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Leclerc, Ferrari e l’anno che verrà

Leclerc, Ferrari e l’anno che verrà


Leclerc e Sainz, figli di Maranello, uniti come fratelli da una missione speciale, che richiede impegno e pazienza. Oggi, in attesa della presentazione, speranza e sorpresa si miscelano dando origine a sensazioni sfumate, comunque intense. Sono luci più accese nello sguardo, una piccola frenesia dissimulata da comportamenti canonici, bramosia tradita da una gestualità difficile da tenere sotto controllo. Il sogno, mai svelato, è di quelli che non si vogliono pronunciare, per timore che non si avverino, che si dissolvano come polvere di stelle dinnanzi allo scontro titanico con la realtà.

Charles Leclerc e Carlos Sainz jr.

Per Carlos è tutto nuovo, immenso, stimolante. Quel rosso lo abbaglia, ha la potenza per emergere dalle tenebre di una stagione catastrofica, dall’inferno di un anno sbagliato. Per Charles è un augurio, un auspicio da sussurrare come una preghiera, nessuno squarcio di sole, solo un piccolo spiraglio. Lui, il giovane veterano, non cede a facili entusiasmi. Ne ha visti sfiorire in questo biennio, in cui è riuscito comunque a sbocciare, sfidando il gelo di agghiaccianti posizioni di rincalzo, grazie alla tenacia delle sue radici.

Si aprono le danze, iniziando da un volteggio nel cielo, da un accordo di nuvole, entro le quali far scorrere pensieri e desideri. Il viaggio verso il Bahrain come viatico per una terra promessa. Charles Leclerc ha due volti e nessuna maschera. Il lato più intimo rimane cucito nel cuore, l’atteggiamento scanzonato e determinato lo tratteggia come un marchio di fabbrica. E proprio in fabbrica ha trascorso molte giornate, alla ricerca di un sodalizio con Maranello e con la vettura che terrà a battesimo oggi e stringerà tra le mani venerdì. “Penso di non essere stato in Ferrari mai quanto quest’anno, prima dell’avvio della stagione. Abbiamo anche fatto un po’ di test con la vecchia monoposto, quindi mi sento prontissimo“.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari.

Questo il piglio da guerriero del monegasco, che non si tira indietro neppure quando è il momento di fare autocritica: “Ho lavorato in modo simile al passato, cercando di capire quali siano stati i miei punti deboli nella scorsa stagione. Credo che la gestione della gomma sia ancora qualcosa sulla quale dovrò spingere. Ho fatto grandi progressi lo scorso anno e spero di fare un altro passo avanti ora.Leclerc punta a migliorare, a evolversi, a correggersi. Ma altrettanto dovrà fare la Ferrari, nel limite del possibile di quanto concesso da un’altra stagione di limbo. Motore ovviamente, ma anche retrotreno, specie per quanto riguarda il cambio. Ancora poco e si potrà capire se questi gettoni saranno stati ben spesi.

Carlos Sainz jr.

Carlos è rapito, Charles è realista. Nessun dubbio riguardo a un’evoluzione, ma la chiara consapevolezza di non trovarsi ancora di fronte a una rivoluzione. Ora Leclerc sente la Ferrari sulle sue spalle, è un giovane titano che ha ereditato un ruolo pesante. Lo immagino pensare al suo ex compagno vestito di verde, alle indicazioni che forniva, ai feedback preziosi. ‘Caro Seb ti scrivo, così mi distraggo un po‘. Rappresenterebbe un buon incipit per la sua e-mail. Vettel leggerebbe con il sorriso, magari accennando una cantatina, poiché, chi lo conosce bene, sa che per lui ogni occasione è buona per schiarirsi la voce. E Charles potrebbe chiedere qualche consiglio, lasciarsi andare, raccontando un po’ l’aria che tira.

L’aria è di quelle pesanti, ancora reduce dall’inverno modenese: è fatta di nebbie e di ombre. Il futuro è quasi distopico, calato in un’altra era di protocolli e distanze, un’eco nefasta che corrode anche gli spiriti più indomiti. Allo stesso modo l’incertezza incombe sul domani e sulle prestazioni, su ciò che è lecito, su ciò che sarebbe opportuno. Limiti e sbarramenti che non consentono la libera espressione degli ingegneri, idee strozzate sul nascere, tarpate da mille inutili cavilli. Insano credere che ‘sarà tre volte Natale‘, inutile sperare in una redenzione repentina dell’italico vessillo. Serve tempo, servono risorse, menti ed ardori pronti ai quali attingere, in un momento difficile.

Purtroppo il terrore di un altro fallimento, al di là delle dichiarazioni di facciata, è abbastanza tangibile. Che cosa si può aspettare Leclerc dai recenti sviluppi? Basterà un motore ringalluzzito dall’incremento di cavalleria? Basterà l’introduzione di un nuova trasmissione utile ai fini di adottare un posteriore più stretto e di arretrare la sospensione? Servirà qualche correzione qua e là per migliorare l’aerodinamica? Il margine è minimo, ma bisogna in tutti i modi iniziare a rompere gli indugi, anche a costo di rischiare, di osare, attraverso un progetto coraggioso. Si accetti pure di perdere con onore, ma non di rinunciare a lottare. Perché la Ferrari non può più permettersi di rincantucciarsi in un angolino a centro o fine griglia, talvolta superata dai team clienti. La Rossa è nata per far tremare, cuori e avversari, non per nascondersi in eterno in attesa dell’anno che verrà.

Charles Leclerc, Gp Sakhir 2020

Allo stesso modo Leclerc non può e non vuole accontentarsi una stagione da comprimario, specie ora che la concorrenza è così agguerrita. Causa monopolio Mercedes, restano ben pochi posti al sole, e ancora meno sono le chances di vittoria. Una sentenza capitale per chi, come lui, mira ai piani alti e coltiva ambizioni mondiali. E la fretta di concretizzare risultati di rilievo sta virando sempre più all’urgenza. Perché proprio da questa SF21 si riuscirà a intuire se c’è stata la necessaria inversione di rotta. Altrimenti tanto vale augurarsi che quest’anno passi ‘in un istante‘. Ma sarebbe un vero peccato per chi, nonostante tutto, vuole ‘continuare a sperare‘.

E noi tifosi abbiamo tanta fantasia per inventarci una nuova trama, un diverso finale, ma soprattutto per meritarci un promettente inizio.


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Scuderia FerrariFormula Uno

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Veronica Vesco