe ricavato un vantaggio diretto, quando è palese che entrambi ne hanno guadagnato qualcosa. Anzi, Hamilton ne ha sicuramente beneficiato, mentre Max… Completate voi.
I tifosi pretendono regole chiare. I team e i piloti pretendono regole chiare. Non ci si può ritrovare a parlare di regole e soprattutto di track limits due gare sì e una gara uno. A tutto c’è un limite.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Mercedes – Red Bull