Formula 1

Analisi on board Hamilton – Imola 2021: errori e rimonta per un secondo posto d’oro

La Formula Uno fa tappa ad Imola per la seconda gara del campionato 2021. Dopo la sudatissima vittoria in Bahrain, la Mercedes è chiamata a risolvere quei problemi che l’avevano attardata nei confronti delle Red Bull che, in generale, avevano offerto prestazioni più concrete vanificate solo da un strategia non proprio puntuale. Sulla vettura di Lewis Hamilton i progressi in termini di performance sono apparsi evidenti, tanto che il britannico è riuscito a strappare la pole position, la novantanovesima in carriera, proprio ai danni delle monoposto di Milton Keynes battute in qualifica per pochissimi millesimi. Con entrambi gli specchietti saturati dalle sagome delle RB16B, Lewis affronta un non semplice GP di Imola nel quale si troverà a duellare senza il supporto di Valtteri Bottas (leggi qua l’analisi degli on board), autore di una qualifica ai limiti del disastroso nella quale si è dissolto nel momento in cui serviva la massima concentrazione.

Quest’anno i distacchi tre le vetture sono risicati, ogni minima sbavatura si paga con diverse posizioni in griglia. La gara del campione del mondo in carica è stata caratterizzata da alcuni errori (sia da parte del pilota che da parte del box) dai quali, alla fine, è riuscito comunque ad emergere in maniera brillante anche grazie al clamoroso botto tra il compagno di squadra e George Russell. Un evento che ha rimesso il britannico in condizione di inscenare una spettacolare rimonta dal nono al secondo posto. Il massimo ottenibile in una gara condizionata dal maltempo che si è abbattuto sui colli emiliani poco prima dello start.
Caliamoci nell’abitacolo della Mercedes W12 n°44 per capire come sono stati gestiti i tanti momenti di tensione offerti dal GP di Imola.

Al momento dello start, ore 15:00 italiane, la temperatura dell’aria è di 12° gradi. La pista è bagnata soprattutto nei primi due settori, cosa che costringerà a rivedere le strategie definite per quanto attiene le gomme. Hamilton, così come tutti gli altri e ad eccezione di Gasly che monta le full wet, opta per le intermedie. Bonnington, come da consuetudine, chiama il conto alla rovescia che precede il giro di schieramento che anticipa i 63 giri da effettuare per completare la gara. A quindici secondi Hamilton innesta la prima per poi partire. Durante il formation lap saggia le condizioni della pista provando piccoli sovrasterzi soprattutto in uscita della Variante Alta. Prima di fermarsi nella sua piazzola fa continue frenate ed accelerazioni per scaldare gli pneumatici posteriori.

Quello delle temperature è un tema molto caldo per Mercedes. La mancanza del DAS si fa sentire, specie in queste condizioni. Il Dual Axis Steering, modificando l’angolo di convergenza delle ruote anteriori, aumentava o diminuiva l’attrito dello pneumatico in base alle esigenze. Con relativo incremento o decremento delle temperature. La W12, orfana di questo rivoluzionario sistema, patisce nelle fasi di partenza e di ripartenza, nonostante i tentativi dei piloti di mandare in temperatura gli penumatici col classico zigzag. Cosa accaduta più volte durante il GP di Imola.

Una volta schierato si nota, come da prassi sul bagnato, che lo start avverrà in seconda marcia.

Allo spegnimento delle cinque luci rosse Lewis non avrà uno spunto perfetto. La vettura pattina leggermente e per ovviare all’abbrivio poco efficace va subito a coprire la sinistra dove s’è fatto minaccioso Perez. Al contempo, però, Verstappen si butta dentro e affianca a destra la Freccia Nera. Alla staccata del Tamburello, Max è all’interno, con Lewis che cerca di tenere botta vanamente. C’è un contatto tra le due vetture che determina la rottura della parte esterna dell’alettone anteriore della 44. Inoltre la macchina balza pesantemente sui cordoli, cosa che farà temere ulteriori danni.

Hamilton si apre subito in radio per comunicare lo stato delle cose mentre è secondo alle spalle di un Verstappen scatenato, protagonista di una partenza magistrale.

Al termine del primo giro Bono indica di impostare la potenza dell’ibrido su posizione “2“. Si ode chiaramente il comando “HPPD position two“. Nemmeno il tempo di imporre la manovra che arriva la comunicazione relativa all’ingresso della safety car con un annesso “Stay positive“. Durante i giri alle spalle delle vettura di sicurezza entrata per il botto di Latifi, Hamilton e Bono fanno il punto della situazione sui danni alla monoposto. L’ingegnere dice di rimanere in pista e che il danno investe il “Front wing plate“.

