Formula 1

Gatsby e la “Rossa”

Quando rileggo “Il Grande Gatsby” (mi capita spesso) non possono non restare affascinato, ogni volta, dalle meravigliose frasi finali del libro di Fitzgerald:

[…] Era venuto da così lontano e il suo sogno deve essergli sembrato così vicino da non credere di non poterlo afferrare. Ma non sapeva di averlo già alle spalle. Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgiastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi. Ieri c’è sfuggito, ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo di più le braccia… e un bel mattino… Così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato.

E quando lo rileggo, penso talvolta a cosa significhi essere tifoso Ferrari, a quante delusioni, frustrazioni e poche gioie dia tifare quella macchina rossa con l’inconfondibile stemma giallo e quel cavallino che sembra voler volare senz’ali. E che, nonostante tutto, il giorno dopo si ritorni a credere e a tifare, quasi come atto di fede, dogma.

Michael Schumacher ai tempi della Ferrari

I tifosi della Ferrari sono abituati a lunghi digiuni. Fa parte della storia del cavallino rampante in F1 che non è mai stata una storia dominante, se si eccettua il lustro marchiato da Schumacher. I tifosi della Ferrari hanno atteso anche la vittoria in un gran premio per anni. I tifosi della Ferrari hanno aspettato 21 anni per veder tornare il titolo a Maranello. I tifosi della Ferrari stanno aspettando un titolo dal 2008.

I perché di questi lunghi digiuni sono tanti ed è evidente che non si possano confrontare epoche storiche e sportive diverse. Negli ultimi anni, forse, una certa supponenza (non imitare i modelli vincenti) legata a pressappochismo, pochi investimenti e a scelte sul versante politico assai poco lungimiranti.Nei rapporti di forza con la Mercedes è evidente che la Ferrari in sede “contrattuale” davanti alla matrigna FIA non abbia lo stesso peso.  Almeno dal 2014.

Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr, Ferrari SF21, Imola 2021

Però è pur vero che nessuno ha mai regalato nulla alla Ferrari, e chi lo racconta non ne conosce la storia o parla per partito preso. D’altronde, e forse questo si può leggere in controluce in questi settant’anni di gare a ruote scoperte, in un mondo anglocentrico, la Ferrari è l’unica eccezione: un costruttore “totale” che ha il suo reparto corse non in Inghilterra ma a Maranello. Sola contro tutti.

Una cosa fastidiosa che appartiene alla Rossa degli ultimi tempi e stata sintetizzata bene da Briatore: anche quest’anno, si vince l’anno prossimo (mi permetto di semplificare così il discorso). Il 2022 è carico di aspettative elevate in casa Ferrari. E’ stato caricato dal TP di questi sogni di gloria. Che forse sono troppo elevati. Dio non voglia che non accada e che il titolo mondiale torni in Italia. Perché sennò a Maranello scoppierebbe una guerra termonucleare.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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Mariano Froldi