Al giro numero 4 viene chiusa la pit lane, cosa della quale il pilota viene avvertito. Situazione che dura per due giri interi. Alla sesta tornata la pit viene riaperta e Bonnington rammenta che la Safety Car rientrerà a fine tornata. Alla ripartenza Hamilton riesce a non cadere nella trappola di Verstappen: resta in scia e tenta l’assalto all’esterno alla variante del Tamburello. L’alfiere delle Red Bull tiene duro e sventa il tentativo.

Passano diversi giri nei quali le comunicazioni tra la 44 e il muretto sono limitatissime, a conferma di una generale silenziosità di Hamilton già riscontrata durante il GP del Bahrain. Sono poche le informazioni che il pilota richiede mentre è impegnato a contenere il gap da Verstappen: distacchi, stato della pista e bandiere gialle. Al dodicesimo passaggio è Bono a domandare se è tempo di switch per gli pneumatici. Hamilton risponde che la pista è ancora troppo bagnata per pensare di montare le gomme da asciutto. Ecco lo scambio di vedute che avviene tra l’ingresso della Tosa e la Piratella:

Ricordiamo che la vettura di Hamilton ha subito un danno in avvio di gara. Per tal ragione il suo ingegnere, di tanto in tanto, ricorda di effettuare un “Check balance” per verificare le sensazioni di guida su una pista ancora ostica. Hamilton, in prima battuta, afferma che la vettura è ok, salvo poi dire, in piene Acque Minerali, dove scoda in maniera evidente, che forse così non è:

Immediatamente dopo viene imposto il settaggio “HPP3 position 4“: Si imposta ancora una volta la parte ibrida del V6 Mercedes mentre inizia il balletto dei doppiaggi che coinvolge Mick Schumacher. È in questa circostanza che Hamilton inizia a chiedere i tempi che sta sviluppando Max Verstappen nei singoli settori. L’olandese non riesce a scappare via dopo aver accumulato un vantaggio di circa 4 secondi. Lewis lo percepisce e cerca di alzare il ritmo per colmare il gap.

Intorno al ventesimo passaggio aumentano i problemi alle gomme su una pista che comincia ad asciugarsi in traiettoria. Bono, in un messaggio conciso, dice al suo pilota di spostarsi sulla parte di pista più bagnata per tenere i temperatura le gomme e per evitarne l’usura eccessiva. Contestualmente Hamilton chiede “Blu flags” non appena si approccia ad un trenino di doppiati che lo divide da Verstappen che ha un vantaggio di 4.7 secondi. Situazione ben sintetizzata dall’immagine seguente:

Al giro 22 Sebastian Vettel è primo driver a rietrare ai box per montare gomme medie. Un’operazione che verrà notata per capire se la mossa pagherà nel breve termine. Nello stesso passaggio Bono suggerisce il comando “Dash Position 5“.

Recepita la direttiva, Hamilton lancia un rapido messaggio nel quale spiega che le gomme, quasi d’improvviso, sono tornate a funzionare: “Grip is coming back” gracchia la radio della W12.

Sono fasi di gara più concitate. La guida del campione del mondo è più tirata e il distacco si fa sempre più sottile. Al passaggio numero 27 Hamilton scende sotto i due secondi da Verstappen. Il contatto visivo conferma che la rimonta è possibile anche e soprattutto in virtù della crisi di gomme nella quale è finita la Red Bull n°33.

Al giro 28 Max entra ai box. Hamilton, che aveva facoltà di seguire i passi del rivale, preferisce rimanere in pista. Si prova ad allargare il gap.

E’ uno dei momenti chiave della gara. Lewis “pitta” al passaggio successivo ma non tutto va per il verso giusto: l’anteriore sinistra fa i capricci e viene smontata a fatica. Lo stop si allunga di quei due secondi che alla fine costeranno la posizione a scapito dell’olandese.

Hamilton fatica a mandare in temperatura le gomme medie e perde un paio di secondi in un giro e mezzo. Come detto in precedenza, la mancanza del sistema DAS si fa sentire eccome. Tuttavia Verstappen non riesce nell’allungo mortifero poiché è stretto nella morsa di un trenino di doppiati. Cosa che, contestualmente a pneumatici entrati nella giusta finestra di utilizzo, consentono l’immediato rientro in partita del britannico. Il contatto visivo sempre più chiaro è ciò che condanna Hamilton: al giro 31 Lewis vede la possibilità di fiondarsi sulla Red Bull sbarazzandosi velocemente di George Russell.

L’azzardo arriva alla Tosa. L’inglese esce dalla traiettoria asciutta, va all’interno ma non pondera bene le condizioni di sostanziale scivolosità della parte ancora umida dell’asfalto. Leggerezza fatale: la vettura è quasi incontrollabile, punta dritta verso il muretto galleggiando sulla ghiaia bagnata. Hamilton tenta di sterzare a sinistra ma peggiore la cose: la monoposto non risponde con precisione alla virata e si pianta di muso nelle barriera. L’ala è rotta e non resta che provare una goffa – ma efficace – retromarcia che lo rimette a fatica in pista. La sua gara è compromessa perchè si ritrova in settima posizione, col muso danneggiato irreversibilmente e con un pit da fare per riparare i danni.

Da sottolineare, giusto per fugare ogni dubbio, che la retromarcia effettuata da Hamilton è avvenuta in piena sicurezza. Ecco perché la direzione gara non ha inteso indagare sull’accaduto. Anche in questo caso il team radio viene a supporto di questa evidenza e serve per spegnere le polemiche che nelle ore successive a GP sono esplose in maniera smodata. Bonnington avvisa il pilota del sopraggiungere di alcuni avversari. Un comando al quale Hamilton risponde nei fatti: attende che non ci siano auto nei pareggi per iniziare a muoversi in retromarcia. Quando rientra sull’asfalto sta accorrendo Sebastian Vettel che passa in traiettoria, ben lontano da un guardingo Hamilton che non intralcia minimamente il tedesco Ecco l’audio:

Al quale seguono le scuse alla squadra per l’errore:

Ma nel giro in cui Lewis sta rientrando c’è il colpo di scena che rimettete tutto in discussione: Bottas e Russell si fanno fuori a vicenda in uno spettacolare incidente che non ha conseguenze sui piloti. La direzione gara è costretta a chiamare safety car. Hamilton rientra per sostituire gomme e muso.

Alla ripartenza dalla pit lane è evidente che la pista sia in condizioni pessime, la bandiera rossa arriva di lì a poco, al giro 33. Gara fermata che ripartirà quando il tracciato verrà sgomberata dalle centinaia di detriti e le barriere del Tamburello verranno ripristinate. Bono dà conto della situazione e prova a motivare il pilota che pensava di aver definitivamente gettato alle ortiche il GP di Imola che l’anno passato lo vide trionfatore.

La prima fase di gare si chiude con Hamilton che lascia la sua monoposto.

la ripartenza sarà “volante” per evitare ulteriori problemi in un gran premio già molto complesso. Bono avvisa di impostare la modalità motore su “STRAT 5” che abbiamo imparato essere una mappatura particolarmente aggressiva per tentare la rimonta:

Lewis è nono. Ma scala subito di una posizione grazie ad un errore di Raikkonen che lo precedeva. La W12 calza un altro treno di gomme a banda gialla e deve guardarsi dall’Alpha Tauri di Yuki Tsunoda che segue da presso con coperture soft. Una situazione che mette immediatamente il giapponese in condizioni di sopravanzare la Mercedes. Dopo la manovra il talentino nipponico sbaglia e restituisce la posizione all’inglese che corre il rischio di impattare la vettura avversaria che gli si para innanzi di traverso. Immagini non mostrate in diretta che vi proponiamo:

A 28 giri dal termine, l’anglo-caraibico è ottavo ed ha una montagna da scalare per arrivare a podio. Hamilton recupera comodamente una posizione grazie alla topica – una delle tante – di un Sergio Perez quasi disastroso. È settimo al giro 38 ed ha nel mirino Lance Stroll. Il sorpasso sul canadese si concretizza nel passaggio successivo, alla solita staccata del Tamburello e grazie al DRS deliberato poco prima della Rivazza dalla direzione gara che consente di aumentare il delta velocistico tra le due auto.

Ora la vettura 44 è in sesta piazza e punta Ricciardo su McLaren avanti di circa tre secondi. Bono impone l’ibrido su posizione “HPP3-9″ che subito dopo viene switchata in “Position 5“. Bastano tre giri per avvicinarsi ed avere la meglio dell’italo-australiano che non si oppone più di tanto lasciando il fianco destro sguarnito. Il teatro della manovra è come al solito il Tamburello e anche stavolta è decisivo l’utilizzo dell’ala mobile.

Hamilton inizia a capire che il podio è alla portata. Davanti a sé ha Sainz, Leclerc, Norris e l’irraggiungibile Verstappen. Il GPS conferma che la seconda posizione non è una chimera.

Il gap di tre secondi che Hamilton pagava sul “55” della Ferrari al momento del soprasso su Ricciardo è colmato al giro 49 quando c’è la prima manovra di disturbo: Hamilton affianca l’ex McLaren all’esterno ma alza il piede all’ingresso del Tamburello. Al passaggio successivo la manovra si esaurisce con successo: stavolta Hamilton non molla e conquista la quarta piazza.

Il podio è ora a portata di mano ma c’è una complicazione: Charles Leclerc bracca Lando Norris stando costantemente sotto il secondo di distacco al detection point del DRS. Quindi utilizza l’ala mobile. Per avere la meglio sul monegasco serve l’aiuto indiretto del driver McLaren che deve uscire con più di un secondo dalla seconda della Rivazza. Situazione che si materializza alla fine del del passaggio numero 54.

Al giro succedaneo, al solito Tamburello, Hamilton infila di giustezza la Ferrari di Leclerc. Una tornata prima dell’attacco il britannico toglie una visiera a strappo. Segno che vuole avere visuale pulita per cercare l’assalto al podio. E proprio dalla visuale privilegiata che abbiamo dalla W12 si nota la sbavatura che sarà fatale a Leclerc: in entrata della variante alta è autore di un bloccaggio che gli fa perdere la corda della curva. E’ qua che nasce il sorpasso di Hamilton.

Le comunicazioni in questa fase sono sparute. Bono si limita a dare conto dei distacchi e nessun riferimento alle modalità che restano STRAT 5 per l’endotermico e HPP3-5 per quanto riguarda l’ibrido. Altra annotazione da fare è quella relativa al brake balance. Hamilton lo cambia molto meno spesso di quanto accadeva in Bahrain. Situazione derivante da una pista che presenta meno frenate pesanti.

Mancano quindi otto giri al termine. Il tempo stringe e Hamilton ne è consapevole. Norris lamenta problemi con la frizione. A fine gara dirà che la ginocchiera tendeva ad incastrarsi dietro la leva facendo pattinare il motore. Fatto che nè Hamilton Bono conoscono. In ogni caso il primo tentativo concreto arriva al 57° giro. Manovra di studio su una vettura di pari motorizzazione che non difetta certo in velocità di punta. Il soprasso riesce tre giri dopo, quando ne mancano altrettanti al termine delle ostilità. Lando prova disperatamente a proteggere l’interno, ma Lewis ne ha di più e tira una staccata profondissima al Tamburello alla quale il giovane connazionale non può replicare. La rimonta è completata, la pezza ad un Gran Premio che sembrava perso è stata messa con una cavalcata mozzafiato.

Bono si apre in radio confermando modalità endotermico STRAT 5. A due tornate e mezzo dalla fine non resta che difendere il giro veloce che concede il punticino che dà a Hamilton la possibilità di restare in testa alla classifica piloti.

La gara si conclude con una seconda piazza insperata. Bono informa del giro veloce e fa i complimenti al pilota. Importante l’intervento in radio di Toto Wolff che sottolinea che Lewis mantiene ancora la testa della classifica piloti.

Lewis Hamilton esce da questo Gran Premio con la la consapevolezza che la sua vettura, rispetto alla gara inaugurale, pare aver rosicchiato un po’ di svantaggio nei confronti della RB16B. Le pessime prestazioni di Bottas e di Perez sanciscono, al secondo appuntamento stagionale, che la lotta al titolo sarà riservata a soli due uomini. Ecco perchè, stante i distacchi molto limitati, sbavature non saranno più consentite. Il box per la seconda volta è stato poco brillante ed è caduto nella stessa problematica con una gomma a far capricci nel momento della sostituzione.

Hamilton, dal canto suo, non è stato impaccabile dopo un Gran Premio del Bahrain maiuscolo e a seguito di una qualifica che l’aveva messo in condizioni di essere considerato il favorito assoluto. Una partenza incerta e un errore di valutazione in fase di doppiaggio sono state le cesure di una gara che poteva essere disastrosa nell’esito finale. Ad Hamilton va il merito di aver capitalizzato al massimo l’opportunità offertagli dalla safety car che, de facto, l’ha rimesso pienamente in gioco. Alla fine il bicchiere è mezzo pieno e la rimonta è un’iniezione di fiducia in vista del Gran Premio di Portimao che si disputerà tra due week end.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV

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  • Vi ringrazo per l'enorme lavoro che fate con queste analisi.

    Però ancora non capisco come si faccia a dire che è stata una manovra sicura, e se qualcuno fosse andato lungo esattamente come aveva fatto Lewis poco prima?

    Inoltre è possibile togliere l'autorefresh continuo delle pagine? Perché è veramente estenuante leggere gli articoli, soprattutto se così lunghi, con la pagina che si aggiorna di continuo e fa perdere il filo.

    Infine vorrei segnalare che ogni tanto il browser non mi vuol far accedere al sito dicendo che non è sicuro perché ci sono problemi con i certificati.

    Grazie di nuovo per il gran lavoro che fate.

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Pubblicato da
Diego Catalano